Speciale 122
Gli impianti ad attivazione della massa
Articolo di Maurizio Cudicio

Sistemi ad attivazione della massa ad acqua

I sistemi ad attivazione della massa ad acqua rappresentano una soluzione tecnica valida, efficace, che per conformazione può portare i non addetti ai lavori a pensare che sia una soluzione paritetica ai più conosciuti impianti radianti a pavimento o soffitto. I sistemi ad attivazione della massa ad acqua, invece, rappresentano una soluzione tecnica molto diversa, in quanto agiscono sulla massa termica della struttura ospitante.

Va considerato che esiste un certo ritardo di risposta tra la sollecitazione termica e l’effetto sull’impianto che ovviamente è proporzionale all’effettiva massa dell’elemento edilizio. Tale risposta è maggiore tanto maggiore è la massa edilizia delle strutture nella quale vengono annegate le tubazioni.

Questo può portare ad avere il vantaggio di poter contare su una struttura che, ad elevata inerzia termica, evita pendolazioni impiantistiche, ma di contro non è la soluzione ottimale in tutti quegli ambienti dove i carichi endogeni sono particolarmente variabili e sono soggetti a modificazioni repentine.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, un impianto ad attivazione della massa non si presta a edifici del settore ristorativo, dove persone e cibi comportano variazioni di carico latente ed endogeno all’interno dei locali. Di contro, trovano valida applicazione in edifici che richiedono un funzionamento continuativo durante l’intera giornata e non vi sono variazioni repentine di carico, come ad esempio ospedali, musei stabili o edifici similari.


Le tubazioni normalmente utilizzate nei sistemi ad attivazione della massa sono tubi che hanno generalmente un diametro variabile dai 17 ai 20 mm, mentre l’interasse è compreso tra 150 e 200 mm.

I sistemi ad attivazione della massa possono trovare collocazione su elementi orizzontali quali i solai, sfruttando come elemento di scambio termico sia il soffitto che il pavimento. Il calore derivante dalle tubazioni, infatti, verrà distribuito sia verso l’alto che verso la parte bassa della struttura in maniera proporzionale rispetto agli elementi costituenti la stratigrafia e alle loro capacità intrinseche di diffondere in modo più o meno veloce il calore.

Nel caso in cui le tubazioni trovino collocazione su elementi verticali esterni, oltre alla cessione del calore, c’è garanzia di una riduzione complessiva della trasmittanza termica della struttura, riducendo anche la possibilità di formazione di condensa superficiale ed interstiziale proprio perché le temperature degli elementi sono superiori rispetto alle normali condizioni che possono essere rilevate negli edifici.