Speciale 65
Solarexpo - The Innovation Cloud 2014
Alcuni contenuti di questo speciale:
Intervista
Accumulo, autoconsumo e SEU: il futuro del fotovoltaico in Italia
Il Solar Energy Report è una ricerca pubblicata annualmente dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza gli scenari, le tecnologie e i mercati del fotovoltaico in Italia e nel mondo. Abbiamo parlato in modo approfondito di questo rapporto nella sezione focus del portale, in questa interessante intervista abbiamo voluto però approfondire, con uno dei ricercatori che hanno coordinato i lavori delle ultime edizioni, alcuni aspetti fondamentali, che riguardano il futuro di questa tecnologia in Italia e nel mondo.
Dott. Toletti, nell’Italia dell’era post incentivi, investire in un impianto fotovoltaico è ancora conveniente dal punto di vista economico o rappresenta solo una presa di posizione “ambientalista”?
«Gli impianti piccoli possono essere ancora convenienti, però devono essere dimensionati per garantire la maggior parte possibile di autoconsumo. In altre parole, se produco l’energia in casa questa ha un costo minore rispetto a quello che sosterrei andando ad acquistare l’energia dalla rete. Bisogna fare attenzione sul dimensionamento degli impianti per avere un autoconsumo massimo».
Se lei dovesse proporre ad un suo amico, parente o collega un impianto fotovoltaico da installare in casa, quale tecnologia gli consiglierebbe e cosa gli direbbe per convincerlo della bontà dell’investimento?
«Sicuramente prima di tutto gli consiglierei di guardare bene la sua bolletta elettrica e quindi di capire quali sono le sue esigenze per poter dimensionare l’impianto in modo corretto. In un contesto residenziale anche un impianto sotto ai 3 kw può essere conveniente, dipende da quanta energia si consuma in casa. Inoltre può essere utile valutare l’installazione combinata di pompe di calore e massimizzare così l’autoconsumo. Per gli impianti domestici sono ancora validissimi quelli di prima generazione, collaudati da anni sotto l’aspetto dell’efficienza».
Con il senno di poi, la regolamentazione degli incentivi non sarebbe potuta essere trattata meglio, secondo lei? Mi spiego: la mia sensazione è che si sia creata un’enorme bolla speculativa che ha gonfiato le bollette di molti italiani e le tasche di pochi investitori, per lo più stranieri, per poi esplodere con la fine dell’ultimo Conto Energia, lasciandosi dietro un piccolo esercito di disoccupati e fallimenti, ho esagerato?
«Con gli incentivi certamente si poteva fare meglio, all’inizio sono stati molto forti e questo ha attirato investimenti finanziari, poi sono scesi sensibilmente. Con un sistema modulato diversamente si sarebbe potuto fare meglio. Ma non dobbiamo dimenticare che l’utilizzo degli incentivi ha permesso una diffusione importante, siamo pionieri a livello mondiale con la Germania».
Quali sono i mercati più interessanti per un imprenditore del settore?
«Il mercato globale del fotovoltaico, nonostante la brusca frenata dei paesi europei, in primis l’Italia, è in crescita anche nel 2014. Il mercato cinese è interessante, ma lì sono attivi molti player. Se guardiamo all’Europa invece, Regno Unito e Romania continuavano a crescere ed offrire opportunità. Le imprese italiane possono però essere protagoniste anche nei mercati lontani come Sudamerica, Nord Africa e sud est asiatico. Paesi lontani, che offrono però molte opportunità e relativamente scarsa concorrenza. Sono da valutare alcune difficoltà come le carenze di rete e infrastrutture».
Si è parlato molto delle misure anti-dumping introdotte dall’Unione Europea nei confronti della Cina: a circa un anno di distanza, quali sono stati gli effetti reali di questi dazi?
«Le misure di antidumping hanno permesso di stabilizzare il costo dei prezzi dei moduli provenienti dalla Cina nel 2013. La tempistica è però da criticare: queste misure non sono state adottate con tempestività, sono arrivate tardi per salvaguardare i produttori europei».
Ci spiega in cosa consiste il modello SEU e perché risulta particolarmente conveniente?
«I Sistemi Efficienti di Utenza sono l’unione di uno o più impianti, installati in uno stesso sito, che producono per un unico consumatore. Si mette insieme una produzione più ampia, che deve essere consumata da un unico utente. In questo modo non si pagano gli oneri generali di sistema in bolletta. Lo svantaggio è che non è stato permesso, ad esempio a centri commerciali e ospedali, di accedere al modello SEU. E questo diminuisce lo sviluppo del sistema».
Sui sistemi di Storage il vostro Rapporto ha dedicato ampio spazio, ci spiega cosa è emerso?
«I produttori hanno investito molto sulla ricerca nell’ultimo anno, consentendo una diminuzione dei costi di produzione, c’è un forte interesse sulla materia. Credo che dal 2015 ci potrà essere un mercato per lo storage collegato al fotovoltaico, con prezzi convenienti per gli utenti».
Tecnologia di seconda generazione. A che punto siamo?
«Anche in questo settore le aziende produttrici investono molto nella ricerca. Credo che in futuro i moduli di silicio amorfo diventeranno una soluzione di convenienza, sono tecnologie con un futuro certo».
Dott. Toletti, nell’Italia dell’era post incentivi, investire in un impianto fotovoltaico è ancora conveniente dal punto di vista economico o rappresenta solo una presa di posizione “ambientalista”?
«Gli impianti piccoli possono essere ancora convenienti, però devono essere dimensionati per garantire la maggior parte possibile di autoconsumo. In altre parole, se produco l’energia in casa questa ha un costo minore rispetto a quello che sosterrei andando ad acquistare l’energia dalla rete. Bisogna fare attenzione sul dimensionamento degli impianti per avere un autoconsumo massimo».
Se lei dovesse proporre ad un suo amico, parente o collega un impianto fotovoltaico da installare in casa, quale tecnologia gli consiglierebbe e cosa gli direbbe per convincerlo della bontà dell’investimento?
«Sicuramente prima di tutto gli consiglierei di guardare bene la sua bolletta elettrica e quindi di capire quali sono le sue esigenze per poter dimensionare l’impianto in modo corretto. In un contesto residenziale anche un impianto sotto ai 3 kw può essere conveniente, dipende da quanta energia si consuma in casa. Inoltre può essere utile valutare l’installazione combinata di pompe di calore e massimizzare così l’autoconsumo. Per gli impianti domestici sono ancora validissimi quelli di prima generazione, collaudati da anni sotto l’aspetto dell’efficienza».
Con il senno di poi, la regolamentazione degli incentivi non sarebbe potuta essere trattata meglio, secondo lei? Mi spiego: la mia sensazione è che si sia creata un’enorme bolla speculativa che ha gonfiato le bollette di molti italiani e le tasche di pochi investitori, per lo più stranieri, per poi esplodere con la fine dell’ultimo Conto Energia, lasciandosi dietro un piccolo esercito di disoccupati e fallimenti, ho esagerato?
«Con gli incentivi certamente si poteva fare meglio, all’inizio sono stati molto forti e questo ha attirato investimenti finanziari, poi sono scesi sensibilmente. Con un sistema modulato diversamente si sarebbe potuto fare meglio. Ma non dobbiamo dimenticare che l’utilizzo degli incentivi ha permesso una diffusione importante, siamo pionieri a livello mondiale con la Germania».
Quali sono i mercati più interessanti per un imprenditore del settore?
«Il mercato globale del fotovoltaico, nonostante la brusca frenata dei paesi europei, in primis l’Italia, è in crescita anche nel 2014. Il mercato cinese è interessante, ma lì sono attivi molti player. Se guardiamo all’Europa invece, Regno Unito e Romania continuavano a crescere ed offrire opportunità. Le imprese italiane possono però essere protagoniste anche nei mercati lontani come Sudamerica, Nord Africa e sud est asiatico. Paesi lontani, che offrono però molte opportunità e relativamente scarsa concorrenza. Sono da valutare alcune difficoltà come le carenze di rete e infrastrutture».
Si è parlato molto delle misure anti-dumping introdotte dall’Unione Europea nei confronti della Cina: a circa un anno di distanza, quali sono stati gli effetti reali di questi dazi?
«Le misure di antidumping hanno permesso di stabilizzare il costo dei prezzi dei moduli provenienti dalla Cina nel 2013. La tempistica è però da criticare: queste misure non sono state adottate con tempestività, sono arrivate tardi per salvaguardare i produttori europei».
Ci spiega in cosa consiste il modello SEU e perché risulta particolarmente conveniente?
«I Sistemi Efficienti di Utenza sono l’unione di uno o più impianti, installati in uno stesso sito, che producono per un unico consumatore. Si mette insieme una produzione più ampia, che deve essere consumata da un unico utente. In questo modo non si pagano gli oneri generali di sistema in bolletta. Lo svantaggio è che non è stato permesso, ad esempio a centri commerciali e ospedali, di accedere al modello SEU. E questo diminuisce lo sviluppo del sistema».
Sui sistemi di Storage il vostro Rapporto ha dedicato ampio spazio, ci spiega cosa è emerso?
«I produttori hanno investito molto sulla ricerca nell’ultimo anno, consentendo una diminuzione dei costi di produzione, c’è un forte interesse sulla materia. Credo che dal 2015 ci potrà essere un mercato per lo storage collegato al fotovoltaico, con prezzi convenienti per gli utenti».
Tecnologia di seconda generazione. A che punto siamo?
«Anche in questo settore le aziende produttrici investono molto nella ricerca. Credo che in futuro i moduli di silicio amorfo diventeranno una soluzione di convenienza, sono tecnologie con un futuro certo».

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