Fonti rinnovabili e occupazione: primeggia il solare fotovoltaico nel sud-est asiatico
Come sta evolvendo l’occupazione nelle energie rinnovabili? Il solare fotovoltaico continua a creare sempre più posti di lavoro e impiega anche molte donne

L’occupazione nelle energie rinnovabili continua a crescere prosperosa: secondo i dati del report pubblicato da IRENA, l’agenzia internazionale delle energie rinnovabili, i posti di lavoro in questo settore nel 2021 hanno raggiunto 12,7 milioni di lavoratori a livello globale. Ben 700.000 nuove risorse impiegate rispetto a prima, nonostante gli effetti del covid e la crisi di questi ultimi due anni.
Le dinamiche di mercato sembrano essere i fattori che influenzano maggiormente la creazione di posti di lavoro nel settore delle rinnovabili, insieme alla manodopera e ad altri costi.
Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA, ha dichiarato: “Di fronte a numerose sfide, i posti di lavoro nelle energie rinnovabili rimangono resilienti e si sono rivelati un motore affidabile per la creazione di posti di lavoro. Il mio consiglio ai governi di tutto il mondo è di perseguire politiche industriali che incoraggino l'espansione di posti di lavoro dignitosi nelle energie rinnovabili a casa. Stimolare una catena del valore domestica non solo creerà opportunità commerciali e nuovi posti di lavoro per le persone e le comunità locali. Rafforza inoltre l'affidabilità della catena di approvvigionamento e contribuisce a una maggiore sicurezza energetica in generale".
E bisogna dire che molti paesi stanno seguendo il consiglio del Direttore La Camera.
Primi tra tutti quelli del sud-est asiatico, dove molte zone stanno diventando importanti centri di produzione di energia solare fotovoltaica e di biocarburanti: quasi due terzi dei posti di lavoro nelle rinnovabili, infatti, si trovano in Asia, con la Cina che da sola ne rappresenta il 42%. La Cina è anche il principale produttore e installatore di pannello solari fotovoltaici, che da tempo sta puntando molto anche nel campo dell’eolico offshore.
Un più modesto 10% è rappresentato dall’Unione Europea, che è responsabile di circa il 40% della produzione eolica mondiale e sta cercando di ricostruire un’industria manifatturiera per il solare fotovoltaico, e dal Brasile, che primeggia principalmente nel campo dei biocarburanti ma che a poco a poco sta cercando di aumentare anche le attività per l’eolico e il solare fotovoltaico.
Seguono poi Stati Uniti e India, con una percentuale di occupazione nel campo delle energie rinnovabili pari al 7% per entrambi i paesi.
Quello dell’energia solare è il segmento delle energie rinnovabili che lavorativamente parlando è cresciuto di più: nel 2021 l’industria fotovoltaica ha impiegato 4,3 milioni di persone, pari a un terzo di tutte quelle attive a livello mondiale nel settore delle rinnovabili.
Occupazione e rinnovabili: migliorano la qualità del lavoro e l’inclusività
Un aspetto fondamentale dell’occupazione nel settore delle energie rinnovabili è l’attenzione sempre maggiore che viene data alla qualità dei posti di lavoro e alle condizioni di lavoro. E anche alla parità di genere, in quanto sta crescendo notevolmente anche la quota di donne impiegate in questo campo.
Tra le energie rinnovabili, il solare fotovoltaico è il settore che a livello globale impegna più lavoratori, sia per quanto riguarda il numero totale di risorse che per la parità di genere.
Il 40% di queste sono donne, una percentuale che rappresenta quasi il doppio di quelle che lavorano nel campo dell’eolico (21%) e in quello del gas e del petrolio (22%).
Un chiaro segnale che, oltre agli obiettivi economici ed energetici, il mondo si sta muovendo nella direzione giusta anche per quanto riguarda le politiche occupazionali che garantiscano valore interno e pari opportunità.
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