IRENA: nel 2024 il 91% dei nuovi progetti è più economico del fossile
IRENA: nel 2024 il 91% dei nuovi progetti rinnovabili è più economico dei fossili; PV a 0,043$/kWh, eolico onshore a 0,034$/kWh. Reti e costo del capitale restano il nodo.

Nel 2024, le rinnovabili hanno consolidato la leadership di costo nel mercato elettrico globale: il 91% dei nuovi progetti è risultato più conveniente rispetto alle alternative a combustibili fossili. Il nuovo rapporto IRENA sui costi della generazione elettrica conferma fotovoltaico ed eolico onshore come tecnologie “price leader”, con valori medi del costo livellato dell’energia (LCOE) rispettivamente a 0,043 $/kWh e 0,034 $/kWh. L’espansione di 582 GW di nuova capacità rinnovabile ha evitato consumi fossili per 57 miliardi di dollari in un solo anno, mentre i risparmi complessivi legati alle rinnovabili in esercizio hanno raggiunto fino a 467 miliardi. Benefici evidenti, che tuttavia richiedono reti più robuste e capitali accessibili.
Perché vincono i conti: il quadro globale dei costi
L’analisi IRENA certifica che il vantaggio competitivo delle rinnovabili non è episodico ma strutturale: innovazione tecnologica, supply chain mature ed economie di scala hanno spinto in basso i costi, con l’eolico onshore che resta la fonte più economica per nuova potenza e il fotovoltaico subito a ridosso. Nel 2024, PV a 0,043 $/kWh e eolico onshore a 0,034 $/kWh hanno sopravanzato le opzioni fossili più economiche, riducendo al contempo l’esposizione alla volatilità dei combustibili internazionali e migliorando la sicurezza energetica. Il dato più netto è che 9 progetti su 10 battono i fossili sul prezzo; inoltre, l’aggiunta di 582 GW ha tradotto il vantaggio di costo in 57 miliardi di dollari di combustibili fossili evitati nel 2024. Considerando tutte le rinnovabili in esercizio, i costi fossili evitati arrivano fino a 467 miliardi, segno che il business case “clean” è oggi più solido che mai.
Le sfide da risolvere: reti, capitali e differenze regionali
Il percorso non è privo di ostacoli. IRENA segnala rischi di breve periodo legati a tensioni geopolitiche, dazi e colli di bottiglia nelle materie prime, che possono temporaneamente rialzare i costi. In Europa e Nord America pesano permessi lenti, capacità di rete limitata e costi BOS; al contrario, Asia, Africa e Sud America potrebbero vedere cali più marcati grazie a tassi di apprendimento elevati.
Ancora più incisivo è il tema del costo del capitale: IRENA ipotizza un costo medio del 3,8% in Europa contro il 12% in Africa, differenziale che gonfia l’LCOE nei mercati emergenti. La priorità diventa quindi sbloccare connessioni di rete, accelerare l’iter autorizzativo e ridurre il costo della finanza con PPAs bancabili e policy stabili. Un aiuto arriva anche dallo storage: i sistemi BESS utility-scale hanno ridotto i costi del 93% dal 2010 (fino a 192 $/kWh nel 2024), facilitando l’integrazione di eolico e solare.
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