Speciale 124
La scelta delle soluzioni impiantistiche per gli impianti di climatizzazione
Articolo di Maurizio Cudicio

Terminali di erogazione: radiatori e sistemi radianti

Radiatori


I radiatori sono tra i terminali di erogazione più diffusi in ambito impiantistico e sono molto conosciuti e apprezzati per la loro versatilità. Sono terminali che possono esser utilizzati ovviamente solo per il riscaldamento e non per la climatizzazione estiva.

I radiatori sono terminali che, data l’enorme disponibilità di forme e colori, possono essere prodotti in acciaio, alluminio o ghisa e si integrano in maniera perfetta nel contesto architettonico ospitante, con ridotta limitazione nella disponibilità di spazi liberi per gli arredi e tempi di messa a regime ridotti. Per poter massimizzare l’efficacia di questo tipo di terminale vanno però tenute in considerazioni alcune semplici regole.

I radiatori infatti vanno installati garantendo una distanza dal pavimento compresa tra 10-12 cm, e una distanza dalla parete compresa tra 4-5 cm. Nel caso in cui sia necessario installare i radiatori in nicchie o vi siano elementi sporgenti quali mensole poste al di sopra del terminale, è opportuno garantire una distanza minima pari a 10 cm. Le diverse modalità installative e la collocazione dei radiatori richiedono l’adozione di alcuni fattori correttivi che considerino la riduzione della potenza resa. Tali fattori sono riportati nella tabella seguente.



Non ultimo, è necessario considerare le modalità di alimentazione del radiatore. Molto spesso infatti per problemi di spazio o per reti distributive esistenti che non possono essere modificate a causa di vincoli tecnici, si rende necessario alimentare i radiatori in modo diverso rispetto alle condizioni standard con cui i produttori testano i loro prodotti.
Nel caso in cui i radiatori siano alimentati dal basso come negli esempi riportati in figura 3, in base all’altezza del radiatore, vanno considerati i seguenti coefficienti correttivi F:
  • F = 1,00 per H radiatore < 1,20 m;
  • F = 0,97 – 0,95 per H radiatore compreso tra 1,20 e 1,80 m;
  • F = 0,95 – 0,90 per H > 1,80 m.



Sistemi radianti


Gli impianti radianti presenti oggi nel mercato sono di varie tipologie come da elenco seguente:
  • Impianti radianti a pavimento;
  • Impianti radianti a soffitto;
  • Impianti radianti a parete.
Va immediatamente evidenziato che i sistemi radianti sono elementi eccelsi per il riscaldamento invernale, mentre richiedono particolare attenzione se adottati per la climatizzazione estiva in quanto richiedono regolazioni e controlli precisi per evitare la condensazione superficiale degli elementi edilizi e soprattutto richiedono di essere supportati da sistemi che permettano il controllo dell’umidità interna ai locali.
 

Impianti radianti a pavimento

Gli impianti radianti a pavimento sono forse ad oggi gli impianti maggiormente conosciuti sia in ambito residenziale, che terziario o pubblico. Sono terminali ad elevata inerzia termica perché sfruttano la massa dell’elemento edilizio ospitante come elemento diffusivo termico.

Trova particolare applicazione soprattutto in quegli ambienti particolarmente alti, in quanto ambienti molto alti richiedono molta energia per garantire una condizione di benessere per gli occupanti o per le persone in transito. Scegliere di riscaldare un ambiente molto ampio ma soprattutto molto alto con un impianto a pannelli radianti a pavimento significa ridurre notevolmente i costi di gestione. Rispetto ad un impianto ad aria si possono ottenere risparmi di combustibile che possono raggiungere il 50%.

È un impianto a elevata inerzia termica, che conferisce al sistema il vantaggio di poter mantenere per medio/lunghi periodi il calore accumulato per rilasciarlo lentamente anche nei momenti in cui il sistema di generazione del vettore termico rimane spento o, per motivi ambientali, non risulta energeticamente efficiente il mantenimento in funzione. L’impianto radiante a pavimento garantisce la massima flessibilità architettonica, nessun tipo di rumore, nessun movimento di polvere, una limitata stratificazione dell’aria.
Sfruttando come radiatore l'intera superficie calpestabile, il sistema radiante a pavimento permette di operare a temperature molto basse e quindi di sfruttare al meglio sistemi di generazione innovativi come pompe di calore. Il calore trasmesso per irraggiamento dalla pavimentazione viene concentrato nelle aree di stazionamento dell’utilizzatore e non nei pressi per esempio del tetto, dove non ha nessuna utilità. Il sistema di riscaldamento a pavimento, rispetto ad un impianto ad aria che crea fenomeni di stratificazione, genera un gradiente termico pressoché lineare. Addirittura nella parte più alta della struttura la temperatura dell'aria tende a diminuire.  

I sistemi radianti possono essere alimentati ad acqua, ma esistono anche sistemi radianti di tipo elettrico, ancora poco diffusi in quanto soffrono delle elevate tariffe dell’energia elettrica, anche se hanno trovato nell’ultimo periodo un trend positivo anche grazie ai sistemi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Il riscaldamento a pavimento presenta in questo senso degli enormi vantaggi proprio per il fatto che è caratterizzato da una distribuzione omogenea del calore, quindi collabora a creare un ambiente estremamente confortevole.

Esistono inoltre soluzioni per il riscaldamento a pavimento applicate ai pavimenti flottanti, permettendo la diffusione di tali sistemi anche in ambito direzionale o, più in generale, nel settore terziario.
 

Impianti radianti a soffitto

Gli impianti radianti a soffitto trovano larga diffusione soprattutto in ambito di ristrutturazioni edilizie in quanto molto spesso, soprattutto in ambito civile, l’altezza interna netta dei locali è particolarmente generosa rispetto ai comuni 2,40 o 2,70 m richiesti dai normali regolamenti comunali.

Molto spesso non è possibile intervenire in modo invadente sulle pavimentazioni delle abitazioni o per motivi di costi complessivi da dover sostenere, o per problemi di altezze dei massetti o più in generale dei pacchetti di pavimentazione, o per questioni strutturali, legate ad eventuali e ulteriore pesi che andrebbero a gravare sui solai che non sono dimensionati per carichi aggiuntivi.

In tutte queste situazioni tornano molto interessanti gli impianti a soffitto che possono essere del tipo con finitura superficiale liscia in cartongesso rasato, o modulari a quadrotti, o elementi da controsoffitto per gli edifici diversi dal settore civile.

Nel caso dell’impianto radiante a soffitto con finitura liscia rasata, l’impianto è costituto da pannelli preformati costituiti da un pannello in cartongesso accoppiato a una lastra isolante. Le tubazioni si trovano annegate nel pannello in cantongesso in modo tale da ridurre al minimo l’inerzia termica e rendere l’impianto più reattivo alle mutazioni interne del locale.
 

Impianti radianti a parete

Gli impianti radianti a parete vengono utilizzati quando non sia possibile intervenire né sui pavimenti, né sui soffitti, o nei casi in cui l’intervento di riqualificazione preveda la coibentazione delle strutture opache verticali esterne, in quanto anche in questo caso le soluzioni adottabili sono le stesse previste e descritte in precedenza per i sistemi radianti a soffitto.

Anche in questo caso gli impianti possono essere realizzati o con pannelli in cartongesso accoppiati con pannelli coibenti, o con sistemi capillari annegati direttamente nell’intonaco. Nel primo caso è possibile integrare le pareti interessate anche con gli impianti elettrici, in quanto dietro al pannello è possibile fare passare cavidotti e installare cassette elettriche senza dover eseguire tracce sulle strutture edilizie.