Immagazzinare 20 GWh di corrente e produrre energia idroelettrica: in Svizzera è stata costruita una centrale da 900 MW
La centrale di Nant de Drance sfrutta la potenza idrica di due bacini, uno a monte e uno a valle, per la produzione e lo stoccaggio di energia, stabilizzando la rete elettrica nazionale nei momenti di discontinuità della produzione di eolico e fotovoltaico
In Svizzera è stato costruito uno degli impianti di accumulo idroelettrico più grande d’Europa: la centrale di Nant de Drance, di proprietà di una società guidata dall'azienda elettrica Alpiq e dalle Ferrovie federali svizzere, sfrutta la potenza di due laghi artificiali per lo stoccaggio di energia elettrica.
Il nuovo centro di pompaggio e turbinaggio si serve del lago superiore Vieux Emosson, collocato a 2.225 metri sul livello del mare e contenente fino a 25 milioni di metri cubi di acqua, e del lago inferiore di Emosson, situato 300 metri più in basso.
La centrale è stata costruita nella parte più remota ed elevata della Svizzera, in una posizione strategica che consente di riversare a valle l’acqua accumulata dal lago Vieux Emosson, favorendo la produzione di energia elettrica durante le ore di punta. Dal bacino posizionato 300 metri più in basso, invece, l’acqua viene nuovamente pompata a monte e accumulata nei momenti di sovrapproduzione energetica, favorendo il ricircolo costante della stessa riserva idrica.
Alain Sauthier, direttore della centrale idroelettrica di pompaggio e turbinaggio di Nant de Drance, afferma: "È una batteria ecologica che utilizza sempre la stessa acqua. Il rendimento è superiore all'80%: per ogni kilowattora di elettricità che usiamo per pompare l'acqua in quota ne immettiamo 0,8 nella rete".
La centrale è stata realizzata per sopperire alla discontinuità di produzione di energia rinnovabile derivante da fonti sostenibili come l’eolico e il fotovoltaico, permettendo alla Svizzera di immagazzinare grandi scorte di energia e di mantenere la rete elettrica stabile sia per i cittadini che per le imprese.
Questo centro di stoccaggio e produzione di energia è stato scavato nelle rocce delle Alpi svizzere e si caratterizza per ben 18 chilometri di gallerie sotterranee che si diramano a partire dalla diga di Vieux Emosson, attestandosi come uno dei progetti infrastrutturali più estesi e importanti del Paese.
Una volta scesi in profondità per circa 600 metri si trova il cuore pulsante del progetto: una sala macchine lunga quasi 200 metri e larga 32 in cui sono state installate sei pompe-turbine caratterizzate da una potenza complessiva di 900 Megawatt che sono in grado di immagazzinare una quantità di corrente pari a 20 GWh.
Alain Sauthier, nell’elencare la tecnologia rivoluzionaria di questo impianto, sottolinea: "In meno di dieci minuti possiamo invertire il senso di rotazione della turbina e passare dalla produzione di elettricità all'accumulo. Una flessibilità essenziale per reagire tempestivamente ai bisogni della rete elettrica e adattare produzione e consumo elettrico. Altrimenti si rischia il collasso della rete e un blackout, come avvenuto a inizio anno in Texas".
Secondo Sauthier, la centrale idroelettrica è talmente grande ed efficiente da essere addirittura troppo grande per la Svizzera, per cui potrebbe svolgere un ruolo essenziale nella stabilizzazione della rete a livello Europeo, contribuendo concretamente alla transizione energetica dell’Europa e all’allontanamento dalla produzione di energia da fonti non sostenibili, come avviene invece nelle centrali a carbone.
Guardando al futuro della produzione di energia green, Matthew Stocks, ricercatore all'Australian National University, ha calcolato che al mondo esistono circa 616.000 siti in cui sarebbe possibile costruire impianti di pompaggio idrico a circuito chiuso con due bacini, proprio come a Nant de Drance.
Stando a questi numeri, secondo lo studioso basterebbe realizzarne solo l'1% per risolvere ogni problema di accumulo di energie intermittenti proprie dell’eolico e del fotovoltaico, soprattutto in particolari aree geografiche o stagioni dell’anno.
*immagine da: www.swissinfo.ch