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28.05.2025

Pompe di calore industriali: ricerca, progetti e sfide per la transizione energetica

Due progetti Horizon Europe testano le pompe di calore industriali in contesti reali. Sfide, soluzioni e prospettive per la transizione energetica.

Nel panorama europeo della decarbonizzazione industriale, le pompe di calore stanno emergendo come una tecnologia strategica per il futuro del riscaldamento a media e alta temperatura. Grazie al sostegno dei progetti Horizon Europe Push2Heat e SPIRIT, si stanno concretizzando soluzioni in grado di portare il calore fino a 200°C, aprendo nuovi scenari applicativi in settori energivori.

I risultati delle sperimentazioni e l’analisi delle barriere sistemiche alla loro diffusione, secondo l’ultimo rapporto di EHPA delineano un quadro ambizioso ma ancora frammentato. La sfida non è solo tecnica: servono politiche coordinate, modelli di business lavorativi e una crescente sinergia tra industria, ricerca e istituzioni.

Push2Heat e SPIRIT: l’Europa testa il futuro del calore industriale

Le tecnologie di riscaldamento basate sulle pompe di calore stanno affrontando un salto di scala, grazie alla sperimentazione su casi reali condotta da due importanti iniziative europee: Push2Heat e SPIRIT. Con un finanziamento congiunto di oltre 20 milioni di euro, i progetti hanno l’obiettivo di dimostrare l’efficacia delle pompe di calore in contesti industriali complessi e ad alte temperature.

Push2Heat prevede test su 3 siti dimostrativi, tra cui una cartiera in Germania e un impianto chimico in Belgio, dove vengono utilizzate tecnologie avanzate di compressione di vapore e trasformazione termochimica. In parallelo, SPIRIT punta a portare l’operatività delle pompe di calore fino a 160°C, con dimostrazioni in settori come l’industria alimentare e cartaria, incluso il sito pilota presso lo zuccherificio Tiense Suikerraffinaderij.

A supporto, un’indagine condotta in 12 Paesi ha evidenziato il punto di vista di stakeholder industriali e politici, analizzando ostacoli e leve attraverso il modello PESTEL. Tra i principali freni emergono i costi iniziali elevati, la frammentazione normativa e la mancanza di standard. Tuttavia, la crescita della consapevolezza industriale, il miglioramento tecnico e nuovi modelli come il “Heat as a Service” indicano che il terreno per una diffusione ampia è già stato tracciato. 

Barriere sistemiche e opportunità: la visione condivisa per la decarbonizzazione

L’adozione su larga scala delle pompe di calore industriali richiede molto più della sola maturità tecnologica. Durante un recente webinar europeo, esperti e operatori hanno messo in evidenza l’importanza di un approccio integrato: norme, incentivi, formazione e casi di successo sono gli strumenti chiave per accelerare la transizione.

Jozefien Vanbecelaere, direttrice politica dell’Associazione Europea delle Pompe di Calore, ha illustrato le misure del Clean Industrial Deal, con strumenti come l’asta del Fondo per l’Innovazione e nuove direttive sugli aiuti di Stato pensate per sostenere l’elettrificazione del riscaldamento industriale e il recupero del calore. Accanto a lei, Cordin Arpagaus (OST) ha ribadito la prontezza tecnologica di molte soluzioni ad alta temperatura, pur sottolineando ostacoli come l’integrazione con i sistemi a vapore esistenti e le normative sui refrigeranti.

Anche la voce dell’industria è stata centrale: SPH fornisce calore e vapore a diversi settori industriali, ma la scalabilità dipende ancora dalla disponibilità di capitali e dalla diffusione di installazioni di riferimento. Bart Aerts, dello zuccherificio Tiense, ha confermato che il dimostratore SPIRIT rappresenta un passo decisivo per la sostenibilità del settore, pur evidenziando le difficoltà legate ai costi e alla mancanza di standard comuni. La direzione è tracciata: ora serve un’azione collettiva per concretizzare il potenziale delle pompe di calore su scala europea.

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