Articolo di Arch. Simone Michelotto

Il ruolo della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici EPBD nella progettazione sostenibile degli edifici

Sin dal Protocollo di Kyoto del 1997, l’Unione Europea prevede per gli stati membri un insieme di misure vincolanti finalizzate alla riduzione delle emissioni di elementi inquinanti maggiormente responsabili dell’effetto serra. Con le direttive EPBD “Energy Performance Building Directive” l’UE sta emanando prescrizioni volte al conseguimento di determinate mete scaglionate nel tempo verso il fine ultimo della decarbonizzazione; la prima è stata la 2002/91/CE, in seguito sostituita dalla EPBD recast 2010/31/UE; la più recente, ad oggi in vigore, è la direttiva 2018/844 la quale pone, tra gli altri, i seguenti obiettivi entro il 2030:

  • Migliorare le strategie di riqualificazione degli immobili al fine di rinnovare il parco edilizio ed incentivare i nZEB (nearly Zero Energy buildings);
  • Rafforzare la componente finanziaria ed incentivare gli investimenti, da parte di privati, per il recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • Innalzare le soglie prestazionali relative ai sistemi di climatizzazione degli edifici promuovendo i sistemi automatici di regolazione, monitoraggio e controllo (BMS).

 

Tali direttive hanno inoltre introdotto il concetto di diagnosi energetica, definita come “la procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o di un gruppo di edifici, al fine di individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici”.

 

La più recente proposta di revisione della EPBD è di Ottobre 2022, attualmente al vaglio del parlamento europeo, dovrebbe andare ad aggiornare il Fit for 55 ossia l’insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE relativamente all'obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e che mira a portare l’UE sulla strada della neutralità climatica entro il 2050.

 

Creare Zero Energy Buildings

Le nuove disposizioni puntano entro il 2030 a edificare solo ZEB (Zero Energy Buildings), termine anticipato al 2027 per gli edifici pubblici di nuova costruzione; per gli edifici esistenti è prevista l’introduzione da parte degli stati membri di soglie minime prestazionali riguardanti la quantità di energia primaria massima per mq/anno che questi potranno utilizzare. La proposta fa una distinguo tra edifici esistenti non residenziali, con la riduzione in un primo step di almeno il 15% entro il 2030 e in uno step successivo di almeno il 25% entro il 2034 del consumo di energia primaria rispetto al consumo energetico del parco immobiliare nazionale al 1° Gennaio 2020, ed edifici esistenti residenziali per i quali gli Stati membri hanno concordato di fissare standard minimi di prestazione energetica basati su una traiettoria nazionale in linea con la progressiva ristrutturazione del proprio parco edilizio che possa raggiungere la soglia di emissioni zero entro il 2050.

Nella legislazione italiana l’EPBD III è stata recepita ed attuata con il D.Lgs. 10 Giugno 2020 n. 48 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica”. Cosa prevede questo decreto legislativo?

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