Aree idonee per le rinnovabili: il decreto correttivo ridisegna il quadro nazionale
Il decreto correttivo sulle aree idonee introduce criteri uniformi per fotovoltaico ed eolico, accelerando i progetti FER e chiarendo i limiti per le installazioni in aree agricole.
La disciplina sulle aree idonee alle rinnovabili entra in una fase decisiva. Con il recente decreto legge correttivo, il governo ha scelto di rivedere e rendere vincolanti i criteri con cui Regioni e Province autonome devono individuare le zone dove fotovoltaico ed eolico possono essere autorizzati più rapidamente.
Una mossa che mira a rimuovere incertezze, ridurre tempi autorizzativi e garantire che la pianificazione territoriale sia allineata agli obiettivi nazionali ed europei sulle energie pulite.
Il risultato è un impianto normativo più uniforme e leggibile, che introduce paletti precisi ma anche nuove opportunità per lo sviluppo degli impianti FER.
Criteri più omogenei e limiti più chiari: cosa cambia davvero
Il decreto interviene su aspetti che negli ultimi anni avevano creato differenze marcate tra territori. Tra i punti chiave:
- Aree a priorità “verde”: sono considerate automaticamente idonee zone degradate, cave dismesse, aree industriali e infrastrutture già occupate da reti ferroviarie o autostradali.
- Aree agricole: nuove regole e margini ristretti: l’installazione di fotovoltaico a terra viene circoscritta: consentita soprattutto nei repowering o in superfici già utilizzate, mentre le Regioni potranno destinare solo una quota limitata di SAU (dallo 0,8% al 3%) alla realizzazione di nuovi impianti.
- Fasce di rispetto per beni paesaggistici e culturali: 500 metri per il fotovoltaico, fino a 3 km per l’eolico.
- Tempi di adeguamento certi: le Regioni hanno 120 giorni per recepire i nuovi criteri, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Questi elementi definiscono in modo più netto quali progetti possono beneficiare di percorsi autorizzativi semplificati e quali, invece, richiedono analisi più approfondite.
Un impatto diretto sulle strategie progettuali
Per progettisti, installatori e operatori del settore energetico, il nuovo quadro incide sulle scelte preliminari al progetto, sul dimensionamento e sulla valutazione di fattibilità.
La maggiore chiarezza normativa permette di orientare fin da subito lo sviluppo degli impianti verso siti più adatti e con minori rischi autorizzativi, valorizzando anche interventi di riqualificazione e repowering.
Allo stesso tempo, i vincoli sulle aree agricole rendono necessario un approccio più tecnico e integrato: sfruttamento di superfici non produttive, coordinamento con piani territoriali, soluzioni di integrazione architettonica e sinergie con tecnologie HVAC ed efficienza energetica.
Dalla norma al sistema energetico: una spinta alla transizione
L’individuazione delle aree idonee è uno degli strumenti più rilevanti per accelerare la diffusione delle rinnovabili. Con questo correttivo, il legislatore prova a superare frammentazioni e rallentamenti che negli ultimi anni hanno inciso sui tempi di autorizzazione, offrendo alla filiera un contesto più stabile per investimenti e progettazione.
Per il settore di climatizzazione ed energia, il nuovo quadro apre la possibilità di integrare con maggiore efficienza fotovoltaico, accumulo, pompe di calore e soluzioni ibride negli interventi edilizi e industriali, contribuendo a un sistema energetico più moderno, competitivo e sostenibile.
