Proposta di emendamento sugli impianti agro-fotovoltaici: le perplessità di Italia Solare
L’associazione critica il limite del 5% e il vincolo alla proprietà del terreno che ostacolerebbero la realizzazione di impianti agro-fotovoltaici

Italia Solare si esprime contro quanto emerso dalla conferenza unificata Stato-Regioni : ciò che non convince l’associazione è il passaggio della proposta di emendamento della RED2, la Direttiva europea recepita in Italia lo scorso settembre che ha lo scopo di far promuovere agli Stati membri l’utilizzo delle energie rinnovabili, secondo il quale “gli impianti agrovoltaici e gli impianti solari fotovoltaici possono essere collocati a terra su aree con destinazione agricola da parte dello stesso imprenditore agricolo che abbia la disponibilità del suolo e la titolarità dell’impianto in una percentuale non superiore al 5 per cento della superficie agricola utilizzata”.
Secondo l’associazione che supporta a livello nazionale l’utilizzo delle energie rinnovabili, soprattutto del solare fotovoltaico, la disposizione sopracitata ostacola chiaramente la diffusione dell’agro-fotovoltaico in Italia, rischiando di recare un danno non solo alla fonte energetica di per sé, che non avrebbe la possibilità di diffondersi quanto necessario, ma anche agli stessi agricoltori che, come sottolinea Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, non sarebbero in grado di beneficiare a pieno dei potenziali ricavi provenienti dagli investimenti nel fotovoltaico. Inoltre, continua il massimo rappresentante dell’associazione, è difficile che siano proprio le aziende agricole a realizzare questo tipo di investimenti, importanti a livello economico e dietro ai quali c’è la necessità di un attento studio progettuale, perché quella dell’impiantistica e della convenienza energetica non è di certo una materia di loro competenza.
In realtà la forza e il vantaggio dei progetti agro-fotovoltaici stanno proprio nel fatto che essi riescono a legare due fattori importantissimi, specialmente al giorno d’oggi: l’agricoltura e l’energia.
Visti gli enormi benefici che gli impianti agro-fotovoltaici potrebbero portare nel settore agricolo e l’innovazione tecnologica che ne deriverebbe, Italia Solare non accetta il fatto che la proposta di emendamento preveda che l’impianto non superi il 5% della superficie totale del terreno, poiché si tratta di un valore troppo ridotto per avere i ritorni economici ed energetici che invece potrebbero portare gli impianti agro-fotovoltaici.
Inoltre, secondo quanto proposto dalla conferenza unificata, solo gli imprenditori agricoli proprietari dei terreni vi possono collocare degli impianti agro-fotovoltaici: secondo Italia Solare invece dovrebbero essere previste diverse alternative per quanto riguarda la proprietà e la gestione di questo tipo di progetti. Ad esempio, suggerisce Michela Demofonti, coordinatrice del Gruppo di Lavoro agro-fotovoltaico di Italia Solare, potrebbero esserci dei progetti in cui l’azienda agricola è proprietaria dell’impianto, ma anche altri con un’organizzazione diversa, in cui è un operatore energetico il locatario del sistema agro-fotovoltaico.
Italia Solare, che continua nella sua battaglia per un maggiore sviluppo e una diffusa promozione dell’uso strategico e intelligente dell’energia solare nel nostro paese, proprio qualche giorno si era pronunciata, insieme a Elettricità Futura, sulla questione dei moduli bifacciali e alla possibilità di installarli negli impianti fotovoltaici esistenti e futuri, chiedendo a CEI, GSE, MITE E RSE di apportare delle modifiche alla “definizione di potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un impianto fotovoltaico riferendola alle caratteristiche in corrente alternata, dal momento in cui tale scelta stimolerebbe tutti gli operatori del settore ad adottare, a parità di “occupazione di suolo”, tutte le possibili soluzioni per fare sì che l’impianto operi per massimizzare la produzione di energia elettrica utile.”
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