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12.05.2025

Pompe di calore: la chiave per abbandonare il gas russo e rafforzare la sicurezza energetica dell’UE

Con 14 milioni di nuove pompe di calore, l’UE potrebbe tagliare drasticamente la dipendenza dal gas russo per il riscaldamento. EHPA chiede politiche stabili e investimenti mirati.

Un’adozione mirata delle pompe di calore potrebbe rappresentare una svolta strategica per l’indipendenza energetica dell’UE. 

Secondo l’Associazione Europea delle Pompe di Calore (EHPA), la sostituzione del 7% delle caldaie alimentate a combustibili fossili con pompe di calore – circa 14 milioni di abitazioni – consentirebbe di risparmiare fino a 13 miliardi di metri cubi di gas naturale, equivalente alla quota oggi importata dalla Russia per soddisfare il fabbisogno domestico legato al riscaldamento e all’acqua calda.

Un cambiamento che va ben oltre l’efficienza, contribuendo a un sistema energetico più stabile, sostenibile e meno esposto a dinamiche geopolitiche.

Una transizione energetica ad alto impatto

Alla fine del 2024, il numero complessivo di pompe di calore installate nelle abitazioni europee ha raggiunto i 26 milioni. L’installazione di ulteriori 14 milioni porterebbe a un incremento del 55%, con un impatto diretto sulla riduzione delle importazioni di gas fossile.

Secondo le stime dell’EHPA, nel 2024 queste tecnologie hanno già evitato l’utilizzo di 24 miliardi di metri cubi di gas. L’obiettivo dell’UE è ambizioso ma concreto: raggiungere i 60 milioni di pompe di calore entro il 2030.

Questi sistemi rappresentano una delle soluzioni più efficienti attualmente disponibili. Una pompa di calore può essere fino a 5 volte più efficiente di una caldaia tradizionale, poiché sfrutta fonti rinnovabili e utilizza solo una minima parte del mix elettrico nazionale, riducendo così le emissioni legate alla produzione di energia.

Secondo la Commissione europea, un’accelerazione nella diffusione di queste tecnologie, affiancata a interventi per l’efficientamento energetico degli edifici, potrebbe tradursi in un risparmio economico stimato in 60 miliardi di euro grazie alla minore dipendenza da fonti fossili importate.

Politiche stabili e filiera industriale in crescita

Affinchè questa transizione possa realizzarsi in modo efficace, è fondamentale garantire un quadro normativo stabile e orientato al lungo termine. L’EHPA ha lanciato un appello ai governi europea al fine di attuare integralmente la strategia del Green Deal e si acceleri l’introduzione del nuovo Sistema ETS 2, che attribuirà un prezzo alle emissioni di carbonio nel settore del riscaldamento e dei trasporti.

Il Fondo Sociale per il Clima, legato a questa misura, metterà a disposizione fino a 65 miliardi di euro per incentivare tecnologie pulite come le pompe di calore.

Oltre agli effetti ambientali, la diffusione di questi sistemi ha un impatto diretto sull’economia europea. Attualmente, sono attivi più di 300 siti produttivi dedicati alla realizzazione di pompe di calore e dei loro componenti, e il comparto genera oltre 416.000 poti di lavoro diretti e indiretti.

Gli investimenti nella produzione, nella ricerca e nella formazione professionale rafforzano la competitività dell’industria europea e consolidano la leadership tecnologica nel campo del riscaldamento sostenibile.

Il tema resta al centro dell’agenda energetica europea, come dimostra anche il dibattito ospitato al Parlamento europeo dall’eurodeputato Thomas Pellerin-Carlin, dove è stato evidenziato il ruolo dell’elettrificazione del riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo e dal GNL statunitense.

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