Oltre il GWP: come si misura davvero la sostenibilità dei refrigeranti

Nel corso degli ultimi decenni la valutazione ambientale dei refrigeranti è passata da un’analisi puramente chimica a una visione complessiva che considera l’intero ciclo di vita del sistema.
Oggi l’impatto climatico di un gas non può più essere giudicato soltanto in base al suo potenziale di riscaldamento globale (GWP), ma deve tener conto di una pluralità di parametri che descrivono in modo più realistico il comportamento del refrigerante nell’ambiente.

Oltre al GWP, che misura il contributo diretto al riscaldamento globale rispetto alla CO₂, l’ODP (Ozone Depletion Potential) valuta la capacità di un composto di danneggiare lo strato di ozono.
Indicatori più recenti come il TEWI (Total Equivalent Warming Impact) e il LCCP (Life Cycle Climate Performance) offrono una visione molto più ampia, includendo anche le emissioni indirette legate ai consumi energetici, alla produzione dei componenti e allo smaltimento a fine vita.

Questo approccio integrato dimostra che un refrigerante a basso GWP non è automaticamente la scelta più sostenibile, se associato a sistemi energeticamente inefficienti. Al contrario, la vera riduzione delle emissioni dipende dall’equilibrio tra scelta del fluido, progettazione impiantistica e gestione del ciclo di vita.

L’obiettivo finale è passare da una logica di riduzione del danno a una progettazione consapevole, dove innovazione, sicurezza e sostenibilità diventano pilastri di un unico modello di sviluppo per la refrigerazione del futuro.