Speciale 176
Sistemi HVAC+R e edilizia: le novità e l’inquadramento normativo per i tecnici del settore
Articolo di Arch. Simone Michelotto

Sistemi HVAC+R e edilizia: gli aggiornamenti normativi europei

Sin dal Protocollo di Kyoto del 1997, l’Unione Europea prevede per gli Stati membri un insieme di misure vincolanti finalizzate alla riduzione delle emissioni di elementi inquinanti responsabili dell’effetto serra contenute nel Pacchetto per il clima e l’energia 2020 avente lo scopo di tagliare del 20% le emissioni di gas serra, raggiungere il 20% del fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili e migliorare del 20% l’efficienza energetica.

 

Gli aggiornamenti alle direttive EPDB

Oggi questo scenario è stato superato e ci si è avviati verso l’obiettivo della decarbonizzazione. Per raggiungere tale obiettivo sono state emanate diverse direttive EPBD “Energy Performance Building Directivecontenenti prescrizioni volte al conseguimento di determinate mete scaglionate nel tempo verso il predetto fine ultimo. La prima è stata la 2002/91/CE, in seguito sostituita dalla EPBD recast 2010/31/UE che ha introdotto il concetto di NZEB, acronimo utilizzato per definire un edificio il cui consumo energetico è prossimo allo zero e coperto in misura significativa da fonti rinnovabili; la più recente, ad oggi in vigore, è la direttiva 2018/844 la quale pone, tra gli altri, i seguenti obiettivi entro il 2030:

  • migliorare le strategie di riqualificazione degli immobili al fine di rinnovare il parco edilizio ed incentivare i NZEB;
  • rafforzare la componente finanziaria ed incentivare gli investimenti, da parte di privati, per il recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • innalzare le soglie prestazionali relative ai sistemi di climatizzazione degli edifici promuovendo i sistemi automatici di regolazione, monitoraggio e controllo (BMS).

Tali direttive hanno inoltre introdotto il concetto di diagnosi energetica, definita come “la procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o di un gruppo di edifici, al fine di individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici”.

La più recente proposta di revisione della EPBD, frutto dell’accordo raggiunto dal Consiglio europeo a Ottobre 2022 che apre quindi la strada per avviare i negoziati con il Parlamento europeo, andrà ad aggiornare il Fit for 55  ossia l’insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE relativamente all'obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e che mira a portare l’Ue sulla strada della neutralità climatica entro il 2050.

Le nuove disposizioni puntano entro il 2030 a edificare solo edifici a zero emissioni, il cui termine è stato anticipato al 2027 per gli edifici pubblici di nuova costruzione; per gli edifici esistenti è prevista l’introduzione da parte degli stati membri di soglie minime prestazionali riguardanti la quantità di energia primaria massima per mq/anno che questi potranno utilizzare.

La revisione della EPBD prevede novità anche per gli A.P.E. (Attestati di Prestazione Energetica) introducendo le nuove categoria “A0” e “A+”, dedicate rispettivamente all’identificazione degli edifici ZEB/NZEB e degli edifici che, tra questi, contribuiscono ad alimentare la rete energetica mediante la produzione locale da fonti rinnovabili. Viene inoltre proposta la redazione del passaporto di ristrutturazione, un documento che dovrebbe riportare la pianificazione di interventi graduali e specifici per ogni immobile con il fine ultimo di azzerarne le emissioni. 

 

I riferimenti normativi europei

La specifica tecnica UNI TS 11300-1, -2, -3, -4, rappresenta l’applicazione della direttiva europea 2002/91/CE e fornisce una guida univoca al calcolo della prestazione energetica degli edifici, ossia il fabbisogno energetico connesso alla vita dell’edificio che comprende il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione meccanica e l’illuminazione. Dal 1° Marzo 2018 sono entrate in vigore le UNI EN ISO 52016 e UNI EN ISO 52017 relative calcolo energetico degli edifici in regime dinamico che hanno introdotto un nuovo metodo di calcolo in regime dinamico orario per i consumi energetici legato al riscaldamento e al raffrescamento degli ambienti. Rispetto al metodo quasi stazionario inserito nelle UNI TS 11300, il modello dinamico orario permette di ottenere risultati più attendibili. 
Ma non è il solo riferimento normativo fondamentale.

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