Focus Mercati

10.12.2021
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Il settore idrotermosanitario mette il turbo: per il 2021 previsti grandi numeri per produzione, esportazione e investimenti

Secondo i dati pubblicati da ANIMA Confindustria, per quest’anno è prevista una grande crescita nel mercato idrotermosanitario italiano

Secondo l’analisi raccolti dall’Ufficio Studi ANIMA Confindustria, il mercato idrotermosanitario italiano alla fine del 2021 registrerà  segni particolarmente positivi nella produzione, nell’esportazione e negli investimenti.

Il settore idrotermosanitario, che comprende apparecchi e componenti per gli impianti termici, le apparecchiature e gli impianti aeraulici, per le acque primarie civili e industriali, il valvolame e la rubinetteria sanitaria e le pompe idrauliche, nel 2020 non avevano registrato grandi numeri a causa della pandemia: rispetto al 2019, infatti, la produzione aveva registrato un calo dell’8,6%,  arrivando a un valore di 10 miliardi di euro.

Ma nel 2021 l’intero settore si è riscattato ben oltre le aspettative: secondo le previsioni di ANIMA c’è in gioco una crescita potenziale che potrebbe superare il 20% e che porterebbe un valore di oltre 12 miliardi di euro nel mercato idrotermosanitario.

Le esportazioni potrebbero essere, anche per quest’anno, l’elemento trainante del settore, per il quale si prevede addirittura un valore maggiore rispetto al periodo pre-pandemi (intorno ai 7,5 miliardi) con una crescita del +19,6%.

Per quanto riguarda gli investimenti, che nel 2020 sono stati in leggero rialzo rispetto all’anno precedente, per il 2021 ci si aspetta un aumento del 6,5%, per un totale di 450 milioni di euro.  A livello occupazionale invece, secondo i dati il settore produttivo idrotermosanitario attualmente impiega circa 47.332 lavoratori, un valore che si è mantenuto stabile negli anni.

“Il comparto idrotermosanitario sta vivendo un periodo particolarmente positivo nel 2021, spinto dalle incentivazioni e dalle nuove richieste di abbattimento delle emissioni - ha dichiarato Marco Nocivelli, presidente ANIMA Confindustria – e come ANIMA siamo soddisfatti per i bonus edilizi che stanno promuovendo tecnologie sempre più efficienti, ma continuiamo a ribadire la necessità di snellire le pratiche per il Superbonus e di rendere i piani di incentivazione strutturati su un arco temporale di almeno 3-4 anni, per permettere a tutta la filiera di garantire i lavori in tempi ragionevoli. Oggi il comparto si trova a fronteggiare la scarsità di materie prime e microchip, e perfino le imprese dell’edilizia si trovano in difficoltà per la mancanza di ponteggi. Con un orizzonte temporale così breve degli incentivi, è impossibile rispettare tutte le scadenze”.

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