Speciale 48
Le nuove tecnologie per il raffrescamento rinnovabile
Intervista

Solar Cooling: vantaggi, problematiche e rientro dell’investimento, quando conviene e quando no

Ilaria Bertini è il responsabile ENEA che ha curato la progettazione e l'installazione dell’impianto di Solar Cooling di Casaccia, compiendo un primo importante passo verso la diffusione effettiva di questa tecnologia, assieme all’equipe di ENEA. L’impianto è infatti realizzato con apparecchiature e macchine commerciali facilmente reperibili sul mercato, a dimostrazione del fatto che impianti di questo tipo sono possibili, fattibili e spesso anche convenienti.

Ing. Bertini, quali sono i principali punti di forza dell’impianto di Solar Cooling da voi realizzato e monitorato a Casaccia, a quanto ammontano i risparmi energetici?

«Purtroppo ancora non siamo riusciti a fare un monitoraggio completo, a causa anche delle condizioni eccezionali del clima di quest’anno. Possiamo comunque affermare con sicurezza che i consumi, con l’installazione di questo impianto, si sono ridotti con una percentuale sicuramente superiore al 40%.

Durante la stagione estiva, infatti, l’unica energia non rinnovabile necessaria al raffrescamento dell’edificio è quella necessaria all’alimentazione delle pompe per far circolare i fluidi e dei fancoil.

Anche durante l’inverno abbiamo ottenuto dei risparmi consistenti: l’acqua calda prodotta dai pannelli solari viene dirottata direttamente sul circuito di riscaldamento, anche se è comunque necessaria una caldaia a condensazione come integrazione, i risparmi sono davvero consistenti.
Infine, grazie ai due accumuli integrati nel sistema, che consentono di sopperire alla discontinuità della fonte solare, riusciamo a coprire anche il fabbisogno notturno e, quando il sistema viene riavviato la mattina, non sono necessari grandi sbalzi termici per renderlo pienamente operativo. Il vantaggio di questo sistema, rispetto ad un accumulo singolo, è che si riesce a sfruttare al meglio il bilanciamento, quindi non si ha mai un completo svuotamento, ma si va sempre a bilanciare la temperatura».

Quali sono, invece, le maggiori criticità per questo tipo di impianto?

«Grossi problemi in realtà non ci sono, la tecnologia è sostanzialmente matura e sarebbe pronta per una diffusione almeno nel settore del terziario, il fatto che non esistono, però, delle aziende che vendano questo tipo di tecnologia con formule chiavi in mano è un problema per il mercato. Il sistema è formato, infatti, dall’integrazione di più componenti: pannelli, macchina ad assorbimento, accumulo, sistemi per il controllo e terminali.

Per realizzare un impianto di Solar Cooling, quindi, la progettazione non risulta affatto semplice: il progettista deve mettere assieme tutti i componenti e bilanciarli, l’installazione va fatta a regola d’arte per ottenere i massimi benefici, i tempi si allungano e spesso i prezzi lievitano, lei capisce che questo può essere disarmante...

Inoltre, purtroppo, non esistono ancora delle economia di scala che permettano una riduzione dei costi, soprattutto per gli assorbitori, quindi questi impianti risultano ancora molto costosi, sicuramente lo sono per le medie taglie, anche se bisogna sottolineare che, salendo di taglia (parliamo di grandi edifici per il terziario), risultano in realtà sempre più convenienti».

Questi sistemi possono essere utilizzati anche per le ristrutturazioni?

«L’unica vera precondizione è che sia presente un impianto a bassa temperatura, che possa fornire anche il raffrescamento estivo, come i fancoil nel caso di Casaccia, o un impianto radiante a pavimento o a soffitto. Non vanno bene ovviamente gli impianti a radiatori, in quel caso sarebbe necessario cambiare il sistema di distribuzione, ma generalmente nel terziario i radiatori non sono molto diffusi, anche se in alcuni edifici storici sono ancora presenti.

A quanto ammonta mediamente il tempo di ammortamento per un impianto di questo tipo?
Su taglie medie, come nel caso di Casaccia (circa 600 mq con 28 uffici) siamo nell’ordine di una decina di anni. In linea generale, comunque, più si aumentano le taglie più diventa conveniente l’installazione.

Il nuovo Conto Termico, da poco entrato in vigore prevede dei vantaggi particolari per questo tipo di tecnologia: con gli incentivi i tempi di rientro scendono quindi a 4-5 anni, inoltre, mentre per tutte le altre tecnologie è possibile ottenere l’incentivazione solo per le sostituzioni, nel caso del Solar Cooling è possibile anche con gli impianti di nuova realizzazione».

Crede che questa tecnologia possa avere un futuro anche per il residenziale?

«Se con residenziale intende la casa unifamiliare, lo scoglio grosso è il costo delle macchine ad assorbimento di piccola taglia, che sono ancora decisamente troppo costose, quindi allo stato attuale direi di no.

Per quanto riguarda invece il condominio, il discorso potrebbe essere più interessante. Bisogna sottolineare però che nel residenziale il raffrescamento è ancora poco diffuso, diversamente dal terziario, dove è ormai una condicio sine qua non.

Quando si fanno delle spese di questo genere bisogna calcolare il tempo di ritorno in funzione delle effettive ore di funzionamento: chiaramente la molla economica è quella principale, quindi, se devo spendere una cifra molto elevata per poi utilizzare questo oggetto poche ore al giorno, ad esempio solo durante la notte, non c’è convenienza».

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