Focus Dal mondo

07.03.2022

La dicotomia rinnovabili-carbone per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas di Putin

Le proposte dell’Agenzia Internazionale dell’Energia per contenere gli effetti provocati dalla rinuncia al gas russo da parte dei paesi europei

In quest’ultimo periodo la dipendenza dell’Europa dal gas naturale importato dalla Russia è stata evidenziata fortemente, e gli sviluppi del confitto in Ucraina potrebbero portare alla riduzione di oltre un terzo delle importazioni europee di gas dalla Russia.

Nel corso del 2021,l'Unione Europea ha importato in media più di 380 milioni di metri cubi al giorno di gas tramite gasdotto dalla Russia, circa 140 miliardi di metri cubi, a cui si aggiungono 15 miliardi di metri cubi consegnati sotto forma di gas naturale liquefatto (GNL). Il totale delle importazioni di energia dalla Russia ha rappresentato circa il 45% delle importazioni di gas dell'UE nel 2021 e quasi il 40% del suo consumo totale di gas.

Ma le azioni che l’Unione Europea metterà in atto contro la Russia per punire gli attacchi contro l’Ucraina metteranno in crisi questo sistema di approvvigionamento, che dura ormai da decenni. Certamente la transizione energetica ridurrà progressivamente il consumo e di conseguenza anche le importazioni di gas, ma si tratta di un progetto a medio-lungo termine, che da solo non può risolvere le dinamiche attuali, che inevitabilmente porteranno a una situazione futura molto incerta.

L’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha elaborato un’analisi che propone una serie di azioni immediate che potrebbero essere intraprese  dall’Europa al fine di ridurre la dipendenza dal gas russo, per limitare le drammatiche conseguenze economiche che altrimenti si ripercuoteranno nelle bollette dei consumatori.

Queste proposte potrebbero portare la richiesta annuale UE di importazioni di gas dalla Russia a diminuire di oltre un terzo in un anno,  pur allineandosi con le ambizioni climatiche del Green Deal europeo e con il raggiungimento dell’obiettivo emissioni nette zero entro il 2050 dell’IEA, secondo cui entro il 2030 l’Europa dovrà eliminare l’esigenza di importare gas dalla Russia.

Per uscire da questa situazione critica si dovrà optare per delle soluzioni che porteranno a dei compromessi, come evidenziato dall’analisi dell’IEA: cruciale sarà il ruolo delle energie rinnovabili, ma per accelerarne lo sviluppo di questi sistemi ci vogliono tempo e risorse, e bisogna tenere presente che all’interno dell’Unione Europea coesistono paesi con diverse situazioni e accordi energetici. Ecco perché sarà necessario un forte dialogo internazionale e un maggiore rafforzamento della cooperazione con i gasdotti e gli esportatori di GNL alternativi a quelli russi.

I dieci punti IEA per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas della Russia

1) Non firmare nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia

Può sembrare ovvio, ma è questo il punto di partenza, proprio perché i contratti con Gazprom, che coprono quasi 40 miliardi di metri cubi di gas importato annualmente in Europa, scadranno alla fine di questo decennio. In questa finestra temporale, l’UE dovrà darsi da fare per trovare delle soluzioni alternative per l’approvvigionamento energetico, e in questo modo ridurrà i livelli minimi contrattuali di take or pay per le importazioni russe e consentirà una maggiore diversità di fornitura.

2) Sostituire le forniture russe con fonti di gas alternative

In questo modo si potrebbe aumentare la fornitura di gas non russa di circa 30 miliardi di metri cubi entro un anno: la produzione all'interno dell'UE e le importazioni di gasdotti non russi potrebbero crescere nel prossimo anno fino a 10 miliardi di metri cubi, e nel corso dell’analisi l’IEA ha preso considerato anche un aumento di 20 miliardi di metri cubi nelle importazioni di GNL dell'UE nel corso del prossimo anno.

3) Introdurre obblighi minimi di stoccaggio del gas per rafforzare la resilienza del mercato entro il prossimo inverno

4) Accelerare la diffusione di nuovi progetti per l’energia eolica e solare

Si tratta in particolare di progetti su scala industriale, che potrebbero essere completati in anticipo se si velocizzano le autorizzazioni. Sviluppare ulteriori 35 TWh di generazione da nuovi progetti rinnovabili nel prossimo anno, in aggiunta a quelli già previsti, porterebbe a una riduzione del consumo di gas di 6 miliardi di metri cubi.

5) Massimizzare la produzione da fonti esistenti a basse emissioni, come bioenergia e nucleare

Il ritardo delle chiusure programmate di diversi reattori in Europa potrebbe ridurre la domanda di gas dell'UE di quasi 1 miliardo di metri cubi al mese e ad ottenere ulteriori 70 TWh di produzione di energia da fonti dispacciabili esistenti a basse emissioni, con una riduzione del consumo di gas per l'elettricità di 13 miliardi di metri cubi.

6) Adottare misure a breve termine per proteggere i consumatori dall’aumento dei prezzi per l’energia elettrica

Potrebbero essere prese in considerazione anche misure fiscali temporanee per aumentare le aliquote sui profitti eccezionali delle società elettriche, al fine di ridurre le bollette energetiche per i consumatori anche quando i prezzi del gas naturale rimangono elevati, rendendo così disponibili fino a 200 miliardi di EUR per attutire l'impatto sui gruppi vulnerabili.

7) Velocizzare la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore

Le pompe di calore rappresentano una soluzione efficiente ed economica per il riscaldamento domestico, e per questo è importante accelerare la loro installazione al posto delle caldaie che utilizzano gas (o altri combustibili fossili), perché investendo di più in questi sistemi il consumo di gas per il riscaldamento potrebbe essere ridotto di ulteriori 2 miliardi di metri cubi in un anno.

8) Migliorare più rapidamente l’efficienza energetica di edifici e industrie

Questo ridurrebbe il consumo di gas per il riscaldamento di quasi 2 miliardi di metri cubi aggiuntivi entro un anno, abbassando le bollette energetiche, migliorando il comfort abitativo e aumentando la competitività industriale.

9) Incoraggiare la regolazione temporanea del termostato da parte dei consumatori

Anche se si tratta di una strategia temporanea, permetterebbe comunque di ottenere un notevole risparmio di energia.

10) Intensificare gli sforzi per diversificare e decarbonizzare le fonti di flessibilità del sistema elettrico

Una forte spinta all'innovazione a breve termine potrebbe allentare i forti legami tra l'approvvigionamento di gas naturale e la sicurezza dell'elettricità in Europa. I segnali dei prezzi dell'elettricità in tempo reale possono sbloccare una domanda più flessibile, che riduce a sua volta le esigenze di picco di fornitura di gas costose e ad alta intensità.

Kadri Simson, Commissario europeo per l'Energia, ha dichiarato: “Ridurre la nostra dipendenza dal gas russo è un imperativo strategico per l'Unione europea. Negli ultimi anni abbiamo già notevolmente diversificato la nostra offerta, costruendo terminali GNL e nuovi interconnettori. Ma l'attacco della Russia all'Ucraina è un momento spartiacque. La prossima settimana la Commissione proporrà un percorso per l'indipendenza dell'Europa dal gas russo il prima possibile. L'analisi dell'AIE delinea una serie di passi concreti che possiamo compiere verso tale obiettivo”.

La rinuncia al gas russo potrebbe favorire l’utilizzo di carbone e altri combustibili fossili

L’IEA prende in considerazione anche un’altra alternativa affinché l’Europa riduca ancora più velocemente la dipendenza dal gas della Russia, che in breve tempo potrebbe essere ridotta di oltre 80 miliardi di metri cubi, ovvero ben oltre la metà, rallentando però la transizione energetica.

La principale opzione a breve termine comporterebbe l'abbandono dell'uso del gas nel settore energetico a favore di un maggiore ricorso alla flotta europea a carbone o utilizzando combustibili alternativi (principalmente combustibili liquidi) all'interno delle centrali elettriche a gas esistenti.

Queste alternative, se è vero che da un lato aumenterebbero le emissioni dell'UE, vanificando alcuni degli sforzi fatti fino ad ora per promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili, dall’altro l’IEA stima che un passaggio temporaneo dal gas alla generazione a carbone o a petrolio potrebbe ridurre la domanda di gas di circa 28 miliardi di metri cubi.

Se questa opzione di “cambio combustibile” dovesse essere esercitata integralmente, insieme ai dieci punti precedentemente elencati, si otterrebbe una riduzione annua totale delle importazioni di gas dell'UE dalla Russia di oltre 80 miliardi di metri cubi.

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