Un particolare accumulo: l'acqua piovana

Affinché un edificio possa considerarsi autosufficiente, non vanno trascurate le fonti minori e non va persa alcuna risorsa che la natura mette a disposizione. È per questo motivo che è necessario provvedere all’accumulo dell’acqua piovana per poterla riutilizzare per:

• Irrigazione del giardino;
• Lavaggio automobile;
• Pulizia vetri di casa;
• Funzionamento impianti sanitari e della lavatrice.

Va immediatamente evidenziato che l'acqua piovana non favorisce la formazione di calcare riducendo, da un lato, i consumi dell'anticalcare e, grazie alla migliore azione pulente dell'acqua, si riduce anche l'impiego di detersivo (circa il 50%) nell’uso per lavatrici o lavastoviglie (nel caso sia presente un impianto di trattamento a monte).

Il consumo pro-capite di acqua all’interno di un edificio è un elemento che non va sottovalutato, in considerazione del fatto che oltre la metà del consumo giornaliero di acqua potabile può essere sostituita con acqua piovana di recupero.




La media dei consumi di acqua per gli usi abitativi in Italia, escluso il giardino, può andare dai 150 ai 200 litri al giorno.

Secondo alcuni dati, in Europa, Bristol è la città che consuma di più, con 294 litri pro capite; mentre Heideberg una di quelle che ne consuma di meno, con 104 litri pro capite.

Una ricarica di acqua nella vasca da bagno richiede circa 140 litri, mentre per lavarsi i denti, lasciando l’acqua aperta, consumiamo anche 30 litri.

Lasciando da parte in questa sede la necessità di migliorare la cultura sull’uso dell’acqua domestica, considerando che il fabbisogno dell'utenza e le condizioni ambientali sono elementi fortemente variabili, è necessario individuare con attenzione i parametri fondamentali per il dimensionamento di questi sistemi.

Da un punto di vista strettamente impiantistico, i componenti necessari per il recupero dell’acqua piovana sono tre:

• Cisterna;
• Sistema di filtrazione;
• Sistema di pompaggio.