Intervista

Non vogliamo altri incentivi, ma lasciateci lavorare!

La storia di Franco Traverso non è quella del tipico imprenditore veneto, anche se lo spirito e il piglio che lo contraddistinguono sono quelli marcati di una terra dove non ci si rassegna alla crisi, ma si combatte con le armi del lavoro, dell’inventiva e di quel sano spirito imprenditoriale che fortunatamente resiste ancora. Una vera e propria battaglia, combattuta contro uno Stato che, con una certa dose di miopia, quando dovrebbe favorire un settore strategico come quello delle rinnovabili, sembra invece cercare di ostacolarne la crescita, almeno a detta di Franco Traverso, uno dei veri pionieri del fotovoltaico italiano:

«Noi vogliamo solo che ci lascino lavorare, non abbiamo bisogno di nuovi incentivi, quello di cui abbiamo bisogno sono regole chiare e durature, oltre che di una burocrazia molto più leggera. Il governo deve smettere di cambiare la carte in tavola, stabilire delle regole semplici e lasciarci lavorare in pace».


A proposito di incentivi, lei ha fortemente criticato la gestione italiana, ci spiega perché?

«Perché sono stati erogati degli incentivi troppo alti, in un periodo di tempo troppo breve, il mercato è stato drogato e improvvisamente tutti volevano investire nel fotovoltaico in Italia. Poi gli incentivi sono stati tolti di colpo, lasciando il settore in una crisi profonda: un pasticcio fatto di decreti retroattivi e senza un’idea precisa di come sviluppare la filiera. Io ho provato a sviluppare una filiera del fotovoltaico in Italia, ma non ci sono riuscito proprio per via di questi problemi, che sono radicati nel nostro paese».


La sua è una storia particolare: pioniere del fotovoltaico fin dagli anni ’70, ha fondato la Helios Technology a Carmignano di Brenta, in provincia di Vicenza, poi l’ha venduta e ha costruito la Silfab, che produce e vende ancora oggi in Canada, oggi la MegaCell, una Startup che nasce decisamente in controtendenza, visto il periodo…

«Certo, il settore si è ridimensionato, ma il fotovoltaico è ancora conveniente, anche senza incentivi, soprattutto per chi come noi fa innovazione vera. MegaCell ha messo a punto un nuovo tipo di cella solare bifacciale, che garantisce rendimenti superiori fino al 50% rispetto alle celle tradizionali, con un costo di produzione molto simile.
Grazie a questa innovazione siamo quindi molto fiduciosi sul successo dell’azienda: ho rilevato le vecchie linee di produzione della Helios e le ho aggiornate per produrre queste celle innovative, stiamo per assumere un centinaio di persone e il prodotto sarà disponibile sul mercato a partire da ottobre».


Come reggete la concorrenza con l’industria cinese?

«Alcuni moduli cinesi utilizzano ancora delle tecnologie simili a quelle che ho progettato io negli anni ’80. Il punto è proprio questo: il prodotto costa poco, ma rende poco, è un prodotto di scarsa qualità che non può essere nemmeno lontanamente paragonato al nostro».


Qualità, innovazione, manodopera qualificata e radicata nel territorio: sembra essere questa la ricetta vincente, ma allora perché molti se ne vanno, mentre lei ha deciso di tornare?

«Perché molti imprenditori sono stanchi di combattere. Lo Stato italiano, non si capisce per quale folle ragione, vede gli imprenditori come dei nemici e li combatte con la burocrazia, con le tasse, con regole assurde e spesso contraddittorie tra loro, il vero problema è questo. Capisco quelli che se ne vanno, ma io ho ancora voglia di combattere, quindi ho deciso di rimettermi in gioco e di iniziare questa nuova avventura».