Petrolio al 2030: mercati in trasformazione tra nuove rotte dell’offerta e calo della domanda
L'AIE prevede un mercato petrolifero ben fornito fino al 2030, ma segnato da nuovi equilibri e vulnerabilità geopolitiche.

Secondo le ultime prospettive a medio termine dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’equilibrio tra offerta e domanda di petrolio subirà profondi cambiamenti nei prossimi anni. L’incremento produttivo – spinto da nuovi liquidi non grezzi e dallo sviluppo di risorse ricche di gas – supererà ampiamente la crescita della domanda globale, che rallenta anche a causa dell’avanzata dei veicoli elettrici.
A influenzare le dinamiche del settore saranno anche l’evoluzione della domanda petrolchimica, il nuovo ruolo della Cina e il rallentamento degli investimenti in Nord America. Il risultato sarà un mercato più che approvvigionato da qui al 2030, ma ancora vulnerabile alle tensioni geopolitiche.
Domanda globale in trasformazione: EV, gas e strategie energetiche
Le previsioni dell’IEA indicano che la domanda globale di petrolio crescerà di 2,5 milioni di barili al giorno tra il 2024 e il 2030, raggiungendo i 105,5 milioni di barili quotidiani a fine decennio. Tuttavia, il trend evidenzia una forte trasformazione nei driver del consumo: la Cina, storicamente traino della domanda, potrebbe raggiungere il suo picco già nel 2027, complice il boom dei veicoli elettrici, la diffusione dei treni ad alta velocità e l’utilizzo crescente di mezzi alimentati a gas naturale e le fonti rinnovabili per la generazione elettrica, con effetti diretti sulla domanda energetica.
In parallelo, la mobilità elettrica gioca un ruolo chiave nel frenare la domanda: nel 2024 sono stati venduti 17 milioni di veicoli elettrici e il 2025 potrebbe superare quota 20 milioni. Complessivamente, i veicoli elettrici contribuiranno a eliminare 5,4 milioni di barili al giorno dalla domanda globale entro il 2030.
Produzione in espansione, ma cambia il baricentro dell’offerta
L’offerta globale di petrolio, secondo l’IEA, aumenterà di oltre 5 milioni di barili al giorno entro il 2030, arrivando a toccare i 114,7 milioni. A trainare questa espansione non saranno però tanto i tradizionali greggi quanto i liquidi a gas naturale e altri prodotti non grezzi, sempre più richiesti dal settore petrolchimico.
Gli Stati Uniti resteranno il principale contributore alla crescita dell’offerta non-OPEC, seppur con ritmi più lenti rispetto al passato: le imprese puntano ora su una maggiore disciplina finanziaria.
L’espansione produttiva coinvolgerà anche Canada, Brasile, Guyana e Argentina, sufficienti – secondo l’IEA – a soddisfare la crescita della domanda.
L’OPEC+, dal canto suo, sta allentando progressivamente i tagli alla produzione. Tuttavia, la capacità globale di raffinazione sembra destinata a superare la domanda di prodotti raffinati entro la fine del decennio, aprendo la strada a possibili chiusure di impianti. Mentre l’industria petrolchimica assorbirà 1 barile su 6, il petrolio destinato ai combustibili fossili potrebbe raggiungere il picco già nel 2027.
Focus Correlati


