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10.01.2023
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Green economy, in Italia oltre 531mila imprese hanno investito nella sostenibilità nel 2021. Ma c’è ancora molto da fare

In aumento anche i green-jobs, che nel 2021 hanno toccato quota 3,1 milioni. La green economy rende le imprese più dinamiche sul mercato internazionale

3,1 milioni di green jobs e oltre 531.000 imprese italiane che hanno deciso di investire sulla green-economy e sulla sostenibilità ambientale.

Questi i dati presentati dal Rapporto GreenItaly 2022, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne. Un risultato significativo che però è ancora lontano dagli obiettivi al 2030. Necessario un aumento degli investimenti nelle rinnovabili e nella sostenibilità ambientale.

 

Investimenti in green-economy: imprese più dinamiche e aumento del fatturato

Nel 2021, in Italia, la produzione di elettricità derivante da fonti rinnovabili è stata pari al 36%, con una produzione di circa 113,8 TWh.

La nuova potenza installata è stata parti a 1351 MW, di cui 1 GW di potenza fotovoltaica, 404 MW di eolico e 11 MW di idroelettrico.

Inoltre, nel primo semestre 2022 l’Italia connesso oltre 1 GW di energia solare, collocandosi tra i primi 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno.

Questi dati restano comunque sotto gli obiettivi al 2030. Il rapporto GreenItaly dimostra che in oltre 80GW da installare entro il 2030, il Governo italiano ha supportato la realizzazione di 70 GW e nei fatti questo si nota: l’Italia produce poco più di 1 GW l’anno a fronte di 7-8 GW che dovrebbe installare per raggiungere i traguardi stabiliti.

Nonostante questo, sono oltre 531.000 le aziende che tra il 2017 e il 2021 hanno investito nella green-economy, adottando tecnologie e prodotti green. Di queste imprese, il 42,5% ha investito nella manifattura.

 A questo proposito, le imprese che decidono di investire nella green-economy sono più dinamiche sui mercati esteri rispetto alle aziende che non investono. Infatti, il 45% delle imprese investitrici prevede un aumento considerevole delle esportazioni; inoltre, è previsto un aumento del fatturato e delle assunzioni.

Assunzioni che vengono definite anche green-jobs, ovvero tutti quei contratti relativi a mansioni che contribuiscono a preservare la qualità ambientale, e che, nel corso del 2021 hanno rappresentato il 34,5% dei nuovi contratti.

 

Green economy: l’Italia leader nel riciclo dei rifiuti

L’Italia è leader nell’economia circolare, con un riciclo dei rifiuti dell’83,4%. Un risultato che si colloca sopra la media europea, la quale si assesta al 53,8%.

Dietro all’Italia grandi paesi come Germania (70%), Francia (64,5%) e Spagna (65,3%).

Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, sottolinea l’importanza del rapporto GreenItaly per misurare l’attività delle imprese e della sostenibilità:” Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili oltre a contrastare la crisi climatica ci rende più liberi e aiuta la pace. esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: nel rapporto GreenItaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. siamo, ad esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro”.

Andrea Prete, Presidente Unioncamere, afferma l’importanza di continuare e, soprattutto, aumentare gli investimenti in green-economy, i quali al momento, sono ancora lontani dagli obiettivi futuri: “Da anni il nostro mondo produttivo dimostra un’attenzione specifica ai temi della sostenibilità ambientale, e oggi, anche in ragione dell’emergenza energetica, guarda con interesse alle potenzialità delle rinnovabili. ma, purtroppo, i tempi autorizzativi stanno rallentando l’installazione di impianti per la produzione di questo tipo di energia. basti pensare che nel 2021 è stata installata solo una potenza pari a 1.351 MW, un dato molto lontano dal target definito dal governo pari a 70.000 MW da installare entro il 2030”.

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