L'efficienza energetica negli obiettivi europei e italiani
La strategia europea per la lotta ai cambiamenti climatici è un insieme piuttosto articolato di strumenti, misure ed azioni che si è evoluto notevolmente negli ultimi 15 anni, ponendo l’Unione Europea in una posizione di leadership mondiale nell’ambito dello sviluppo sostenibile.
Il pacchetto clima 2020 impostato nel 2008 proponeva, i ben noti, obiettivi per il 2020: diminuzione del 20% delle emissioni, miglioramento del 20% dell’efficienza energetica e un contributo del 20% di fonti rinnovabili nel mix energetico. Gli obiettivi 2020 sono stati in gran parte raggiunti realizzando una riduzione delle emissioni di gas serra del 24% (nel 2019) in un quadro di crescita economica di circa il 60% rispetto ai livelli del 1990 presi come punto di partenza per la valutazione. Forte dei risultati raggiunti, nel 2018 l’Unione ha adottato Il “Pacchetto clima-energia 2030”, che aggiorna gli obiettivi per il successivo decennio:
- una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra;
- una quota almeno del 32% di energia rinnovabile;
- un miglioramento almeno del 32,5% dell'efficienza energetica.
La Commissione Europea sulla base dello studio dei Piani Energetici e Climatici per il periodo 2021-2030 inviati dagli stati membri in attuazione del pacchetto clima 2030, ha poi rivisto al rialzo gli obiettivi con la pubblicazione del pacchetto “Fit for 55” anche detto “Green Package” adottato dalla Commissione il 14 luglio 2021 che porta il target per la diminuzione delle emissioni al 55% invece che al 40%. L’aggiornamento dei Piani Nazionali Integrati per l'Energia e il Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi è stato previsto per giugno 2023.
Le recenti vicende della crisi Ucraina hanno contribuito a promuovere una ulteriore direttiva (dir.2023/1791 UE, settembre 2023) sulla efficienza energetica che sostituirà completamente la vigente (Dir 2012/27/UE) nel 2025, essa pone nuovi e sfidanti obiettivi per il 2030 impostando una riduzione dei consumi di energia primaria del 40,6% e una diminuzione degli usi finali del 38%.
Il principio della “efficienza energetica al primo posto” sancito nel regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, è così posto al centro della strategia europea perché, appunto, consumare meno è la chiave per migliorare la resilienza del sistema contribuendo sia a diminuire le emissioni che a limitare la dipendenza dalle importazioni di energia fossile. L’obiettivo è settato diversamente per il consumo di Energia Primaria e per i Consumi Finali, dove per il primo si intende il consumo interno lordo di energia, (esclusi gli usi non energetici) mentre il secondo comprende tutta l’energia fornita per l’industria, i trasporti, le famiglie, i servizi e l’agricoltura escludendo i settori della produzione e trasformazione dell’energia. Le principali linee d’azione individuate riguardano il consumo degli edifici residenziali e del terziario, i trasporti e la lotta alla povertà energetica; si evidenzia inoltre il ruolo centrale della PA come promotore e leader del processo. Gli Stati membri dovranno, quindi, adeguare i rispettivi piani nazionali entro il 2024, indicando i propri obiettivi ed il loro contributo all’obiettivo generale.
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