Filiera legno-energia: il legno italiano come pilastro della sicurezza e decarbonizzazione
AIEL propone di portare al 2030 l’energia termica da biomasse legnose a 10,7 Mtep, evitando 9 mld mc di gas, e chiede governance, fiscalità agevolata e incentivi impiantistici

Secondo AIEL, puntare sulle biomasse legnose potrebbe ridurre le importazioni di gas in Italia di oltre 9 miliardi di metri cubi l’anno, pari al 43% del gas usato per il riscaldamento domestico. Il nuovo documento strategico “Riscaldare l’Italia senza fossili grazie alle biomasse legnose” propone di portare la produzione di energia termica da bioenergia a 16,5 Mtep entro il 2030, di cui 10,7 Mtep da biomasse legnose, numeri ben superiori ai 7,4 Mtep previsti dal Pniec. La filiera legno-energia è composta da 14.000 aziende, genera oltre 4 miliardi di euro e impiega più di 72.000 persone: è una risorsa strategica per la transizione energetica nazionale e la valorizzazione del territorio.
Il contributo atteso e la potenza della filiera
AIEL stima che entro il 2030 si potrebbero raggiungere 16,5 Mtep di energia termica da bioenergia, con 10,7 Mtep provenienti da biomasse legnose. Questi valori superano nettamente i 7,4 Mtep attualmente previsti dal Pniec, e includono 3,5 Mtep derivanti da gestione forestale sostenibile basata sull’approccio a cascata e 5 Mtep da potature agricole e biomasse fuori foresta, oggi poco valorizzate. Le foreste italiane coprono quasi il 40% del territorio, ma solo il 15,3% è gestito attivamente, mentre il prelievo legnoso varia tra il 18% e il 37% dell’incremento annuo. Investire nella filiera legno-energia significa dunque sviluppare un modello energetico autonomo, distribuire valore sul territorio e puntare sulla sostenibilità.
Fonte immagine: Qualeenergia.it
Occupazione, economia locale e circolarità
La filiera legno-energia conta oltre 14.000 imprese, con 72.000 occupati e un fatturato superiore a 4 miliardi di euro. Un tessuto produttivo diffuso sul territorio, spesso localizzato nelle aree rurali e fragili, dove la filiera legno-energia ha un impatto positivo anche sul presidio socio-economico. Le imprese italiane restano protagoniste in Europa nel settore delle tecnologie per le biomasse: sostenere questa filiera significa promuovere occupazione di qualità, mantenere vitali le economie locali e valorizzare il Made in Italy.
Politiche richieste per abilitare la transizione
Per attuare questo potenziale, AIEL chiede tre misure concrete:
- l’istituzione di un Tavolo Interministeriale Permanente tra MASE, MIPAAF e Ministero delle Imprese per coordinare politiche energetiche, forestali e industriali;
- il riconoscimento di 16,5 Mtep da biomasse nel testo del Pniec aggiornato;
- il consolidamento dell’IVA al 10% sul pellet e incentivi per il ricambio tecnologico verso apparecchi a basse emissioni (classi 5 stelle o pompe di calore ibride), specialmente nelle aree più inquinate come la Pianura Padana.
Questi interventi puntano a rafforzare governance, qualità tecnologica e filiere locali, con effetti positivi su efficienza energetica, aria e occupazione.
Il quadro in sintesi
La filiera legno-energia emerge come risorsa strategica per la sicurezza energetica, l’autonomia territoriale e la decarbonizzazione del riscaldamento. Con un potenziale tecnico di 10,7 Mtep da biomasse legnose e una rete produttiva consolidata, l’Italia ha la base per trasformare il settore. Chi progetta soluzioni di calore rinnovabile, politiche pubbliche o sviluppo territoriale troverà in questa filiera una leva concreta, sostenibile e integrata per avanzare verso gli obiettivi climatici.
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