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Enel Energia, installazione caldaie con pagamento in bolletta: l’On. Walter Rizzetto indirizza una interrogazione parlamentare al MiSE
Dopo l'esposto all'Agcom, l'On. Walter Rizzetto presenta una nuova interrogazione parlamentare al MiSE, chiedendo al Governo di varare iniziative per una vera liberalizzazione dei servizi energetici e del post-contatore gas in Italia

La polemica si è accesa qualche mese fa, dopo che Enel Energia lanciava sulla tv nazionale una campagna commerciale che proponeva di sostituire la vecchia caldaia con una nuova a condensazione, includendo la possibilità di ammortizzare il costo dell’intervento con comode rate sulla bolletta, di scegliere la taglia fra diversi modelli, conforme al fabbisogno energetico, e di usufruire di una serie completa di pacchetti aggiuntivi.
Mentre risulta ancora “in corso” l’iter dell’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Walter Rizzetto, portavoce alla Camera dei Deputati per il gruppo M5S, sulla questione della legittimità o meno dell’ultima campagna pubblicitaria del gruppo Enel Spa, a rimpolpare le polemiche è intervenuta recentemente anche l’associazione Altroconsumo, con un articolo pubblicato nella rivista omonima, la più diffusa in Italia a tutela del consumatore italiano.
Un’offerta senza dubbio “allettante”, come l’ha definita nel suo articolo Altroconsumo, che però, facendo due calcoli, ha scoperto che, contrariamente al messaggio pubblicitario lanciato da Enel, l’offerta commerciale del secondo gruppo europeo per la fornitura di energia elettrica non sarebbe poi così economica: la sola installazione base della caldaia a condensazione proposta da Enel costerebbe infatti circa € 2.800 (contro una media di 1.200 euro normalmente necessari per l’acquisto e l’installazione di un impianto della stessa tipologia), ai quali vanno poi aggiunti i costi per lo scarico dei fumi, eventuali opere preparatorie o di adeguamento e l’adattamento delle valvole termostatiche incluse nei pacchetti “Premium” e “Plus” della compagnia, obbligatorie per gli impianti centralizzati e indispensabili per poter accedere alla detrazione del 65% per l’efficientamento energetico di edifici e vecchi impianti.
Non pago dell’esposto inoltrato qualche tempo fa all’Agcom, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, l’On. Walter Rizzetto, è tornato sul piede di guerra, indirizzando un’interrogazione parlamentare questa volta al Mise, dal quale attende una risposta scritta.
Citando il DL 16 marzo 1999 n. 79 e il DL 23 maggio 2000 n. 164, di recepimento delle norme europee per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità, il deputato M5S scrive, nell’interrogazione parlamentare, che “non si è effettivamente creata nel mercato una reale concorrenza tra le imprese”, tirando in ballo proprio gli operatori dei settori gas e elettricità.
Nonostante infatti la legislazione italiana preveda la liberalizzazione della importazione, produzione e vendita delle forniture di gas e elettricità, ad eccezione delle attività di trasporto e gestione delle reti, che restano di monopolio statale, continua Rizzetto, alcuni gestori post-contatore italiani avrebbero de facto approfittato della propria “posizione dominante” e del proprio “monopolio tecnico” al fine di conquistare e fidelizzare via via maggiori clienti nei settori liberalizzati della filiera energetica.
Tutto ciò a svantaggio delle piccole e medie imprese italiane, di dimensioni e servizi evidentemente inferiori rispetto a quelli offerti dal colosso Enel, la cui competitività verrebbe dunque ulteriormente inficiata anche all’interno di un mercato che spetta loro di diritto, come il mercato dei servizi energetici liberalizzati, restando dunque gravemente penalizzate.
La cosa ancora più grave, denuncia in ultima Rizzetto nell’esposto all’Agcom, è che lo Stato italiano, nella persona del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è ancora azionista di riferimento di Enel Spa, e dunque contribuisce, seppur indirettamente, alla condotta sleale della società e a “falsare il libero gioco della concorrenza”.
L’interrogazione parlamentare dell’On. Rizzetto, successiva all’esposto, conclude con l’invito al Governo di adottare iniziative per implementare la concorrenza nel settore dei servizi energetici, “in particolare in quello dei servizi post-contatore”, dai quali sono stati estromessi proprio le PMI italiane, penalizzate anche dalla difficile congiuntura attuale, aggravata dal nuovo regime dei minimi e dall’aumento dell’IVA sui bonifici, previsti dal DL Stabilità 2015; l’utenza, danneggiata dall’ennesima stangata in bolletta, come se non bastasse quella annunciata recentemente dall’AEEGSI in merito al rincaro dei servizi idrici; infine, il sistema economico generale del Paese, che manca ancora l’opportunità di ripartire, ruotando la valvola dell’interruttore dalla posizione attuale di “Stand-by” a quella di “On”.
Mentre risulta ancora “in corso” l’iter dell’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Walter Rizzetto, portavoce alla Camera dei Deputati per il gruppo M5S, sulla questione della legittimità o meno dell’ultima campagna pubblicitaria del gruppo Enel Spa, a rimpolpare le polemiche è intervenuta recentemente anche l’associazione Altroconsumo, con un articolo pubblicato nella rivista omonima, la più diffusa in Italia a tutela del consumatore italiano.
Un’offerta senza dubbio “allettante”, come l’ha definita nel suo articolo Altroconsumo, che però, facendo due calcoli, ha scoperto che, contrariamente al messaggio pubblicitario lanciato da Enel, l’offerta commerciale del secondo gruppo europeo per la fornitura di energia elettrica non sarebbe poi così economica: la sola installazione base della caldaia a condensazione proposta da Enel costerebbe infatti circa € 2.800 (contro una media di 1.200 euro normalmente necessari per l’acquisto e l’installazione di un impianto della stessa tipologia), ai quali vanno poi aggiunti i costi per lo scarico dei fumi, eventuali opere preparatorie o di adeguamento e l’adattamento delle valvole termostatiche incluse nei pacchetti “Premium” e “Plus” della compagnia, obbligatorie per gli impianti centralizzati e indispensabili per poter accedere alla detrazione del 65% per l’efficientamento energetico di edifici e vecchi impianti.
Non pago dell’esposto inoltrato qualche tempo fa all’Agcom, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, l’On. Walter Rizzetto, è tornato sul piede di guerra, indirizzando un’interrogazione parlamentare questa volta al Mise, dal quale attende una risposta scritta.
Citando il DL 16 marzo 1999 n. 79 e il DL 23 maggio 2000 n. 164, di recepimento delle norme europee per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità, il deputato M5S scrive, nell’interrogazione parlamentare, che “non si è effettivamente creata nel mercato una reale concorrenza tra le imprese”, tirando in ballo proprio gli operatori dei settori gas e elettricità.
Nonostante infatti la legislazione italiana preveda la liberalizzazione della importazione, produzione e vendita delle forniture di gas e elettricità, ad eccezione delle attività di trasporto e gestione delle reti, che restano di monopolio statale, continua Rizzetto, alcuni gestori post-contatore italiani avrebbero de facto approfittato della propria “posizione dominante” e del proprio “monopolio tecnico” al fine di conquistare e fidelizzare via via maggiori clienti nei settori liberalizzati della filiera energetica.
Tutto ciò a svantaggio delle piccole e medie imprese italiane, di dimensioni e servizi evidentemente inferiori rispetto a quelli offerti dal colosso Enel, la cui competitività verrebbe dunque ulteriormente inficiata anche all’interno di un mercato che spetta loro di diritto, come il mercato dei servizi energetici liberalizzati, restando dunque gravemente penalizzate.
La cosa ancora più grave, denuncia in ultima Rizzetto nell’esposto all’Agcom, è che lo Stato italiano, nella persona del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è ancora azionista di riferimento di Enel Spa, e dunque contribuisce, seppur indirettamente, alla condotta sleale della società e a “falsare il libero gioco della concorrenza”.
L’interrogazione parlamentare dell’On. Rizzetto, successiva all’esposto, conclude con l’invito al Governo di adottare iniziative per implementare la concorrenza nel settore dei servizi energetici, “in particolare in quello dei servizi post-contatore”, dai quali sono stati estromessi proprio le PMI italiane, penalizzate anche dalla difficile congiuntura attuale, aggravata dal nuovo regime dei minimi e dall’aumento dell’IVA sui bonifici, previsti dal DL Stabilità 2015; l’utenza, danneggiata dall’ennesima stangata in bolletta, come se non bastasse quella annunciata recentemente dall’AEEGSI in merito al rincaro dei servizi idrici; infine, il sistema economico generale del Paese, che manca ancora l’opportunità di ripartire, ruotando la valvola dell’interruttore dalla posizione attuale di “Stand-by” a quella di “On”.