Focus Rinnovabili

19.09.2025

Solare e biomassa insieme: i vantaggi dei sistemi combi e gli incentivi disponibili

I sistemi combi solare-biomassa uniscono collettori solari e caldaie a pellet o legna: risparmi fino al 40%, incentivi disponibili e criticità da considerare.

Fonte dell'immagine: qualenergia.it

 

Per ridurre consumi ed emissioni, una delle soluzioni più interessanti è il sistema combi solare-biomassa, che unisce pannelli solari termici e generatori a legna, pellet o cippato. Questa combinazione permette di produrre acqua calda sanitaria e riscaldamento sfruttando due fonti rinnovabili, con risparmi anche significativi in bolletta. Secondo QualEnergia, il risparmio può arrivare fino al 40%, soprattutto negli edifici ben isolati e con un uso costante di acqua calda. Restano però alcuni ostacoli: costi iniziali elevati, complessità di installazione e incentivi che non sempre coprono l’investimento.

 

Come funziona un impianto combi solare-biomassa

Il sistema è composto da quattro elementi principali:

  1. Pannelli solari termici
  2. Un serbatoio di accumulo (puffer)
  3. Una caldaia a biomassa
  4. Un sistema di regolazione

In estate e nelle mezze stagioni i pannelli solari coprono gran parte del fabbisogno di acqua calda sanitaria, mentre nei mesi invernali la biomassa interviene a integrare il calore mancante. Il puffer stratificato permette di gestire temperature diverse e ridurre gli sprechi, facendo lavorare il solare quando possibile e accendendo la caldaia solo se necessario. Con un puffer da 350-500 litri e 2 collettori solari da 4-5 m², una famiglia di 3-4 persone può coprire buona parte del proprio fabbisogno di acqua calda.

 

I benefici concreti e le innovazioni recenti

Negli ultimi anni i sistemi combi hanno fatto un salto tecnologico grazie a centraline di controllo più evolute, capaci di regolare al meglio il passaggio tra solare e biomassa. Questo consente di limitare gli accendimenti della caldaia e di sfruttare al massimo l’energia solare disponibile. I vantaggi principali sono il taglio delle bollette energetiche, la riduzione delle emissioni di CO₂ e una maggiore autonomia dai combustibili fossili. Gli studi parlano di risparmi fino al 40%, anche se i risultati dipendono dalla zona climatica, dal combustibile sostituito (GPL e gasolio portano i benefici maggiori) e dal livello di isolamento dell’edificio.

 

Incentivi e ostacoli da superare

Chi sceglie un sistema combi può accedere al Conto Termico o a contributi regionali, che aiutano a coprire parte dell’investimento. Tuttavia, il costo iniziale resta più alto rispetto a un impianto tradizionale e richiede un dimensionamento accurato per funzionare bene. Tra gli ostacoli ci sono anche la scarsa conoscenza tecnica diffusa, la qualità del combustibile biomassa e le procedure autorizzative non sempre semplici. Per favorire la diffusione servirebbero incentivi più mirati e maggiore informazione sia per i progettisti che per gli utenti finali.

 

Quando conviene davvero

I sistemi combi sono particolarmente interessanti per le abitazioni in cui il combustibile fossile di partenza è costoso, come GPL o gasolio. Sono vantaggiosi anche quando la casa è ben isolata e la domanda di acqua calda sanitaria è alta durante tutto l’anno. Al contrario, se l’edificio ha scarso isolamento o richiede alte temperature di mandata, può risultare più conveniente valutare altre soluzioni come le pompe di calore. In ogni caso, la progettazione personalizzata è fondamentale per sfruttare appieno i vantaggi del sistema.

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