Focus Efficienza Energetica

17.02.2022
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La classifica delle aziende che guidano il riscaldamento rinnovabile in Europa e anticipano i legislatori

Lo studio di EBB individua le 19 aziende che guidano il settore del riscaldamento residenziale europeo fuori dal gas fossile, che chiedono un’azione più tempestiva e mirata ai legislatori europei per spingere l’uso delle energie rinnovabili.

In Europa, il settore del riscaldamento è davvero pronto ad abbandonare i combustibili fossili?

Forse si, con qualche riserva: incredibile ma vero, siamo arrivati al punto in cui sono le aziende a chiedere ai legislatori di sostenere la transizione energetica del riscaldamento: è ciò che emerge dall’ultimo brand audit dell’European Environmental Bureau (EEB), la più grande organizzazione ambientale di cittadini in Europa che riunisce oltre 170 organizzazioni civili provenienti da più di 35 paesi europei, che per il secondo anno consecutivo ha condotto un’analisi sul mercato EU del riscaldamento domestico rinnovabile, classificando le aziende coinvolte che operano in questo settore in base alla loro “compatibilità climatica”, ossia valutando l’allineamento delle loro attività e dei loro prodotti con gli obiettivi climatici europei e mondiali.

Di tutte le aziende intervistate, che producono prodotti per il riscaldamento domestico che vengono venduti all’interno del territorio europeo, 19 sono state riconosciute come leader nella decarbonizzazione del riscaldamento domestico, poiché vendono solamente sistemi e  tecnologie, basati su energia rinnovabile in loco, come pompe di calore e sistemi solari termici, che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Le aziende che guidano il mercato HVAC residenziale verso la decarbonizzazione, complessivamente hanno varie dimensioni e operano in diversi paesi europei, e sono:

  • Abora solar
  • Calpak
  • Clivet
  • Cta
  • Fujitsu general
  • Heliotherm
  • Idm
  • Innova
  • Janus energy
  • Johnson controls
  • Kronoterm
  • Lg electronic
  • Mitsubishi electric europe
  • Nibe
  • Ochsner
  • Panasonic
  • Roth werke
  • Stiebel eltron
  • Termo negozio

Dunque, le aziende sembrano pronte alla transizione energetica dei sistemi di riscaldamento per gli edifici residenziali, ma la legislazione per le rinnovabili a che punto è? Il messaggio dello studio di EBB risulta più che chiaro: una buona parte dell’imprenditoria e prodotti di settore sono pronti, ma ora tocca ai legislatori comunitari pensare al resto, per far sì che le energie rinnovabili vengano utilizzate di più e in tutti i paesi europei.

Praticamente tutte le aziende che hanno accettato di partecipare allo studio, infatti, spingono per la fine dei sussidi per il riscaldamento da combustibili fossili, e sosterrebbero un divieto di vendita di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, in linea con le recenti raccomandazioni dell'Agenzia internazionale per l'energia (IEA) per l’interruzione, entro il 2025, della vendita di caldaie a gas, per raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo, come previsto dagli obiettivi comunitari.

Difatti, in Europa più di 220 milioni di unità immobiliari (l’85% del patrimonio edilizio europeo) sono stati costruiti prima del 2001 e, insieme agli altri edifici, sono responsabili di circa il 40% del consumo  energetico totale dell’Unione Europea, e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.

Ecco perché l’UE sta cercando di trovare delle politiche specifiche che mirino a garantire che gli edifici svolgano la loro parte nella decarbonizzazione dell'economia, che comprendano delle apposite misure legislative e degli incentivi che velocizzino la transizione dei sistemi di riscaldamento negli edifici residenziali.

È da tenere conto inoltre, che i legislatori dovranno prendere dei provvedimenti “a due vie”: oltre a garantire che l'energia consumata dagli edifici sia pulita, occorre anche ridurre la domanda di energia richiesta, per una tutela completa e a lungo termine del clima e dell’ambiente.

Per raggiungere l'obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra stabilito dall'UE entro il 2030, la Commissione europea ha stimato che  le emissioni di gas serra degli edifici dovranno essere ridotte di almeno il 60% nell’arco di questo decennio.

In aggiunta, con i prezzi del gas fossile che ormai sono più che quadruplicati rispetto allo scorso anno, le pompe di calore ei sistemi solari termici svolgeranno anche un ruolo chiave nella riduzione delle bollette per il riscaldamento degli europei,  e dato che oltre il 40% del gas importato dall'UE viene utilizzato per riscaldare gli edifici, l’Europa potrà finalmente ridurre la dipendenza dal gas russo.

“I risultati dello studio dimostrano che il mercato è pronto per entrare nell'era del riscaldamento rinnovabile e che la voce dei leader in prima linea è troppo spesso inascoltata nel dibattito politico. Dalla crisi climatica all'impennata dei prezzi dell'energia, le pompe di calore e il riscaldamento solare termico offrono la migliore soluzione disponibile alla sfida energetica. È giunto il momento che i decisori sostengano questa transizione e garantiscano che possiamo riscaldare le nostre case senza riscaldare il pianeta” afferma Davide Sabaddin, esperto di energia presso l'European Environmental Bureau.

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