Impianti di ventilazione meccanica controllata: funzionalità, vantaggi e corretta manutenzione
L’efficacia della VMC nel migliorare la qualità dell’aria interna non si limita solo a garantire comfort, ma si estende alla tutela della salute, offrendo una risposta concreta ai problemi legati agli inquinanti indoor, che spaziano dai virus e batteri fino ai composti organici volatili.
In questa intervista con l’Ingegnere Gregorio Mangano, Presidente di AIISA, esploriamo i vari aspetti degli impianti della VMC, analizzando i vantaggi e l’importanza di una corretta manutenzione per assicurare la massima efficienza.
Discutiamo, inoltre, le innovazioni più recenti nel settore e come queste si inseriscono nel più ampio contesto della salute ambientale e del risparmio energetico.
1. Considerando che la maggior parte delle persone trascorre il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi, quali impatti specifici ha la qualità dell'aria indoor sulla salute umana e come la VMC può migliorare questi aspetti?
La qualità dell’aria indoor è diventata un pilastro fondamentale per la tutela della salute pubblica, guadagnando crescente attenzione nel dibattito comune. Questa tematica coinvolge un’ampia varietà di professionisti, tra cui medici, ingegneri e le autorità sanitarie locali (ASL), dimostrandosi un campo fortemente multidisciplinare.
Gli esperti in questi settori collaborano per definire le normative e le migliori pratiche nella progettazione e realizzazione degli edifici, con l’obiettivo di garantire ambienti interni salubri. Dato che trascorriamo gran parte del nostro tempo in spazi chiusi, è essenziale sviluppare strategie condivide che migliorino la qualità dell’aria interna, permettendo così ai cittadini di respirare aria pulita e di vivere in un ambiente sano e sicuro.
La VMC rappresenta una tecnologia fondamentale per migliorare la qualità dell’aria indoor. Questo sistema di ventilazione forza il ricambio dell’aria all’interno degli spazi chiusi con aria esterna filtrata, riducendo così la concentrazione di inquinanti nell’aria interna.
La VMC non solo migliora la salubrità dell’ambiente, ma contribuisce anche a creare condizioni di vita e lavoro più confortevoli e sicure, rendendo più efficiente la gestione e contenendo i consumi energetici.
2. Quali sono i principali inquinanti indoor che la VMC aiuta a controllare e quali benefici specifici offre questo sistema nel ridurre problemi di salute?
La premessa fondamentale è che agenti patogeni come virus e batteri, incluso il noto SARS-COV-2, si diffondono attraverso l’aria, non da soli ma attaccati a minuscole particelle di polvere o goccioline d’acqua. Quando respiriamo, introduciamo in noi non solo queste particelle biologiche, ma anche particolato fine, il principale inquinante negli spazi chiusi. Queste piccole particelle fluttuano nell’aria anche per oltre 24 ore in alcuni casi e possono trasportare vari microorganismi pericolosi per la salute.
Oltre a virus, vi sono altri agenti patogeni come la legionella, l’aspergillus, il cladosporium e varie forme di lieviti e muffe che si trovano comunemente nell’aria che respiriamo, legati a particelle d’acqua o a particelle fisiche più grandi. A questi si aggiungono gli inquinanti gassosi, come il radon, un gas radioattivo di grande interesse attuale data la sua pericolosità comprovata.
Negli ambienti urbani, i problemi legati agli inquinanti atmosferici sono spesso associati al traffico veicolare. Tuttavia, in località meno trafficate, i principali inquinanti sono di carattere strutturale, legati alle abitazioni stesse, spesso antiche e potenzialmente fonti di vari contaminanti, o derivanti dal suolo stesso. Questo approfondimento ci aiuta a comprendere la complessità e l’importanza degli inquinanti presenti negli ambienti in cui viviamo.
3. Qual è l'impatto della VMC sul benessere generale degli occupanti degli edifici, considerando anche il controllo dell'umidità e la riduzione dei livelli di CO2 interni?
Stiamo vivendo un’epoca caratterizzata da intensi cambiamenti climatici, che stanno portando a un innalzamento delle temperature e a variazioni stagionali rapide e significative. Queste condizioni atmosferiche ci spingono sempre più spesso a rifugiarci in ambienti chiusi e climatizzati.
Tuttavia, questi non sono gli unici cambiamenti che stiamo sperimentando. La crescente consapevolezza riguardo alla qualità dell’aria che respiriamo, acuita dall’esperienza della pandemia, ci ha spinto a prestare maggiore attenzione agli inquinanti interni. D’altro canto, l’aumento del costo dell’energia ci obbliga a cercare soluzioni per ridurre il consumo energetico.
La tecnologia della VMC non solo apporta ossigeno, ma diluisce anche gli inquinanti interni, regolando contemporaneamente temperatura e umidità relativa, migliorando così la qualità dell’aria interna.
Importante è anche la misurazione di parametri come l’umidità relativa e la temperatura, essenziali per il corretto funzionamento della VMC. Alcuni impianti avanzati includono sensori per monitorare anche la concentrazione di CO2, un indicatore della necessità di aumentare il ricambio d’aria. In un’epoca in cui sarebbe naturale aprire una finestra per rinfrescare un ambiente, la VMC offre un’alternativa moderna, automatizzando questo processo e garantendo che l’aria interna sia di qualità superiore rispetto a quella esterna.
Inoltre, la qualità dell’aria esterna gioca un ruolo cruciale nella decisione di utilizzare o meno una VMC. Se la qualità dell’aria esterna è buona, come in una località marittima, aprire le finestre rimane una soluzione ottimale. Tuttavia, in aree urbane densamente popolate, come il centro di Milano, l’utilizzo di sistemi di VMC che regolano l’aria in base a parametri precisi come temperatura, umidità, CO2 e particolato (PM2.5 e PM10) diventa essenziale.
In che modo AIISA sta affrontando la questione della sanificazione degli impianti di ventilazione e quali sono le iniziative messe in campo in questo senso?
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