Installati più di 47.000 sistemi di accumulo durante il primo semestre 2022: lo dimostra l’ultimo report ANIE
ANIE registra un trend in crescita per l’installazione di sistemi di accumulo che, ad oggi, raggiungono quota 122.279: la Lombardia è la Regione più virtuosa

Il report “Osservatorio Sistemi di Accumulo al 30 Giugno 2022” pubblicato da ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, dimostra che le installazioni dei sistemi di accumulo (SdA) durante il primo semestre del 2022 hanno subito una rapida crescita.
Le installazioni di energy storage in Italia registrate al 30 Giugno 2022 hanno raggiunto quota 122.279, generando una potenza complessiva di 720 MW e una capacità massima di 1.361 MWh.
A questi dati si sommano ulteriori 60 MW e 250 MWh prodotti dalle installazioni di Terna, gruppo proprietario della rete di trasmissione nazionale italiana (RTN) dell'elettricità ad alta e altissima tensione.
Il trend che ha caratterizzato il periodo compreso tra Gennaio e Giugno 2022 è stato in costante crescita per quantità di installazioni, potenza e capacità di accumulo rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti.
Solamente in questi due trimestri sono state installate ben 47.159 unità che si contraddistinguono per una potenza di 303 MW e una capacità di 632 MWh.
Gli impianti installati si possono suddividere in base alla loro configurazione: il 91%, infatti, è composto da installazioni definite “lato produzione in corrente continua”, mentre le configurazioni “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 4% e il 5%.
Sommando questi dati relativi al primo semestre del 2022 con i dati degli anni precedenti, il report di ANIE afferma che la principale configurazione utilizzata per i sistemi di accumulo rimane quella “lato produzione in corrente continua” che rappresenta il 77% del totale, mentre gli impianti con struttura “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” si attestano rispettivamente i restanti 8% e 15%.
Dalle analisi effettuate da ANIE emerge che la tecnologia più diffusa per i sistemi di accumulo è quella a base di Litio, che ricopre la quasi totalità delle installazioni (98,5%), seguita da quella a base di Piombo, anche se la percentuale in questo caso è estremamente bassa (1,1%).
Nel semestre Gennaio-Giugno 2022, la Regione italiana che ha incrementato l’installazione di sistemi di accumulo del 476% rispetto allo stesso periodo nel 2021 è stata la Toscana grazie alle sue 3.335 installazioni, seguita poi da Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto che hanno dimostrato un aumento di circa il 300%.
Dai dati cumulati al 2022, ANIE dichiara che attualmente la Regione più virtuosa dal punto di vista del numero di sistemi di accumulo installati (27.652) è la Lombardia, in grado di generare una potenza di 143 MW e una capacità di 281 MWh, seguita dal Veneto, con 18.317 sistemi di accumulo in grado di produrre 99 MW e 216 MWh e dall’ Emilia-Romagna con 9.660 SdA per 58 MW e 100 MWh.
Secondo ANIE, la quasi totalità dei sistemi di accumulo (93%) è di taglia inferiore a 20 kWh, di cui il 40% ha una capacità compresa tra 5 e 10 kWh, il 26% ha una capacità compresa tra 10 kWh e 15 kWh e il 21% è inferiore a 5 kWh.
Dai dati divulgati da Terna, inoltre, si evince che è entrato in uso un terzo sistema di accumulo abbinato a una centrale termoelettrica per una potenza di 10 MW ed una capacità di 10 MWh, mentre sono solamente due gli impianti SdA stand-alone e tre impianti i SdA abbinati a centrali termoelettriche. Non subiscono variazioni nelle quantità neppure l’unico sistema di accumulo a celle a combustibile, né le due unità SdA abbinate a un impianto eolico.
La Federazione conferma quindi che la prevalenza nel mercato è rappresentata da sistemi di accumulo di media taglia abbinati a utenze fotovoltaiche (99,9%), sia per le realtà residenziali che per le piccole e medie imprese.
ANIE sostiene che il trend positivo riguardante l’incremento dei sistemi di accumulo conseguito nei primi tre mesi del 2022 sia da imputare al Superbonus 110% e alla relativa cessione del credito e sconto in fattura, che permettono di beneficiare di cospicue detrazioni fiscali.
Per questo motivo, la recente stabilizzazione del numero di installazioni a una media di circa 8.500 unità al mese potrebbe essere un segnale per il Governo per intervenire nuovamente sulle norme in materia di incentivi, evitando che siano messi in serio pericolo gli investimenti attuali e futuri.