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03.12.2025

Richiesti correttivi al DL 175/2025 per garantire chiarezza e continuità applicativa

Il DL 175/2025 aggiorna le aree idonee per le rinnovabili, ma associazioni e operatori chiedono correttivi per garantire chiarezza, uniformità e reale sviluppo del fotovoltaico. 

L’aggiornamento introdotto dal DL 175/2025 riporta al centro dell’attenzione il tema delle aree idonee per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare del fotovoltaico.

Il provvedimento, pensato per riorganizzare criteri e procedure autorizzative, mira a fornire un quadro più stabile e funzionale alla crescita del settore. Tuttavia, le prime analisi delle associazioni evidenziano la necessità di ulteriori chiarimenti e aggiustamenti per evitare rallentamenti nell’implementazione dei nuovi impianti.

 

Cosa cambia con il decreto: una nuova definizione delle aree idonee

Il DL 175/2025 individua come preferenziali una serie di superfici già antropizzate, tra cui aree industriali, siti dismessi, cave esaurite, parcheggi coperti e altre zone a basso valore agricolo. L’obiettivo è promuovere uno sviluppo del fotovoltaico che eviti un consumo eccessivo di suolo produttivo.

Resta però confermato il divieto generalizzato di installazione del fotovoltaico a terra nelle aree agricole, salvo eccezioni puntuali come interventi di repowering o progetti agrivoltaici evoluti. Una misura che, secondo gli operatori, potrebbe limitare la disponibilità reale di superfici idonee, soprattutto in territori dove il suolo agricolo rappresenta gran parte dello spazio installabile.

Sebbene il decreto tenti di snellire alcune procedure amministrative, permangono differenze tra regioni e livelli autorizzativi, rendendo il quadro ancora eterogeneo e non sempre facilmente applicabile.

 

Le osservazioni delle associazioni: serve maggiore chiarezza operativa

Organizzazioni come Italia Solare e FINCO hanno accolto con favore l’intenzione del legislatore di aggiornare il contesto normativo, ma segnalano diversi punti critici che potrebbero limitare l’efficacia del provvedimento.

Tra le principali osservazioni emergono:

  • una definizione considerata troppo restrittiva delle superfici ammissibili, che rischia di ridurre la capacità installabile nel breve periodo;
  • una mappatura non ancora completa e non uniforme, che potrebbe portare a interpretazioni divergenti tra territori;
  • iter che richiedono ulteriore semplificazione, indispensabile per garantire l’avvio tempestivo dei progetti.

Le associazioni chiedono quindi interventi correttivi che rendano il decreto più chiaro, omogeneo e soprattutto applicabile senza incertezze operative.

 

Impatto sul settore e sugli operatori: opportunità e nuovi criteri di pianificazione

Per la filiera HVAC, per gli impiantisti e per le aziende che integrano fotovoltaico, sistemi di accumulo e soluzioni ibride, il nuovo quadro delle aree idonee apre comunque scenari significativi.

Superfici come coperture industriali, piattaforme logistiche, parcheggi, zone dismesse e infrastrutture esistenti possono diventare poli energetici capaci di ospitare impianti fotovoltaici integrati con pompe di calore, sistemi di storage e tecnologie per l’autoconsumo.

La gestione dei progetti richiederà:

  • una valutazione accurata dei siti, per verificare la reale idoneità;
  • analisi preliminari delle connessioni elettriche disponibili e della capacità di rete;
  • una lettura attenta delle differenze procedurali tra regioni;
  • progettazione già orientata alla crescente elettrificazione dei consumi.

In questo contesto, la capacità degli operatori di interpretare correttamente i criteri del decreto diventa decisiva per garantire continuità progettuale e rendere i nuovi impianti realmente fattibili nel medio periodo.

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