Il piano d’azione per lo sviluppo della filiera italiana dell’idrogeno, la chiave per la transizione energetica
Alle numerose attività e progetti sostenuti dall’ENEA per incrementare lo sviluppo dell’idrogeno in Italia si aggiunge il piano d’azione realizzato in collaborazione con Confindustria
Da tempo l’idrogeno è al centro di numerosi dibattiti politici, energetici e industriali: in Italia, come anche nel resto del mondo, si comincia a comprendere che l’idrogeno è un vettore essenziale per il processo di transizione energetica e riduzione delle emissioni climalteranti, che potrebbe giocare un ruolo chiave per raggiungere l’obiettivo europeo che prevede diventare un continente a emissioni zero entro il 2050. Una sfida ambiziosa e decisamente difficile da affrontare, che richiede notevole impegno e ingenti investimenti.
Ma, più strategicamente, per l’Italia l’idrogeno potrebbe diventare anche una leva di sviluppo economico: secondo gli studi, oltre a generare indubbi vantaggi socioeconomici e ambientali, la crescita della filiera nazionale dell’idrogeno potrebbe creare più di 5 milioni di posti di lavoro nei prossimi trent’anni, mettendo il nostro paese in una posizione di primo piano nel contesto europeo.
“L'idrogeno è uno dei vettori significativi per la transizione energetica ma dobbiamo lavorare in maniera integrata per capire dove e come intervenire per avere ricadute significative in termini di decarbonizzazione nei tre asset principali di industria, produzione di energia e trasporti”, ha sottolineato Giorgio Graditi, direttore del dipartimento ENEA di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili.
L’idrogeno, soprattutto quello verde ma anche i suoi “colleghi” di altri colori, è una risorsa fondamentale per rendere maggiormente sostenibili i settori che più provocano danni al clima e all’ambiente a causa del loro alto tasso di emissioni inquinanti, ma per sfruttare a pieno i vantaggi che possono derivare da un maggiore utilizzo dell’idrogeno è necessario puntare sulla ricerca, l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie.
Come sostiene Graditi, l’Italia è un paese che ha tutte le carte in regola per posizionarsi in maniera strategica lungo tutta la catena del valore dell’idrogeno, dalla produzione, la logistica, la distribuzione, fino allo storage agli usi finali, grazie alla propria tradizione manifatturiera, al know-how e ai centri di ricerca di eccellenza. Anche la posizione geografica ha i suoi vantaggi, poiché in futuro potrebbe contribuire a far diventare l’Italia un hub europeo nel campo dell’idrogeno.
Per un concreto sviluppo dell’idrogeno però ci sono diversi fattori chiave che devono funzionare e integrarsi. La maturità tecnologica è sicuramente essenziale, ma da sola non basta: occorre intervenire anche sugli aspetti normativi e regolatori, sburocratizzando gli iter autorizzativi per la realizzazione di impianti e infrastrutture. Ed è ovvio che gli investimenti e gli incentivi hanno un ruolo fondamentale: in questo caso il governo italiano ha già provveduto con il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che stanzia oltre 3 miliardi per la promozione della produzione, della distribuzione e degli usi finali dell’idrogeno.
Dal punto di vista tecnologico, attualmente in Italia coesistono settori più maturi e pronti all’utilizzo dell’idrogeno e altri che invece necessitano di ulteriore tempo e sforzi. L’introduzione dell’idrogeno come vettore energetico costituisce una novità nella gestione del sistema energetico ed è per questo che richiede un approccio di sistema integrato e coordinato, che tenga conto di diversi aspetti. Perciò è importante coniugare la capacità e l’offerta di innovazione e sviluppo tecnologico del mondo della ricerca con la domanda di innovazione.
Le attività dell'ENEA per lo sviluppo dell'idrogeno in Italia
L’ENEA si sta impegnando in questo da più di 30 anni, con attività di ricerca, sviluppo e sperimentazione e grazie a professionalità e infrastrutture molto avanzate. Sono le competenze, le tecnologie e le conoscenze professionali dell’ENEA che in questi anni hanno permesso di raccogliere prospettive e criticità connesse al consumo di idrogeno in vari settori industriali.
Infatti, nei giorni scorsi è stato presentato, tramite un evento online, il “Piano d’azione per l’idrogeno: Focus Tecnologie Industriali” che l’agenzia ha messo in atto insieme a Confindustria, che ha lo scopo di individuare le potenzialità di sviluppo delle filiere industriali dell’idrogeno in Italia, le tecnologie di frontiera, le soluzioni innovative e gli scenari operativi possibili.
L’ENEA sta anche partecipando a ben sedici progetti nel campo dell’idrogeno in cui è coordinatore o partner scientifico, e inoltre sta realizzando una Hydrogen Valley da 14 milioni di euro presso il Centro Ricerche Casaccia, vicino a Roma, il primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, che vedrà la collaborazione di università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con il comune obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione.