Speciale 15
Pellet, biomasse e legna tra ecologia, tradizione e tecnologia
Intervista a Intervista a Stefano Tura, Sales Manager di Uniconfort

Intervista a Stefano Tura di Uniconfort

In 12 anni 34 milioni di tonnellate di CO2 in meno in atmosfera. Nel Veneto il terzo produttore mondiale di caldaie a biomasse

Provengono da San Martino di Lupari le caldaie a biomasse che scaldano Severoonezhsk, città russa di 200 mila abitanti, i supermercati Sainsbury, la seconda catena inglese con oltre mille punti vendita, e centinaia di aziende in tutto il mondo. 2500 impianti prodotti ed installati negli ultimi 12 anni, una per ogni giorno lavorativo, che hanno evitato l’emissione in atmosfera di 34 milioni di tonnellate di CO2 rispetto all’utilizzo di gasolio e metano. Una quantità di CO2 risparmiata all’ambiente equivalente a quella

prodotta da sei milioni di automobili che fanno un giro completo della Terra! Ringrazia l’ambiente, dunque, ma non solo. In questo momento di crisi, infatti, l’azienda padovana non ha chiesto un’ora di cassa integrazione, anzi, continua ad assumere, forte di un fatturato in continua crescita. Stiamo parlando di Uniconfort, una sorta di miracolo del Nordest che progetta, realizza ed installa impianti alimentati da caldaie a biomasse solide, che si colloca tra le prime tre aziende del settore nel panorama mondiale.

La tecnologia della combustione del pellet si sta sempre più diffondendo anche in Italia. Qual è la vostra posizione riguardo allo sviluppo futuro di questa tecnologia?

"La combustione del pellet produce energia pulita e proprio per questo ricade nelle incentivazioni previste dal Governo miranti alla sua diffusione. Credo che abbia un buon futuro in Italia, soprattutto in uso domestico e per le piccole caldaie industriali."

A suo avviso quali possono essere gli ostacoli che frenano il consumatore finale verso la scelta di questa tecnologia? Ritiene che ci possano essere novità tali da permettere il superamento dei suddetti ostacoli?

"Il pellet è relativamente costoso. Se è economicamente sostenibile per un uso limitato, come quello che ne possono fare le famiglie, il costo ne frena invece l'utilizzo da parte di aziende e industrie, che preferiscono utilizzare il cippato, molto più economico. E' possibile che nel prossimo futuro venga introdotto pellet prodotto con materia prima diversa dal legno (sottoprodotti dell'industria agroalimentare o altro) con costi inferiori e caratteristiche tecniche non adatte all'uso domestico ma all'uso industriale."

Sono diverse le aziende nel campo della produzione di generatori a biomassa e/o pellet, ma spesso i rendimenti non sono chiari o di facile lettura. Qual è la posizione della sua azienda riguardo alla possibilità di rendere obbligatorio esporre i valori del rendimento dei generatori calcolati secondo la norma EN 303-5?

"Siamo assolutamente favorevoli. L'obbligatorietà della dichiarazione del rendimento in modo univoco libererebbe il mercato da produttori poco affidabili favorendo le aziende produttrici più serie. Inoltre incrementerebbe la diffusione di caldaie ad alta tecnologia."

Considerato il ruolo sempre maggiore che l'elettronica gioca all'interno delle caldaie a metano nell'aumento dei rendimenti, ritiene possibile che un percorso simile si sviluppi anche nei generatori a legna?

"Per quanto riguarda Uniconfort, investiamo in ricerca da molti anni e tutte le caldaie che installiamo si avvalgono di circuiti elettronici e PLC di controllo molto sofisticati ed in grado di condurre la combustione in maniera molto efficiente ma anche nel rispetto delle più restrittive norme sulle emissioni in atmosfera."

Non ritiene che l'uso intensivo di questi generatori, pur riducendo sensibilmente l'uso di combustibili fossili, rischi di incrementare la quantità di polveri sottili?

"Assolutamente no. I generatori a biomassa vergine, dotati di PLC di controllo della combustione, di sonda Lambda e di adeguati filtri ad altissima efficienza, producono polveri in quantità minima, inferiore ai più restrittivi limiti di Legge."