Contratti tripartiti UE: energia pulita per industria, con stabilità e investimenti
L’UE introduce contratti tripartiti tra settore pubblico, produttori green e industria per incentivare eolico offshore, rete e storage, garantendo energia pulita, investimenti certi e competitività
La Commissione Europea ha dato il via ai primi contratti tripartiti per l’energia accessibile, uno strumento innovativo pensato per coinvolgere governi, produttori di energia pulita e grandi consumatori industriali. Questo schema, inserito nel recente Piano d’Azione per l’Energia Accessibile, mira a garantire prezzi contenuti, domanda sicura e investimenti sostenuti. I primi settori coinvolti saranno l’eolico offshore, le reti elettriche e lo stoccaggio di energia. L’obiettivo è abbattere le barriere all’adozione delle rinnovabili, migliorare la competitività industriale e sostenere l’industria nella transizione.
Un nuovo assetto energetico a tre: che cosa cambia
I contratti tripartiti introducono un modello condiviso tra tre attori: il settore pubblico (inclusi governi e istituti finanziari come la BEI), i produttori di energia pulita e i consumatori industriali. Questa formula dovrebbe garantire maggiore visibilità e stabilità per gli investimenti nelle rinnovabili, grazie alla certezza di un offtake da parte dell’industria e al sostegno politico e finanziario pubblico. L’UE punta a strutturare questi meccanismi per settori specifici, con una prima applicazione nell’eolico offshore, nelle infrastrutture di rete e nei sistemi di accumulo, settori chiave per l’integrazione del solare e dell’eolico.
Perché serve: ridurre i costi e rilanciare la competitività
Nel contesto attuale europeo, le industrie lamentano costi energetici elevati e instabilità di mercato. I contratti tripartiti mirano a bilanciare la domanda e l’offerta rinnovabile, consentendo acquisti a prezzi certi da parte dell’industria e sostenendo i fornitori con un mercato garantito. Secondo Dan Jørgensen, Commissario UE per l’Energia, è una base per aumentare competitività, resilienza economica e sicurezza energetica. Inoltre, si stimano fino a 130 miliardi di euro di risparmi annui sui combustibili fossili entro il 2030, nel caso di piena attuazione del Piano per l’Energia Accessibile.
Opportunità e avvertenze per chi progetta e investe
Per i professionisti del settore energia e impianti, i contratti tripartiti rappresentano una direttrice strategica per pianificare progetti su larga scala, ridurre il grosso rischio di mercato e ottenere finanziamenti più sicuri e a condizioni migliori. Tuttavia, alcuni attori sottolineano che il modello implica anche possibili oneri per consumatori o contribuenti, qualora il costo della transizione venga ricaduto sull’utenza finale. Inoltre, i settori più energivori – come l’acciaio – sottolineano che tutti restano vincolati al meccanismo marginalista dei prezzi elettrici, che limita l’effettiva decarbonizzazione.

Fonte immagine: rinnovabili.it
Uno sguardo al futuro: dalla teoria alla realizzazione
I lavori preliminari stanno definendo i primi contratto settoriali, partendo dall’eolico offshore, reti e stoccaggi. Questo approccio è allineato al Clean Industrial Deal e al Green Deal europeo e potrà diventare modello anche per altri comparti come biomasse, efficienza energetica e idrogeno. Il primo test in un contesto concreto arriverà dai vertici industriali previsti per l’inizio del 2026 (es. summit di Amburgo), dove potrà essere formalizzato un “New Deal per l’eolico offshore”. Il successo dipenderà dalla capacità di garantire trasparenza, equità e sostenibilità finanziaria nella gestione dei costi.
