Focus Dal mondo

30.03.2022

Per ridurre la dipendenza europea dal gas russo servono solo le rinnovabili (e non il carbone o altre infrastrutture per il gas!)

Secondo uno studio pubblicato da diversi think tank, l'energia pulita può sostituire due terzi delle importazioni russe di gas entro il 2025, sfruttando le azioni previste da Fit for 55 e RePowerEU

Mentre il conflitto in Ucraina procede senza trovare un apparente risoluzione, l’Europa sta cercando una soluzione alla crisi energetica causata dallo stop alle forniture di gas russo. Ora più che mai gli stati del vecchio continente devono restare uniti e collaborare per trovare delle alternative alla svelta, poiché la Russia non è solo un fornitore strategico di gas, ma anche di petrolio, carbone e altri minerali.

Le importazioni di gas russo nel 2020 hanno rappresentato quasi il 40% delle importazioni totali europee, e il consumo di questa risorsa è determinato principalmente dalla richiesta da parte degli edifici residenziali, soprattutto di elettricità e riscaldamento, dall’industria e dalla generazione di energia.

Mentre l’Europa cerca risposte a breve termine e strategie di investimento per il futuro energetico del continente, occorre considerare il fatto che l’attuale crisi energetica ha però diverse origini e non deriva solo dalla guerra tra Ucraina e Russia: già durante la scorsa estate, infatti, i prezzi del gas avevano iniziato lentamente a salire, a causa delle scarse riserve ottenute nell’inverno 20-21 e della veloce ripresa economica globale dopo il primo lockdown.

Il problema è che per anni l’Europa si è rifornita di gas russo, senza cercare di arrivare a una propria indipendenza energetica; gli sforzi per puntare sulle rinnovabili sono stati fatti, ma sono abbastanza maturi per questo momento imprevisto, anche se le tecnologie per un maggiore utilizzo dell’energia pulita sono già state sviluppate e sono pronte per essere utilizzate.

 

Sì alle rinnovabili. No al carbone e a nuove infrastrutture per il gas.

Per questo motivo alcuni think tank sostengono che l’Unione Europea potrebbe essere in grado di fermare le importazioni di gas dalla Russia entro il 2025,  e hanno pubblicato uno studio in cui individuano tre punti chiave che spiegano come rinunciare alla dipendenza dal gas russo.

Il primo punto riguarda l'energia rinnovabile, che entro il 2025 potrebbe essere in grado di sostituire due terzi delle attuali importazioni di gas russo, che possono essere ridotte del 66% grazie alla realizzazione del pacchetto UE "Fit for 55", il pacchetto di norme e azioni legislative per salvaguardare il clima e ridurre l’inquinamento, il cui scopo principale è ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990,  e a una maggiore diffusione dell'elettricità rinnovabile, dell'efficienza energetica e dell'elettrificazione.

Per quanto riguarda la questione delle nuove infrastrutture per l’importazione di gas non proveniente dalla Russia, di cui si sta discutendo molto nell’ultimo periodo, secondo lo studio non è necessario che vengano realizzate. La sicurezza dell'approvvigionamento e la riduzione della dipendenza europea dal gas russo non richiedono la costruzione di nuove infrastrutture di importazione del gas; al contrario, basterebbero 51 miliardi di metri cubi di importazioni di gas di origine alternativa tramite gli asset già esistenti ad oggi.

Infine, non c’è bisogno di ricorrere all'energia da combustibili fossili: le misure relative alle rinnovabili e alle importazioni non russe permetterebbero all'Unione Europea di ottenere la necessaria diminuzione della domanda di gas fossile senza rallentare la decarbonizzazione, che rimane uno degli obiettivi principali.

Lo studio introduce anche una serie di raccomandazioni utili per una più forte azione per l’indipendenza energetica dell’eurozona: i decisori politici dovranno investire di più nell’efficienza energetica per avere maggiore sicurezza energetica, e dovranno accelerare le iniziative per le energie rinnovabili e quelle previste dal pacchetto Fit for 55.

L’introduzione delle energie pulite e dell’elettrificazione dei sistemi energetici dovrà essere sostenuta da appositi programmi di investimento e contratti a lungo termine, in concomitanza con le e azioni per rendere la domanda del mercato dell’energia più flessibile. Le politiche controproducenti e le misure che continuano ad incentivare il consumo di gas devono essere eliminate, ed essere sostituire con azioni per arrivare a creare un sistema energetico pulito, soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento

Inoltre, dovranno essere chiarite le risorse messe a disposizione da RePowerEU, il piano appositamente messo a punto dall’Europa per affrontare la crisi energetica e per ridurre la dipendenza degli Stati membri dal gas proveniente dalla Russia, che prevede la diversificazione delle forniture di gas, l’aumento degli approvvigionamenti per il prossimo inverno, la creazione di una piattaforma per la vendita/stoccaggio comune di gas e l’aumento della produzione e delle importazione di biometano e idrogeno rinnovabile.

Queste iniziative dovranno anche far sì che la Commissione europea abbia un approccio più completo per quanto riguarda il monitoraggio dei progressi in campo energetico, e sia in grado di rispondere ai rischi relativi alla catena di approvvigionamento a basse emissioni di carbonio.

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