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Linee Guida APE, FER ed efficienza energetica: insoddisfazione per i frigoristi
Disappunto di Assofrigoristi nel mancato recepimento delle proprie richieste nelle linee guida APE, FER ed efficienza energetica, così si lascia campo aperto agli “unni dell’installazione”
In seguito all’ok della conferenza delle Regioni al testo sulle linee guida di APE e FER il Direttore di Assofrigoristi ha espresso il suo disappunto in merito al mancato recepimento delle richieste espresse dall’associazione e che erano state avanzate a tutela delle aziende frigoriste.
Marco Masini, direttore di Assofrigoristi, ha illustrato la situazione attraverso una nota contenuta in una recente newsletter della FINCO, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione.
Nel testo di Masini si coglie da subito un certo disappunto nel mancato recepimento delle richieste avanzate da Assofrigoristi nel testo che è stato licenziato della Conferenza Unificata lo scorso 21 marzo: in particolare si riferisce alla richiesta di possesso dei requisiti di cui al DM 37/2008 per gli impiantisti, cioè l’iscrizione alla CCIAA, e al possesso delle certificazioni aziendali e personali relative al DpR 43/2012 in aggiornamento, in merito agli F-gas.
Masini scrive infatti: “Dover ribadire ad ogni possibile occasione che gli incentivi, le detrazioni, le deduzioni o ogni altra forma di supporto strutturale o congiunturale ad un settore - in questo caso quello della refrigerazione e della climatizzazione - sono da considerare come disponibili solo per quelle aziende che hanno investito nelle certificazioni obbligatorie e necessarie, dovrebbe essere superfluo”.
Nonostante ciò, le linee guida che sono state create per semplificare e armonizzare le procedure di installazione di impianti e strumenti tecnologici che hanno la facoltà di migliorare l’efficienza energetica, aumentare lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e armonizzare le modalità di attestazione della prestazione energetica degli edifici così come i requisiti per i certificatori, sono state adottate senza le tener conto delle richieste di Assofrigoristi.
Un esito inaspettato dato che il Ministero per lo Sviluppo Economico le aveva ritenute condivisibili, ma “pare che la specifica delle qualificazioni impiantistiche avrebbe inciso sulla CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), un documento che, essendo già definito da un preciso accordo Stato - Regioni, è sostanzialmente intoccabile.”
Conferma la delusione del Direttore Masini anche ciò che ha scritto invece il Presidente di Assofrigoristi Gianluca de Giovanni: “Se non vi fosse una costante omissione del rispetto di quelle due clausole di minima per il nostro settore e una sostanziale ignoranza degli uffici amministrativi territoriali nell’ambito delle tecnologie per la climatizzazione e refrigerazione, non ce la saremmo presa a male”.
La mancanza dei controlli sui requisiti di installazione e per la manutenzione delle pompe di calore da parte del GSE, di ENEA, dei Comuni operativi sulla CILA a parere del presidente ha l’effetto di lasciare campo aperto agli “unni dell’installazione”. Quella riguardante le linee guida su APE e FER viene quindi dipinta come l’ennesima occasione di miglioramento sprecata a causa di una scarsa competenza nelle operazioni in campo, l’associazione però non demorde: “Una più puntuale e costante partecipazione ai processi di formazione delle leggi dovrà dare i risultati attesi a vantaggio della categoria e del Paese”.
Marco Masini, direttore di Assofrigoristi, ha illustrato la situazione attraverso una nota contenuta in una recente newsletter della FINCO, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione.
Nel testo di Masini si coglie da subito un certo disappunto nel mancato recepimento delle richieste avanzate da Assofrigoristi nel testo che è stato licenziato della Conferenza Unificata lo scorso 21 marzo: in particolare si riferisce alla richiesta di possesso dei requisiti di cui al DM 37/2008 per gli impiantisti, cioè l’iscrizione alla CCIAA, e al possesso delle certificazioni aziendali e personali relative al DpR 43/2012 in aggiornamento, in merito agli F-gas.
Masini scrive infatti: “Dover ribadire ad ogni possibile occasione che gli incentivi, le detrazioni, le deduzioni o ogni altra forma di supporto strutturale o congiunturale ad un settore - in questo caso quello della refrigerazione e della climatizzazione - sono da considerare come disponibili solo per quelle aziende che hanno investito nelle certificazioni obbligatorie e necessarie, dovrebbe essere superfluo”.
Nonostante ciò, le linee guida che sono state create per semplificare e armonizzare le procedure di installazione di impianti e strumenti tecnologici che hanno la facoltà di migliorare l’efficienza energetica, aumentare lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e armonizzare le modalità di attestazione della prestazione energetica degli edifici così come i requisiti per i certificatori, sono state adottate senza le tener conto delle richieste di Assofrigoristi.
Un esito inaspettato dato che il Ministero per lo Sviluppo Economico le aveva ritenute condivisibili, ma “pare che la specifica delle qualificazioni impiantistiche avrebbe inciso sulla CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), un documento che, essendo già definito da un preciso accordo Stato - Regioni, è sostanzialmente intoccabile.”
Conferma la delusione del Direttore Masini anche ciò che ha scritto invece il Presidente di Assofrigoristi Gianluca de Giovanni: “Se non vi fosse una costante omissione del rispetto di quelle due clausole di minima per il nostro settore e una sostanziale ignoranza degli uffici amministrativi territoriali nell’ambito delle tecnologie per la climatizzazione e refrigerazione, non ce la saremmo presa a male”.
La mancanza dei controlli sui requisiti di installazione e per la manutenzione delle pompe di calore da parte del GSE, di ENEA, dei Comuni operativi sulla CILA a parere del presidente ha l’effetto di lasciare campo aperto agli “unni dell’installazione”. Quella riguardante le linee guida su APE e FER viene quindi dipinta come l’ennesima occasione di miglioramento sprecata a causa di una scarsa competenza nelle operazioni in campo, l’associazione però non demorde: “Una più puntuale e costante partecipazione ai processi di formazione delle leggi dovrà dare i risultati attesi a vantaggio della categoria e del Paese”.
