Obbligo attestazione SOA per le imprese che lavorano con i bonus: il mercato dell’edilizia rischia di bloccarsi nuovamente
Approvato dal Senato, il nuovo obbligo, in vigore dall’anno prossimo, ha già creato incertezza tra cittadini e imprese, e si prevede un nuovo blocco del mercato dell’edilizia

Il nuovo obbligo contenuto nel Decreto cosiddetto “Taglia prezzi”, approvato la scorsa settimana dal Senato, ha già creato molta incertezza nei cittadini e nelle imprese, e rischia seriamente di bloccare, ancora una volta, il mercato dell’edilizia.
Altra nota dolente, visto che in Italia sono le imprese che operano nel settore delle costruzioni le vere protagoniste dell’efficientamento energetico degli edifici, contribuendo positivamente non solo allo sviluppo della sostenibilità ambientale, ma anche alla crescita dell’occupazione. Proprio l’edilizia, infatti, ha trainato la ripresa post-pandemia: lo scorso anno ha registrato un aumento del valore aggiunto del 13,6% rispetto al 2019, e i dati dimostrano che il comparto sta mantenendo un andamento positivo anche in questa prima parte dell’anno.
La nuova norma introduce l’obbligo per le imprese di possedere l’attestazione SOA, ossia la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d'appalto per l'esecuzione di appalti pubblici di lavoro: in pratica è un documento che prova la capacità dell’impresa di eseguire (direttamente o in subappalto) opere pubbliche di lavori con base d’asta superiore a 150.000 euro.
Quindi tutte le imprese che operano nel mercato dei bonus edilizi saranno obbligate a possedere un’attestazione SOA per poter operare in questo mercato, secondo questi step temporali: fino al 31 dicembre 2022 non ci saranno cambiamenti; dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023 basterà la richiesta della domanda di certificazione SOA, mentre dal 1° luglio 2023 scatterà l'effettivo obbligo del possesso della certificazione.
Una disposizione che probabilmente è stata pensata anche con lo scopo di prevenire le frodi, legate alle tante imprese fantasma nate soprattutto con il superbonus, ma che nella realtà dei fatti crea una situazione in cui ci sarà uno scarso numero di aziende che potranno effettuare gli interventi agevolati, a fronte di una domanda di riqualificazione edilizia che invece è ancora molto forte.
L’obbligo dell’attestazione SOA è già stato approvato dal Senato, e ora aspetta il parere della Camera, ma secondo Confartigianato, CNA e Casartigiani sta già bloccando il mercato; un vero peccato che si sia arrivati a questo, dopo le ultime disposizioni che hanno cercato di riattivare le cessioni dei crediti, facilitando l’accesso al Superbonus sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari.
“Forse l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato in favore di un piccolo numero di imprese certificate SOA (complessivamente 23.000, di cui solo circa 17.000 per le categorie interessate), a scapito delle quasi 500.000 imprese operanti nel comparto delle costruzioni, che costituiscono la vera ossatura del settore e rappresentano la prima risposta alle istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo stop ad una misura che evidentemente è stata messa sul percorso del declino” commentano le associazioni di categoria, secondo le quali servirebbe, piuttosto, una legge – da tempo attesa dal settore – che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili senza imitare, senza ragione, negli appalti privati gli istituti tipici del settore pubblico”.
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