Speciale 96
Confronto tra diversi sistemi di incentivazione: dal conto termico ai certificati bianchi
Alcuni contenuti di questo speciale:
Intervista
Risparmio energetico e incentivi
Non solo risparmio economico, ma anche risparmio in termini di energia primaria e forti investimenti da parte dei contribuenti. I diversi sistemi di incentivazione, negli anni, hanno portato a notevoli benefici sotto diversi punti di vista.
Per conoscere in modo più dettagliato l’argomento, e per avere una visione globale del mondo dell’efficienza energetica, considerando anche i soggetti coinvolti e le variabili in gioco, abbiamo intervistato il Dr Alessandro Federici, responsabile del servizio Monitoraggio e supporto alle politiche di efficienza energetica dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA
Dottor Federici, quali sono, negli anni, gli incentivi che hanno restituito i risultati migliori, e per quale motivo?
«Entrambi i meccanismi di incentivazione di “lunga data“ dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE, noti anche come Certificati Bianchi) e delle Detrazioni Fiscali hanno fornito degli ottimi risultati, non soltanto in termini di risparmi energetici conseguiti, ma anche di sviluppo di mercati e occupazione.
Gli interventi incentivati attraverso i TEE ci hanno assicurato dal 2005 al 2013 quasi 5 Mtep/anno di risparmio in energia primaria e, dal 2007, oltre due milioni di contribuenti hanno investito più di 22 miliardi di euro nella riqualificazione energetica della propria abitazione all’insegna dell’efficienza.
Un percorso virtuoso che ci rende parte attiva della politica comunitaria per l’ambiente e l’energia e ci pone tra i Paesi più attivi, soprattutto in termini di costi-benefici delle azioni messe in campo.
Non a caso, il meccanismo dei Certificati Bianchi costituisce attualmente il regime obbligatorio di efficienza energetica previsto dalla Direttiva sull’Efficienza Energetica (Direttiva 2012/27/UE) per garantire che i distributori di energia raggiungano determinati obiettivi annuali di risparmio energetico: sono diversi i Paesi UE che guardano con interesse a tale schema per adottarlo anche al loro interno.
Il meccanismo delle detrazioni fiscali, grazie alla capillare diffusione sul territorio, è stato menzionato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia nel suo Energy Efficiency Market Report tra le best-practice implementate a livello internazionale, anche per il ruolo giocato nella diffusione di una cultura dell’efficienza energetica, in particolare tra le nuove generazioni.
Da notare come, negli ultimi anni, il settore delle costruzioni ha beneficiato dell’apporto positivo del comparto della manutenzione edilizia (ordinaria, ma soprattutto straordinaria), che ha mitigato gli effetti della perdurante crisi economica: i due terzi del valore cumulato della produzione del settore delle costruzioni è attualmente riconducibile ad interventi di manutenzione sul patrimonio esistente. Gli investimenti attivati nel 2013 che hanno usufruito delle detrazioni per interventi di riqualificazione energetica sono pari circa 4 miliardi, cui corrispondono circa 40.000 occupati diretti e 60.000 complessivi (compreso l’indotto)».
Quali sono invece, secondo lei, le tecnologie più promettenti in ambito risparmio energetico?
«Grazie al ruolo di organismo tecnico che ricopre all’interno della gestione dei vari meccanismi di incentivazione, l’ENEA dispone di un osservatorio privilegiato sulle dinamiche di mercato dell’efficienza energetica, in particolare rispetto alla penetrazione delle tecnologie nei vari settori di uso finale.
Per il settore industriale, sebbene l’analisi delle tecnologie efficienti sia un compito sempre difficile e intrinsecamente parziale, nell’ambito dei servizi di stabilimento gli interventi di efficienza energetica sono abbastanza ben codificati, e costituiscono opportunità di risparmio energetico disponibili per qualunque branca produttiva. Per interventi inerenti il processo produttivo è molto più difficile la tipizzazione, data la loro vastità, così come le relative impiantistiche e le corrispondenti modalità gestionali. Per un approfondimento rimando alle Guide Operative settoriali per l’ottenimento dei Certificati Bianchi redatte dall’ENEA, che mirano a fornire un quadro dei principali interventi di razionalizzazione energetica realizzabili settore per settore.
Volendo comunque citare qualche dato, secondo l’ultimo rapporto sui Certificati Bianchi pubblicato dal GSE, nel 2014 i principali interventi incentivati nel settore industriale hanno riguardato la generazione e recupero di calore per raffreddamento, essicazione, cottura, fusione. Per il settore civile, sono stati numerosi gli interventi relativi alla generazione di calore/freddo per la climatizzazione e per la produzione di acqua calda sanitaria, nonché quelli sull’involucro edilizio, finalizzati alla riduzione del fabbisogno di energia per la climatizzazione.
Nell’ambito delle detrazioni fiscali, da sempre gli interventi complessi sull’involucro rappresentano la categoria di progetto che presenta i migliori risultati in termini di costo-efficacia.
Permettetemi tuttavia di sottolineare come, al momento, la partita per “aggredire” il potenziale ancora inespresso non si giochi più tanto sulle tecnologie in sé, ormai mature e ampiamente disponibili sui mercati, quanto sugli strumenti (in particolare di natura finanziaria) in grado di ridurre la differenza tra i progetti “desiderabili” e quelli effettivamente implementati. La vera sfida è, per l’appunto, il cosiddetto efficiency gap.
Per le tecnologie di uso finale, il passo successivo è quello di adottare da parte degli utenti dei comportamenti consapevoli e proattivi in grado di rendere effettivo il risparmio potenziale derivante dall’adozione delle tecnologie. A tal proposito, ricordo come l’Articolo 2 della citata Direttiva 2012/27/UE definisca il “miglioramento dell'efficienza energetica“ come “l'incremento dell'efficienza energetica risultante da cambiamenti tecnologici, comportamentali e/o economici“».
Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo di impianti di cogenerazione e quali, di conseguenza, gli esiti positivi in termini di risparmi e impatto ambientale?
«Dal punto di vista tecnico, la cogenerazione permette la produzione combinata di elettricità e calore con un risparmio di energia primaria da fonte fossile notevole, rispetto a quella necessaria per la produzione della stessa energia attraverso due processi separati. Di conseguenza, anche l’impatto in termini di risparmio economico e emissioni climalteranti evitate è significativo, soprattutto nel caso della Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR).
A tal proposito, per l’incentivazione della CAR (decreto 5 Settembre 2011) anche i TEE relativi a tale tecnologia (quelli etichettati come TEE II CAR) possono essere scambiati sul mercato dei titoli (oppure richiederne il ritiro da parte del GSE ad un prezzo stabilito)».

Per conoscere in modo più dettagliato l’argomento, e per avere una visione globale del mondo dell’efficienza energetica, considerando anche i soggetti coinvolti e le variabili in gioco, abbiamo intervistato il Dr Alessandro Federici, responsabile del servizio Monitoraggio e supporto alle politiche di efficienza energetica dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA
Dottor Federici, quali sono, negli anni, gli incentivi che hanno restituito i risultati migliori, e per quale motivo?
«Entrambi i meccanismi di incentivazione di “lunga data“ dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE, noti anche come Certificati Bianchi) e delle Detrazioni Fiscali hanno fornito degli ottimi risultati, non soltanto in termini di risparmi energetici conseguiti, ma anche di sviluppo di mercati e occupazione.
Gli interventi incentivati attraverso i TEE ci hanno assicurato dal 2005 al 2013 quasi 5 Mtep/anno di risparmio in energia primaria e, dal 2007, oltre due milioni di contribuenti hanno investito più di 22 miliardi di euro nella riqualificazione energetica della propria abitazione all’insegna dell’efficienza.
Un percorso virtuoso che ci rende parte attiva della politica comunitaria per l’ambiente e l’energia e ci pone tra i Paesi più attivi, soprattutto in termini di costi-benefici delle azioni messe in campo.
Non a caso, il meccanismo dei Certificati Bianchi costituisce attualmente il regime obbligatorio di efficienza energetica previsto dalla Direttiva sull’Efficienza Energetica (Direttiva 2012/27/UE) per garantire che i distributori di energia raggiungano determinati obiettivi annuali di risparmio energetico: sono diversi i Paesi UE che guardano con interesse a tale schema per adottarlo anche al loro interno.
Il meccanismo delle detrazioni fiscali, grazie alla capillare diffusione sul territorio, è stato menzionato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia nel suo Energy Efficiency Market Report tra le best-practice implementate a livello internazionale, anche per il ruolo giocato nella diffusione di una cultura dell’efficienza energetica, in particolare tra le nuove generazioni.
Da notare come, negli ultimi anni, il settore delle costruzioni ha beneficiato dell’apporto positivo del comparto della manutenzione edilizia (ordinaria, ma soprattutto straordinaria), che ha mitigato gli effetti della perdurante crisi economica: i due terzi del valore cumulato della produzione del settore delle costruzioni è attualmente riconducibile ad interventi di manutenzione sul patrimonio esistente. Gli investimenti attivati nel 2013 che hanno usufruito delle detrazioni per interventi di riqualificazione energetica sono pari circa 4 miliardi, cui corrispondono circa 40.000 occupati diretti e 60.000 complessivi (compreso l’indotto)».
Quali sono invece, secondo lei, le tecnologie più promettenti in ambito risparmio energetico?
«Grazie al ruolo di organismo tecnico che ricopre all’interno della gestione dei vari meccanismi di incentivazione, l’ENEA dispone di un osservatorio privilegiato sulle dinamiche di mercato dell’efficienza energetica, in particolare rispetto alla penetrazione delle tecnologie nei vari settori di uso finale.
Per il settore industriale, sebbene l’analisi delle tecnologie efficienti sia un compito sempre difficile e intrinsecamente parziale, nell’ambito dei servizi di stabilimento gli interventi di efficienza energetica sono abbastanza ben codificati, e costituiscono opportunità di risparmio energetico disponibili per qualunque branca produttiva. Per interventi inerenti il processo produttivo è molto più difficile la tipizzazione, data la loro vastità, così come le relative impiantistiche e le corrispondenti modalità gestionali. Per un approfondimento rimando alle Guide Operative settoriali per l’ottenimento dei Certificati Bianchi redatte dall’ENEA, che mirano a fornire un quadro dei principali interventi di razionalizzazione energetica realizzabili settore per settore.
Volendo comunque citare qualche dato, secondo l’ultimo rapporto sui Certificati Bianchi pubblicato dal GSE, nel 2014 i principali interventi incentivati nel settore industriale hanno riguardato la generazione e recupero di calore per raffreddamento, essicazione, cottura, fusione. Per il settore civile, sono stati numerosi gli interventi relativi alla generazione di calore/freddo per la climatizzazione e per la produzione di acqua calda sanitaria, nonché quelli sull’involucro edilizio, finalizzati alla riduzione del fabbisogno di energia per la climatizzazione.
Nell’ambito delle detrazioni fiscali, da sempre gli interventi complessi sull’involucro rappresentano la categoria di progetto che presenta i migliori risultati in termini di costo-efficacia.
Permettetemi tuttavia di sottolineare come, al momento, la partita per “aggredire” il potenziale ancora inespresso non si giochi più tanto sulle tecnologie in sé, ormai mature e ampiamente disponibili sui mercati, quanto sugli strumenti (in particolare di natura finanziaria) in grado di ridurre la differenza tra i progetti “desiderabili” e quelli effettivamente implementati. La vera sfida è, per l’appunto, il cosiddetto efficiency gap.
Per le tecnologie di uso finale, il passo successivo è quello di adottare da parte degli utenti dei comportamenti consapevoli e proattivi in grado di rendere effettivo il risparmio potenziale derivante dall’adozione delle tecnologie. A tal proposito, ricordo come l’Articolo 2 della citata Direttiva 2012/27/UE definisca il “miglioramento dell'efficienza energetica“ come “l'incremento dell'efficienza energetica risultante da cambiamenti tecnologici, comportamentali e/o economici“».
Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo di impianti di cogenerazione e quali, di conseguenza, gli esiti positivi in termini di risparmi e impatto ambientale?
«Dal punto di vista tecnico, la cogenerazione permette la produzione combinata di elettricità e calore con un risparmio di energia primaria da fonte fossile notevole, rispetto a quella necessaria per la produzione della stessa energia attraverso due processi separati. Di conseguenza, anche l’impatto in termini di risparmio economico e emissioni climalteranti evitate è significativo, soprattutto nel caso della Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR).
A tal proposito, per l’incentivazione della CAR (decreto 5 Settembre 2011) anche i TEE relativi a tale tecnologia (quelli etichettati come TEE II CAR) possono essere scambiati sul mercato dei titoli (oppure richiederne il ritiro da parte del GSE ad un prezzo stabilito)».
