Edifici efficienti e pompe di calore saranno la strategia vincente per rafforzare il sistema energetico italiano?
Secondo Legambiente e Kyoto Club, per far fronte alla crisi energetica l’Italia deve passare dal gas alle rinnovabili, puntando su una maggiore efficienza degli edifici e sull’elettrificazione dei consumi

Le recenti dinamiche legate all’approvvigionamento di energia hanno dimostrato la fragilità del sistema energetico italiano, da sempre basato sull’importazione di energia dall’estero, in particolare di gas da parte della Russia.
Con il protrarsi del conflitto in Ucraina, l’Italia non solo dovrà trovare un’alternativa alle risorse energetiche del Cremlino, ma dovrà ridurre notevolmente i consumi di gas, rendono più efficiente il parco edilizio attuale ed elettrificare i consumi per il riscaldamento domestico, sfruttando i vantaggi delle pompe di calore.
È ormai noto a tutti che in Italia il 60% dei consumi energetici per il riscaldamento degli edifici residenziali è legato al gas naturale; il 40% del consumo totale di gas che viene effettuato nel territorio nazionale arriva dalla Russia, di cui il 35% è destinato al fabbisogno energetico per il riscaldamento degli edifici.
La maggior parte degli edifici nel nostro paese utilizza il gas naturale come fonte energetica per riscaldare casa e utilizza le caldaie tradizionali: su 26 milioni di abitazioni in Italia, 17,5 milioni usano caldaie a gas per il riscaldamento, mentre i combustibili solidi (prevalentemente legname) vengono utilizzati in 3,6 milioni di abitazioni, il riscaldamento elettrico e il gasolio in 1,3 milioni ciascuno, e il GPL in 1,2 milioni di abitazioni.
Nell’ultimo decennio, nonostante le misure di efficientamento energetico sugli edifici siano riuscite a ridurre i consumi di energia primaria, non si è ottenuto lo stesso risultato per il risparmio di gas ottenuto, che è stato molto contenuto e che peraltro è andato progressivamente a decrescere.
Sicuramente hanno influito gli incentivi per le caldaie a condensazione a gas, una questione che è già stata sollevata più volte da diversi stakeholder del settore, poiché si tratta di agevolazioni che invece di spingere per la decarbonizzazione dei sistemi energetici agevolano l’installazione di sistemi inquinanti, andando contro gli obiettivi climatici ed energetici, che per questo dovrebbero essere fermate: basti pensare che nel 2020, grazie all’Ecobonus, sono state incentivate ben 133.000 caldaie a condensazione.
Le proposte di Legambiente e Kyoto Club per l’efficienza energetica e l’elettrificazione dei consumi
Per far fronte alle criticità del sistema e delle politiche per l’energia in Italia, Legambiente e Kyoto Club hanno elaborato delle proposte concrete per ridurre il fabbisogno di gas, aumentando l’efficienza energetica degli edifici e l’elettrificazione del riscaldamento.
Secondo lo studio realizzato da Elemens, con un tasso annuale di efficientamento energetico pari al 3% e realizzando il potenziale sviluppo di un milione di pompe di calore, l’Italia potrebbe arrivare a un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a -10 milioni di tonnellate al 2025 (e -22 al 2030), mentre l’utilizzo di gas naturale verrebbe ridotto di 5,5 miliardi di metri cubi al 2025 (e di 12 al 2030).
Secondo la prima strategia delle associazioni, affinché gli edifici abbiano una maggiore efficienza energetica, è necessario che gli incentivi vengano rilasciati in maniera proporzionale al salto di classe energetica che si ottiene con la realizzazione degli interventi agevolati. Per ridurre il consumo di energia, l’importazione di risorse energetiche e le emissioni inquinanti si dovrà intervenire sull’involucro, sulle e schermature, sui serramenti e puntare sugli impianti a pavimento.
L’altra strategia ha l’obiettivo di elettrificare i consumi, favorendo l’utilizzo delle energie rinnovabili nel settore termico, un’operazione essenziale per ottenere una maggiore flessibilità del sistema elettrico; per questo si dovranno concentrare gli incentivi termici sulle pompe di calore, e agevolare anche l’installazione di sistemi per la domotica e di impianti fotovoltaici con accumulo integrato.
Se si riqualifica ogni anno il 3% degli edifici, arrivando a un consumo termico medio di 50 kWh/m2 all’anno, negli edifici riqualificati, nel 2025 i consumi di gas si potrebbero ridurre di oltre 3,6 miliardi di metri cubi all’anno; seguendo questa strada, nel 2030 si potrebbe arrivare a un risparmio pari a 8 miliardi di metri cubi di gas, ottenendo anche un grande vantaggio ambientale, in quanto si eviterebbe di emettere 11 milioni di tonnellate di CO2.
Se sviluppa il potenziale delle pompe di calore, al 2025 si potrebbero ridurre di 5,4 milioni di tonnellate le emissioni di gas e di 2,3 miliardi di metri cubi il gas naturare e, continuando con questa strategia, al 2030 le emissioni risparmiate saranno pari a 12 milioni di tonnellate, e l’uso del gas sarà ridotto di 5 miliardi di metri cubi (pari a quasi il 20% dell’import di gas naturale dalla Russia).
Una strategia che porterebbe a risultati migliori, anche in termini di risparmio per i consumatori
I dati dello studio mostrano un notevole divario tra le strategie potenziali ed effettive: a quanto pare, i risultati che si potrebbero ottenere adottando le soluzioni proposte da Legambiente e Kyoto Club raggiungerebbero obiettivi ben più ambiziosi rispetto a quelli derivati dalle politiche attuate dal governo e previsti ad oggi dal PNIEC (che dovrebbe portare al risparmio di 5,1 Mtep di energia).
Ma quanto risparmierebbero i consumatori se venisse scelta questa nuova strada?
La ricerca evidenzia che , con la combinazione degli effetti degli interventi per l’efficientamento energetico degli edifici e della diffusione delle pompe di calore, per un edificio che ha un consumo termico annuo di 136 MWh/m2 il risparmio sulle spese di riscaldamento sarebbe del -66%,, tenendo conto della riduzione della bolletta del gas e dell’incremento di quella elettrica, mentre per gli edifici con consumo annuo pari a 200 MWh/m2 il risparmio sarebbe di -77%.
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