Speciale 21
Le tecnologie green, un'opportunità per l'ambiente o per l'industria?
Articolo di A cura di Ing. Nicola Bettio Resp. UTP Enerblue

Sviluppo "green": reale interesse per l'ambiente o moda passeggera?

Alcuni anni fa si è iniziato a parlare di “tecnologie green”. All’inizio erano qualcosa di sconosciuto, qualcuno timidamente cominciava a proporle, molti non ne conoscevano proprio il significato, altri le sperimentavano. Con il tempo gli incentivi, e la sempre più sentita esigenza di salvaguardare l’ambiente, hanno contribuito in modo determinante all’affermazione di uno stile di vita “green”.
Parallelamente allo sviluppo di queste tecnologie si è registrata una crescita delle aziende e dei posti di lavoro necessari per implementarle.

Pensiamo al fotovoltaico: oggi è possibile installare a casa propria un impianto fotovoltaico senza pagare nulla, anzi è il gestore che paga l’energia immessa in rete. Sembra quasi un paradosso, ma da questa crescita tutti guadagnano.

Anche se con connotazioni sicuramente diverse sembra quasi di rivivere il processo evolutivo di Internet. A metà degli anni 90 pochi di noi conoscevano il vero significato di questa tecnologia e le enormi possibilità che questo mondo ancora sconosciuto avrebbe portato nella nostra quotidianità. In pochi anni il web era diventato la calamita dalla quale tutti erano attratti, una fonte di guadagno e di lavoro dalla quale tutti attingevano. Dopo l’iniziale sviluppo però il sistema ha subito non un blocco, ma sicuramente un rallentamento dei tassi di crescita e sviluppo rispetto all’inizio.

L’obiettivo di questo sviluppo verde, comune a tutte le tecnologie green a noi familiari, è di inquinare sempre meno l’ambiente che ci circonda poiché le risorse della Terra sono limitate ed è quindi opportuno sfruttarle nel modo adeguato. Questo almeno è quello che ci viene raccontato.

Nella realtà, lo sviluppo che queste tecnologie hanno in un momento in cui l’economia italiana e mondiale è in piena crisi è ambiguo. Se si vuole essere dubbiosi, si potrebbe pensare ad una crescita voluta e pilotata, visto che ad oggi questo è l’unico settore che segna un andamento positivo.

In un periodo in cui il mercato edilizio è praticamente bloccato o addirittura in una fase di recessione, lo Stato finanzia soluzioni tecnologiche non solo per le nuove realizzazioni, ma anche per le ristrutturazioni, cercando di coinvolgere i cittadini nella realizzazione di impianti rinnovabili che riducano l’impatto ambientale e favoriscano il risparmio energetico.
Il fine è sicuramente ambizioso, ma le modalità e soprattutto l’assenza di controlli (sulle installazioni, sui componenti, sull’impianto e sui risparmi) fa sembrare la cosa troppo semplice.
Facciamo un esempio: in Germania se si installa una pompa di calore è necessario installare anche un dispositivo che misura la potenza elettrica assorbita e la potenza termica fornita. Gli incentivi economici verranno concessi solo se al termine di un periodo di tempo di circa un anno il valore medio del COP è superiore ad un valore fissato per legge. In Italia è invece sufficiente un’autocertificazione sul COP del costruttore di pompe di calore per ottenere le agevolazioni fiscali. Nonostante sia solo un esempio, si può notare che la procedura è leggermente diversa.

La percezione generale è che in questo sviluppo le intenzioni siano buone e orientate ad un mondo green, ma che la strada per arrivarci non sia quella corretta o quantomeno non sia trasparente. Non ci sono controlli, non ci sono linee comuni da seguire nel cercare di far crescere l’economia di queste tecnologie. Il comportamento dei vari attori coinvolti - stato, aziende, installatori - è scomposto.

In conclusione possiamo dire che è importante pensare a soluzioni che abbiano come obiettivo il risparmio energetico e il miglioramento della qualità della vita, purché le decisioni siano prese in modo progressivo, ragionato e controllato.

Cavalcare il momento solamente per creare nuovo lavoro e muovere l’economia potrebbe contribuire allo spostamento e non alla risoluzione dei problemi.