Refrigeratori ad assorbimento, quando convengono e perché
A seconda della tipologia di macchina si possono distinguere:
- macchine ad alimentazione diretta, altrimenti denominate a fiamma diretta, in cui la sorgente termica è costituita da un combustibile (nella maggior parte dei casi gas naturale), che viene combusto direttamente nella macchina;
- macchine ad alimentazione indiretta, in cui la sorgente termica è costituita da un fluido termovettore (acqua, olio diatermico, fumi caldi, vapore), fornito ad un livello termico opportuno.
Le macchine ad alimentazione indiretta si possono ulteriormente classificare in base alla provenienza dell’energia termica utilizzata per il loro azionamento:
- energia prodotta da cascami termici (ad esempio, recuperi termici da processi industriali) o da energie rinnovabili (ad esempio, energia solare termica, calore geotermico);
- energia cogenerata da un motore primo (il fluido termovettore può essere costituito da acqua, in fase liquida o vapore, olio diatermico oppure da fumi caldi prodotti dal cogeneratore).
Le macchine ad assorbimento a fiamma diretta, con alimentazione a gas naturale vengono impiegate in tutti quei casi in cui si verifichino difficoltà di allacciamento elettrico, oppure debbono essere sostenuti oneri per l’impiego di potenza elettrica ed infine qualora risulti agevolata la fiscalità applicata al combustibile.
Un impiego massiccio dei modelli a fiamma diretta nell’ambito della climatizzazione estiva degli edifici offrirebbe il vantaggio di ridurre le richieste sulla rete elettrica nazionale, con benefici in termini di costi di distribuzione e di affidabilità del sistema, portando nel contempo ad un maggior utilizzo della rete di distribuzione del gas anche nei mesi estivi.
Le macchine ad assorbimento azionate da un fluido termo vettore sono attualmente oggetto di un rinnovato interesse, perché consentono di essere alimentate con qualsiasi tipo di sorgente termica, compreso il calore di scarto da un processo industriale, le energie rinnovabili o il calore recuperato da un cogeneratore. In quest’ultimo caso, in impianti di trigenerazione, i refrigeratori ad assorbimento consentono di estendere il funzionamento del cogeneratore, anche ai mesi estivi, aumentandone il fattore di utilizzo, la redditività ed il rendimento globale.
Gli assorbitori costituiscono un’alternativa ai tradizionali gruppi a compressione, quindi all’uso dei fluidi frigorigeni basati sugli idrocarburi alogenati, con benefici ambientali rispetto alle problematiche di impatto sull’effetto serra e di mantenimento e riciclaggio tipiche dei fluidi frigorigeni.
Attualmente non è ipotizzabile che la refrigerazione ad assorbimento possa rimpiazzare quella tradizionale su larga scala, ma pur tuttavia esistono molte applicazioni per le quali questa può offrire una valida alternativa sia tecnica, che economica.
I refrigeratori ad assorbimento convengono qualora si verifichi una delle seguenti situazioni:
• esista un sistema di cogenerazione, il cui calore disponibile non venga parzialmente o totalmente impiegato;
• si stia prendendo in esame l’installazione di un nuovo impianto di cogenerazione;
• siano fruibili cascami di calore, di processo od altro;
• possa essere approvvigionato combustibile a condizioni particolarmente vantaggiose, come ad
esempio il biogas;
• siano operativi generatori di calore, che lavorino con limitata efficienza per via del basso fattore di
carico, particolarmente ad esempio, in estate;
• si presentino limitazioni sulla disponibilità di potenza elettrica;
• siano posti problemi di sensibilità al rumore ed alle vibrazioni;
• abbisogni una maggiore capacità frigorifera con limitazioni di disponibilità elettrica, ed esista
contemporaneamente un’adeguata possibilità di impiego di calore.
In breve, la refrigerazione ad assorbimento trova una sua valida applicazione in tutti quei casi in cui sia disponibile una sorgente di calore a basso costo, oppure ci siano riserve all’uso di refrigerazione convenzionale, ottenuta con più costosa energia elettrica.
Va sottolineato pure come l’utilizzo di assorbitori alimentati con cascami di calore, altrimenti persi, risulti assai proficuo nella riduzione delle emissioni di CO2, ora di grande attualità, come diretta conseguenza dei risparmi energetici conseguibili.