Speciale 73
Design e riscaldamento elettrico, nuove tecnologie e materiali per l’arredo
Intervista a Arch. Gianpaolo Forese

Il warm design e la ricerca dei materiali e delle forme

Per conoscere lo stato dell’arte, le problematiche e i possibili sviluppi del warm design, in particolare del design dei radiatori elettrici, abbiamo intervistato Ferruccio Tasinato, architetto e designer padovano, che ha collaborato con diverse aziende del veneto.


Arch. Tasinato, cosa si intende per warm design?

«Per warm design generalmente si intendono tutte le pratiche progettuali (e produttive) legate al design degli elementi riscaldanti: radiatori, termosifoni, stufe, caminetti, ecc.
In questo settore i consumatori hanno rivolto una particolare attenzione al design, inducendo nei prodotti una profonda rivisitazione formale. Una ulteriore sollecitazione in questa direzione è venuta da una speciale attenzione posta dal mercato alla sostenibilità energetica, alla coibentazione degli edifici, all’uso di energie rinnovabili e dalla progressiva evoluzione tecnologica che ha investito l’intero comparto produttivo.
Personalmente ho avuto modi di disegnare alcuni radiatori elettrici, una tipologia di prodotti che ha visto accentuarsi queste tendenze».


Qual è la tecnologia comunemente impiegata nei radiatori elettrici?

«Se consideriamo i radiatori in senso proprio – ovvero i dispositivi che riscaldano prevalentemente per irraggiamento – la tecnologia si basa sull’effetto Joule ed è piuttosto semplice. In sostanza, un conduttore emana calore quando viene percorso da una corrente elettrica. Il principio fisico è quello impiegato in molti elettrodomestici: dall’asciugacapelli e al tostapane.
Il conduttore riscaldante può essere realizzato in forme e materiali diversi: dalle fibre di carbonio alle leghe di alluminio. Il conduttore costituisce l’anima del dispositivo, e diffonde il calore a un materiale, dalle forme più diverse, che costituisce il vero e proprio elemento radiante.
Questa tecnologia, grazie anche al notevole isolamento termico degli immobili, ha ridotto significativamente i consumi di energia, portando i radiatori a potenze comprese tra 200 e 800 W».


Esistono dei materiali specifici per i radiatori elettrici?

«Da un punto di vista teorico è sufficiente che i materiali resistano alle sollecitazioni termiche a cui sono sottoposti.
Per quanto riguarda i radiatori d’arredo generalmente la temperatura di esercizio non supera i 70 °C pertanto — considerando un ragionevole margine di sicurezza — i materiali sono chiamati a resistere fino a 100°C.
Per quanto riguarda la conducibilità termica – escludendo l’impiego di materiali isolanti – essa influisce soltanto sull’inerzia della superficie radiante, ovvero sui tempi di cessione del calore.
La gamma di materiali che risponde a queste caratteristiche è piuttosto estesa.
L’alluminio, spesso presente nei radiatori, è particolarmente indicato sia per la sua versatilità, sia per gli aspetti relativi alla sostenibilità e al riciclo, verso i quali il mercato riserva un’attenzione via via crescente.
Cionondimeno, ho avuto modo di disegnare radiatori con lastre di vetro o di pietra naturale, che considero tra i materiali più eleganti e in grado di conferire all’oggetto una sorprendente tattilità.
Lo scorso aprile, al Fuori Salone di Milano, con l’azienda Warmset abbiamo presentato “Lithos” un elemento riscaldante in marmo, tradizionalmente considerato un materiale freddo che – durante il funzionamento – ha rivelato un eccellente comportamento termico».


Ci parli della sua ricerca nel campo delle forme dei radiatori elettrici…

«Da un punto di vista più generale la forma dei radiatori ha subito un ripensamento con la caduta del cosiddetto “giogo idraulico”, che imponeva al termosifone tradizionale precise geometrie fluidodinamiche. Nel momento in cui è venuta meno la necessità assecondare la circolazione di fluidi (acqua, ma anche olio), l’elemento riscaldante ha potuto assumere un aspetto del tutto nuovo.
I primi radiatori elettrici che ho avuto modo di disegnare hanno recuperato le forme geometriche elementari: il quadrato, il rettangolo e il cerchio. Si tratta di sottili piastre radianti, di spessore complessivo inferiore a 3 cm, realizzate con lamiere di alluminio o in lastre di vetro colorato.
A questa prima collezione basic è poi seguita una serie di prodotti dal design più figurativo che ha affrontato temi complementari a quello dell’alimentazione elettrica.
L’Aquilone, per esempio, ha assegnato al cavo di alimentazione – che solitamente un dispositivo elettrico cerca di dissimulare - un ruolo partecipe all’immagine del prodotto.
Mentre “Bianca e Francesco”, due figure stilizzate di bimbi realizzate in lamiera di alluminio, rappresentano un radiatore free standing che intende fornire una risposta alle esigenze di mobilità e versatilità».


Mi incuriosisce quel tappeto dal quale spunta un interruttore…

«Si tratta di un nuovo prodotto realizzato per conto di una start up veneta. E’ un tappeto riscaldante, rivestito in tessuto di cotone naturale, in grado di conferire una piacevole sensazione di comfort a temperature modeste.
Pur nella sua semplicità, il progetto industriale mi ha colpito per l’impiego di tecnologie particolarmente innovative, sul fronte dei consumi, e per lo studio riservato dai tecnici all’attenuazione dei campi elettromagnetici.
Il tappeto consuma 100 W e consente di risolvere puntualmente situazioni di piccola criticità.
Con la medesima azienda abbiamo avviato una specifica ricerca sulle superfici riscaldanti in stoffa che sta portando a risultati incoraggianti sotto il profilo estetico e funzionale.
Merita forse sottolineare qui che il prodotto è realizzato da un’azienda italiana, con tessuti filati localmente, che il mercato estero apprezza in modo deciso».


So che ha affrontato il tema di funzioni complementari per i radiatori elettrici.

«Il tema della pluralità di funzioni in un oggetto è molto appassionante per un designer.
Lo stesso tappeto riscaldante, per certi versi, offre una prima risposta.
Tra i miei lavori per Deriva, ad esempio, ci sono due prodotti che integrano, ciascuno, una seconda funzione: Lavagna – nomen omen - è una piastra riscaldante interamente realizzata in ardesia naturale levigata. Pensata per la cucina o per gli ambienti informali, costituisce un complemento d’arredo sul quale si possono annotare degli appunti con i comuni gessetti.
Lo Stelo, invece, rappresenta una famiglia di radiatori che integrano una sorgente luminosa. Si tratta di un tubo verticale in alluminio, che può essere sistemato a pavimento - come una comune piantana - o sospeso al soffitto.
Al suo interno è incassata una barra Led di ultima generazione che – anche nella stagione estiva – consente un’illuminazione ambientale di particolare effetto».


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