Speciale 196
Manutenzione impianti e comfort termico: strategie per ridurre i costi energetici e migliorare la IAQ
Intervista a Ing. Gregorio Mangano, Presidente di AIISA e CEO di Techno One

Qualità dell'aria e manutenzione impianti: l'analisi dell'ing. Gregorio Mangano (AIISA)

La pulizia e la manutenzione degli impianti aeraulici non sono più attività marginali, ma fattori determinanti per la qualità dell’aria interna, l’efficienza energetica e la salute degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo. In un contesto normativo sempre più stringente e con una crescente attenzione ai criteri ESG e ai Criteri Ambientali Minimi (CAM), il settore della sanificazione degli impianti sta vivendo una fase di profonda evoluzione tecnologica e culturale.

Per approfondire questi temi abbiamo intervistato l’Ing. Gregorio Mangano, Presidente di AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici) e CEO di Techno One, che da anni guida la riflessione e l’innovazione in materia di qualità dell’aria indoor. Con lui abbiamo esplorato gli scenari attuali e futuri: dal legame tra pulizia e performance energetiche alle criticità legate a umidità e muffe, dall’evoluzione della chimica ecocompatibile alle nuove competenze richieste dai protocolli ESG.

 

1. Pulizia impianti e performance energetiche: una relazione misurabile?

Negli ultimi anni si parla molto di efficienza energetica anche in relazione alla qualità interna dei condotti e delle UTA. Quali metriche o indicatori concreti oggi consentono di quantificare il miglioramento delle performance a seguito di un intervento di pulizia impiantistica?

La correlazione tra pulizia degli impianti aeraulici e efficienza energetica è scientificamente provata e quantificabile attraverso indicatori precisi.

Oggi il nostro settore dispone di metriche consolidate che consentono di misurare concretamente i benefici della pulizia impiantistica. Uno studio ASHRAE condotto su un edificio di 34 piani a Times Square ha dimostrato risparmi energetici pari a 35.700 euro annui semplicemente modificando metodo e frequenza di pulizia delle batterie di scambio termico.

Questo non è un caso isolato: la ricerca internazionale conferma che una corretta manutenzione degli impianti aeraulici può migliorare l’efficienza energetica dal 10% al 15%. Tra gli indicatori principali che rileviamo direttamente sulle UTA prima e dopo un intervento di pulizia ci sono:

  • Differenza di pressione (∆P)
  • Portata dell'aria
  • Consumo elettrico dei ventilatori (kW/h)
  • Efficienza delle batterie di riscaldamento/raffrescamento

Le performance energetiche, quindi, sono misurabili e i dati parlano chiaro: riduzione dei consumi elettrici dal 15% al 30%, incremento del 10-15% dell’efficienza complessiva del sistema HVAC e diminuzione delle perdite di carico fino al 50% nei condotti puliti.

Come ingegnere applico sempre il principio della quantificazione: “se non puoi misurarlo, non puoi migliorarlo”. Per questo AIISA adotta i protocolli NADCA (National Air Duct Cleaners Association), di cui è partner esclusivo, che consentono misurazioni pre e post intervento e permettono di calcolare i BTU generati dal sistema HVAC prima e dopo la pulizia.

La chiave è un approccio sistemico: non basta pulire, bisogna monitorare, misurare e documentare i risultati per alimentare un circolo virtuoso di miglioramento continuo. In AIISA ricordiamo spesso che “un impianto aeraulico è un organismo vivente che deve essere pensato per durare nel tempo: se la pulizia è una condizione fondamentale per questa durata, l’impianto deve essere progettato e costruito affinché la pulizia sia possibile e agevole”.

Infine, i protocolli AIISA prevedono sempre attività di sanificazione, che vanno oltre la semplice pulizia meccanica o chimica. L’obiettivo è ridurre sensibilmente e in maniera misurabile la contaminazione da agenti patogeni presenti sulle superfici: in questo modo non solo si migliora il rendimento delle macchine, ma si garantisce anche una migliore qualità dell’aria immessa negli ambienti.
 

2. Umidità e muffa: scenari complessi e criticità operative

Nei contesti reali, quali sono le condizioni ambientali e progettuali che più spesso creano criticità in tema di umidità e proliferazione microbica negli impianti? Può fare qualche esempio concreto basato sulla sua esperienza sul campo?

Il filtro più sofisticato del mondo serve a poco se il sistema nel suo complesso non funziona correttamente. In oltre vent’anni di esperienza, i nostri associati hanno supervisionato centinaia di impianti aeraulici applicando il protocollo AIISA-NADCA, e possiamo individuare con chiarezza alcune criticità ricorrenti.

Le più frequenti riguardano:

  • sequenza filtrante inadeguata, che compromette l’efficacia complessiva del sistema;
  • dimensionamento errato delle sezioni filtranti;
  • tenute e bypass non controllati, che permettono all’aria non filtrata di aggirare i filtri;
  • mancata sostituzione dei filtri nei tempi corretti;
  • lavaggio dei prefiltri anziché sostituzione, con conseguente riduzione dell’efficienza;
  • pulizia trascurata delle sezioni filtranti, che porta ad accumuli di polvere e contaminanti, terreno ideale per la proliferazione microbica.

Come ricordiamo spesso: “Un sistema di filtrazione è una catena: è forte quanto il suo anello più debole. Non basta avere il filtro migliore, serve il sistema migliore”.


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Troverai approfondimenti esclusivi su:

  • Pulizia impianti e impatto sulle performance energetiche
  • Umidità e muffe: criticità operative e soluzioni tecniche
  • Filtrazione e qualità dell’aria: errori ricorrenti e best practice
  • Chimica ecocompatibile: innovazioni, limiti e opportunità
  • Corrosione e depositi: strategie preventive nei circuiti complessi
  • Evoluzione normativa e prospettive ESG e CAM