Stabilità e riduzione graduale degli incentivi per uno sviluppo sostenibile del settore fotovoltaico
GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane), è un’associazione costituita nel ’99 all’interno della federazione ANIE di Confindustria e rappresenta le principali aziende impegnate nel settore del fotovoltaico in Italia.
Abbiamo intervistato il presidente Natalizia a margine della manifestazione veronese, per sapere quali sono le proposte concrete per il futuro degli incentivi e del fotovoltaico in Italia, il confronto con il governo e la competitività del settore.
Quinto Conto Energia: oltre al taglio degli incentivi, ci spieghi cosa non vi è piaciuto e perché...
"La nostra posizione nei confronti del 5 Conto Energia è molto critica in quanto presenta alcune complessità che potrebbero
causare grossi danni al mercato fotovoltaico mettendo in discussione la sopravvivenza delle aziende italiane. Allo scopo di prevenire gli effetti potenzialmente nefasti di questa bozza di decreto, oltre ad un continuo dialogo con tutte le forze politiche, abbiamo inviato al Governo ed alle Regioni le nostre proposte di modifiche."
Quali sono le vostre proposte?
"Secondo ANIE/GIFI, il V Conto Energia dovrebbe entrare in vigore non prima del 1 settembre 2012 in modo da salvaguardare i diritti acquisiti. Dovrebbe essere strutturato senza registri ma con un sistema che al crescere della potenza installata preveda la diminuzione dell’incentivo almeno fino ai 200 kW. Tale riduzione dovrà essere in linea con l’obiettivo dei 7 miliardi annui, sostenibile per l’investimento e adattato ai reali prezzi di mercato in modo da garantire i finanziamenti degli impianti in un momento in cui il costo del debito è raddoppiato. Con l’ottica di premiare gli impianti virtuosi e lo sviluppo tecnologico, il V Conto Energia dovrà prevedere il premio per gli interventi di efficienza energetica, per la rimozione e la bonifica dall’eternit nonché il sostegno all’autoconsumo dell’energia prodotta."
Crede ci sia ancora uno spazio di dialogo con il governo?
"In questo momento le Regioni sembrano essere allineate con le perplessità dell’industria fotovoltaica in merito al 5 Conto Energia. Per quanto riguarda il Governo posso dire che dopo la pubblicazione della bozza di decreto abbiamo avuto segnali di avvicinamento e disponibilità ad ascoltare le istanze dell’industria."
Il presidente di ANIMA, Sandro Bonomi, da noi recentemente intervistato in occasione di MCE, sostiene che il mercato del fotovoltaico sia stato “ubriacato” da incentivi troppo generosi, che non vanno a vantaggio dell’industria italiana, perché la maggior parte dei moduli vengono prodotti all’estero, lei cosa risponderebbe?
"Grazie agli incentivi, il prezzo dei moduli fotovoltaici si è notevolmente ridotto in particolare tra il 2009 e il 2011. Nello stesso periodo il valore degli incentivi è diminuito del 36%. Il risultato di questo processo virtuoso è che oggi il modulo fotovoltaico pesa per meno del 40% sul costo finale dell’impianto.
La competizione industriale e la concorrenza in fatto di prezzi e di qualità oggi si gioca su scala globale e ciò dovrebbe essere fatto in maniera libera senza ostentare forme di protezionismo che possono avere sì benefici nel breve termine ma di dubbia efficacia nel medio-lungo termine.. L’industria italiana è forte anche in quelle aree dove già vantava una tradizione produttiva, sebbene destinata ad altri comparti: faccio riferimento alla produzione di componentistica elettronica quali inverter, quadri e morsetteria. Il 16% della produzione mondiale di inverter solari si fa in Italia.
In generale, comunque, il taglio degli incentivi è una prospettiva in tutta l’Europa altamente auspicata dall’industria fotovoltaica in quanto implica che la tecnologia raggiunga la piena competitività con le fonti energetiche tradizionali. Il taglio degli incentivi deve essere apportato però non sull’onda emotiva o per propaganda elettorale ma ragionando e dialogando con l’industria fotovoltaica ricordandone sempre l’importanza strategica per la maggiore indipendenza energetica del paese."
Secondo uno studio presentato dal Politecnico di Milano, l’industria del fotovoltaico italiano sarebbe pronta ad affrontare il mercato senza incentivi dal 2014, voi cosa ne pensate?
"La stabilità e la prevedibilità normativa insieme ad una ragionata e graduale riduzione degli incentivi sono la prerogativa ad uno sviluppo sostenibile e di lungo termine del settore fotovoltaico, un comparto che ha dimostrato di avere tutte i requisiti per sostenere la ripresa economica del Sistema Paese. Il settore ha bisogno di incentivi almeno fino alla fine del 2014. Incentivi che devono essere in linea con la sostenibilità economica del progetto, compatibili con la riduzione dei costi della tecnologia in modo da accompagnare il settore verso la piena competitività ed indipendenza dal supporto monetario."
Crede ci potrà essere un ulteriore abbassamento del costo dei moduli, anche a fronte di un sistema di incentivi meno generosi?
"I produttori di moduli in tutto il mondo stanno investendo somme elevate in ricerca e sviluppo proprio per sviluppare quei processi e quelle tecnologie che permettano la ulteriore riduzione dei costi di produzione. Questo per far fronte alla riduzione degli incentivi e per preparasi alla piena competitività con le fonti tradizionali."