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19.05.2022
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Arriva la tecnologia solare “notturna”, che sfrutta il calore radiante a infrarossi

Un team di ricerca della University of New South Wales di Sydney è riuscito a sviluppare una tecnologia in grado di generare energia elettrica dall'emissione di radiazioni termiche infrarosse

In Australia, la University of New South Wales di Sydney ha sviluppato una tecnologia solare “notturna”, in grado di fornire energia al buio: un grande salto per le energie rinnovabili, poiché grazie a questa ricerca si è scoperto come il calore infrarosso radiante del nostro pianeta può essere usato per generare elettricità anche dopo il tramonto del sole.

Il team di ricercatori della Scuola d’Ingegneria energetica fotovoltaica e rinnovabile è riuscito a generare elettricità dal calore irradiato come luce infrarossa, allo stesso modo in cui la Terra si raffredda irradiandosi nello spazio di notte. Per generare energia dall'emissione di luce infrarossa è stato utilizzato un dispositivo a semiconduttore chiamato diodo termoradiativo, utilizzato per la realizzazione degli occhiali per vedere di notte.

Trattandosi di una ricerca sperimentale, attualmente la quantità di energia generata è veramente poca, circa 100.000 volte inferiore a quella normalmente fornita da un pannello solare, ma i ricercatori sono molto fiduciosi, e sono convinti che in futuro si potranno ottenere risultati ben maggiori.

Il processo sfrutta l'energia solare che colpisce la Terra durante il giorno sotto forma di luce solare e riscalda il pianeta: di notte, questa stessa energia si irradia nel vasto e freddo vuoto dello spazio esterno sotto forma di luce infrarossa, econ il diodo termoradiativo sviluppato è possibile generare elettricità sfruttando questo processo.

“Allo stesso modo in cui una cella solare può generare elettricità assorbendo la luce solare emessa da un sole molto caldo, il diodo termoradiativo genera elettricità emettendo luce infrarossa in un ambiente più freddo. In entrambi i casi è la differenza di temperatura che ci permette di generare elettricità” spiega il prof. Ekins-Daukes, capo del team di ricerca.

Che è particolarmente entusiasta del risultato ottenuto da questa ricerca, a tal punto da arrivare a paragonarla a quella che negli anni ’50 ha mostrato nella pratica la prima cella solare, una tecnologia che all’epoca aveva un’efficienza del 20%, ma che oggi è in grado di convertire circa il 23% della luce solare in energia elettrica. 

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