Speciale 22
Speciale Solarexpo & Greenbuilding 2012
Intervista a Intervista a Sara Quotti Tubi, direttore di Solarexpo e Greenbuilding

Il V Conto Energia e il futuro del fotovoltaico

Una lunga chiacchierata con il direttore della più importante manifestazione italiana nel campo delle rinnovabili: da una birreria del vicentino a Fieramilano, dopo 13 anni Solarexpo è  il terzo evento a livello mondiale. La donna che ha lavorato dietro le quinte per questo successo ci parla di incentivi, di energia e progetti futuri, con uno sguardo rivolto ai mercati emergenti...

Dottoressa Quotti Tubi, la prima domanda è d’obbligo...
Il quinto conto energia: allo stato attuale, come crede impatterà sulla filiera italiana delle rinnovabili

"Il V conto energia è un provvedimento che presenta sicuramente dei punti critici. Certamente si poteva prevedere un accompagnamento del settore alla grid-parity in modo più soft; così come è stato formulato rischia di penalizzare in modo serio il

settore proprio nel momento in cui si è a un passo dalla competitività economica del fotovoltaico. Per il futuro l’Italia punta comunque a rimanere il secondo mercato del solare al mondo, inoltre i prezzi delle tecnologie diminuiranno e la competitività grid-parity sarà sempre più vicina. Non si deve comunque dimenticare che il provvedimento prevede un corridoio di 2-3 GW di nuova potenza installata all’anno oltre a un aumento di quota di energia rinnovabile al 2020 da 26% a 32-35%. Oggi per superare questo momento di difficoltà del mercato, ma anche di consolidamento, le aziende devono fare fronte comune e restare compatte, guardando anche ai mercati oltre frontiera. Il quinto conto, riguarda comunque solo il fotovoltaico, ci sono poi tutte le altre rinnovabili (elettriche e termiche), che presentano importanti possibilità di sviluppo in Italia. Ma anche in questo caso, purtroppo, non è tutto rose e fiori a causa degli iter burocratici e dei sistemi d’incentivazione. Nonostante queste difficoltà credo che ormai la strada sia tracciata: ci troviamo dinnanzi a un nuovo paradigma energetico, fatto  di rinnovabili e di efficienza energetica."

Il comparto delle rinnovabili è uno dei pochi ad aver visto un trend decisamente positivo nel 2011. Crede che questo sia dovuto agli incentivi, o c’è di più?

"Oggi sta cambiando il paradigma energetico, è mutata la sensibilità della gente nei confronti della produzione energetica. La domanda di energia verde arriva anche dal basso e questo ha determinato un importante sviluppo del settore. A questo si aggiungono sicuramente anche gli incentivi che hanno giocato - e stanno ancora giocando - un ruolo determinante nello sviluppo delle rinnovabili, sia a livello nazionale sia globale. Le Green Technologies rappresentano oggi importanti occasioni di investimento e sviluppo economico e imprenditoriale."

Ci racconta com’è nata l’idea di Solarexpo e come si è sviluppata negli anni?

"Solarexpo è nata tredici anni fa da un’idea di Luca Zingale, l’attuale direttore scientifico. Al tempo non esisteva alcun evento in Italia dedicato alle rinnovabili e all’energia solare e il settore cominciava a muovere i suoi primi passi. Molto è cambiato in questi anni, se pensa che la prima edizione si è tenuta nel parco della birreria di Pedavena, mentre il prossimo anno ci spostiamo a Fiera Milano. Diciamo che siamo passati dall’essere una fiera di nicchia a un evento business internazionale, per la precisione il terzo al mondo nel settore del solare."

Per l’edizione del prossimo anno vi sposterete a Milano, a cosa è dovuta la scelta di abbandonare Verona?

"Il nuovo posizionamento di Solarexpo a Milano rappresenta un passaggio nella naturale evoluzione della manifestazione, che nei suoi 13 anni ha saputo costantemente innovarsi per rispondere alle dinamiche del mercato. In questo contesto Fiera Milano rappresenta una piattaforma logistica e comunicativa fortemente orientata all'internazionalizzazione, che è la vera sfida competitiva per operare in mercati, come quelli del solare e delle rinnovabili, ormai completamente globalizzati. Essere a Milano significa quindi offrire agli espositori e ai visitatori un’opportunità di affaccio su nuovi mercati, salvaguardando sempre e comunque anche le esigenze di tutte quelle aziende, nostre espositrici, che per loro natura hanno invece una dimensione più nazionale."

Solarexpo e Greenbuilding: fino ad ora un’accoppiata vincente. La manterrete?

"E’ presto per fare anticipazioni, stiamo lavorando su quello che sarà l’edizione 2013, ma le novità verranno presentate tutte nei prossimi mesi. Resta un punto innegabile che il connubio rinnovabili ed efficienza rimarrà un punto fermo della nostra manifestazione."

Il titolo del nostro ultimo Speciale era: “Tecnologie green, un’opportunità per l’ambiente o per l’industria?” Lei come risponderebbe a questa domanda?

"Senza dubbio per entrambe! Le tecnologie green sono indiscutibilmente un’opportunità per l’ambiente perché orientate a preservare le risorse naturali. Ma sono anche una grande opportunità per l’industria e l’economia, e i dati parlano chiaro. In questo periodo di difficile congiuntura economica, il comparto della green economy ha cercato di reagire a ha resistito più degli altri. Di questo se ne dovrebbero rendere conto anche le istituzioni e dovrebbero considerare le tecnologie verdi come un’opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale del nostro paese."

Solarexpo è uno degli eventi più importanti a livello mondiale per questo comparto e può essere quindi un “termometro” per capire quali saranno i trend del futuro… Vuole dirci quali saranno, secondo lei?

"Il solare è un comparto che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, siamo nella seconda stagione di crescita. Ma è comunque un mercato ancora molto giovane dove assisteremo inevitabilmente a un certo grado di selezione fra gli attori industriali e di contrazione del mercato interno e il cui sviluppo dovrà quindi sempre più essere pensato a scala globale, via via travasando know-how ed energie imprenditoriali dai mercati più maturi a quelli emergenti. Credo che nel prossimo futuro oltre a fronteggiare l’ingresso degli asiatici sui nostri mercati dovremo soprattutto essere in grado di esportare il nostro know-how, la nostra capacità imprenditoriale e già alcune aziende italiane lo stanno facendo con importanti risultati."