Materiali critici: le catene di approvvigionamento sono vulnerabili e concentrate geograficamente. L’analisi IRENA
Le riserve di materiali critici non mancano ma i rischi di sfruttamento e violazione dei diritti umani per la comunità locali restano ancora troppo elevate
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Diversificare le catene di approvvigionamento. Questo l’obiettivo evidenziato da IRENA nell’ultimo rapporto dal titolo “Geopolitics of the energy transition: Critical Materials”.
La transizione energetica richiede un drastico aumento della fornitura di materiali critici, ma attualmente le catene di approvvigionamento restano vulnerabili e concentrate geograficamente, con rischi sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Di seguito, l’analisi del rapporto.
Materiali critici: l’estrazione e la lavorazione sono concentrate in pochi Paesi
Sebbene le riserve di materiali critici per la transizione energetica non manchino, le capacità globali di estrazione e raffinazione sono limitate.
IRENA, all’interno del rapporto, studia i rischi e le opportunità geopolitiche legati a una crescente domanda di materiali ritenendo fondamentale un approccio olistico per diversificare le catene di approvvigionamento, che al momento risultano frammentate.
L’estrazione e la lavorazione di materiali critici è geograficamente concentrata, con pochi Paesi e poche grandi aziende che riescono a svolgere un ruolo dominante. Shock esterni, protezionismo delle risorse, restrizioni all’esportazione e manipolazione del mercato potrebbero aumentare i rischi di carenza di approvvigionamento.
Nello specifico, l’estrazione di materiali critici è altamente concentrata in specifiche località geografiche:
- Austrialia: litio;
- Cina: Grafite;
- Cile: rame e litio;
- Repubblica Democratica del Congo: cobalto;
- Indonesia: nichel;
- Sud Africa: platino, iridio.
La lavorazione, secondo il rapporto, è ancora più concentrata, con la Cina che rappresenta oltre il 50% della fornitura mondiale raffinata di grafite, disprosio, cobalto, litio e manganese. L’industria dell’approvvigionamento è, quindi, dominata da poche grandi aziende, che di conseguenza portano a mercati oligopolistici.
Materiali critici: i processi di produzione e i rischi per le comunità locali
Dal lato delle riserve di materiale critico già estratto, esse sono ampiamente distribuite. I Paesi in via di sviluppo attualmente rappresentano la maggior parte della produzione globale attualmente necessaria alla transizione energetica.
Tuttavia, come è avvenuto per secoli con le industrie estrattive, le attività e i processi di produzione comportano, purtroppo, rischi per le comunità locali come abusi dei diritti umani, degrado del suolo o l’esaurimento e la contaminazione delle risorse idriche.
IRENA ritiene fondamentale la cooperazione internazionale per il rispetto degli standard per lo sviluppo sostenibile e per una catena di approvvigionamento sicura e diffusa.
Scarica il rapporto completo per leggere tutti i dati!
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