
14.04.2011
Energia pulita: nel Veneto il terzo produttore mondiale di caldaie a biomasse
In 12 anni 34 milioni di tonnellate di CO2 in meno in atmosfera
Edifici pubblici, supermercati inglesi, città russe scaldate con impianti prodotti nel padovano
Provengono da San Martino di Lupari le caldaie a biomasse che scaldano Severoonezhsk, città russa di 200 mila abitanti, i supermercati Sainsbury, la seconda catena inglese con oltre mille punti vendita, e centinaia di aziende in tutto il mondo. 2500 impianti prodotti ed installati negli ultimi 12 anni, una per ogni giorno lavorativo, che hanno evitato l’emissione in atmosfera di 34 milioni di tonnellate di CO2 rispetto all’utilizzo di gasolio e metano. Una quantità di CO2 risparmiata all’ambiente equivalente a quella prodotta da sei milioni di automobili che fanno un giro completo della Terra.
Ringrazia l’ambiente, dunque, ma non solo. In questo momento di crisi, infatti, l’azienda padovana non ha chiesto un’ora di cassa integrazione, anzi, continua ad assumere, forte di un fatturato in continua crescita.
Stiamo parlando di Uniconfort, una sorta di miracolo del Nordest che progetta, realizza ed installa impianti alimentati da caldaie a biomasse solide e che si colloca tra le prime tre aziende del settore nel panorama mondiale.
Alla sua guida Davis Zinetti, amministratore delegato, che, a soli 28 anni, dopo una laurea in Economia e commercio ed un master in gestione di impresa negli Stati Uniti, ha acquisito nel 2000 un’impresa familiare attiva nel settore del riscaldamento e condizionamento industriale e l’ha convertita alle caldaie a biomasse, convinto che il futuro sarebbe stato il combustibile “verde” e le energie rinnovabili. E che oggi può dire di aver vinto la sua scommessa: ha portato il fatturato dai 4 Milioni di Euro del 2003 ai 16 milioni di euro del 2010 raddoppiando gli occupati, che sono passati dai 26 agli oltre 60. Il lavoro non manca e le previsioni sono positive: l’azienda lavora con oltre 100 Paesi in tutto il mondo e solo negli ultimi due anni ha dato lavoro ad ulteriori dieci persone, tra cui sei laureati. “I nostri dipendenti sono ad alta specializzazione: laureati e tecnici - ci tiene a puntualizzare Zinetti – E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che la nostra punta di diamante è l’Ufficio ricerca e sviluppo. Vi si progettano impianti e caldaie ad alta specializzazione, con apparecchi standard di qualità, ma anche caldaie personalizzate, in grado di coprire nicchie di mercato piccolissime”. Come le fungaie, che bruciano legno per mantenere nelle serre le condizioni ideali per accelerare il ciclo di vita dei funghi, o le aziende che producono compost, che con gli scarti di lavorazione producono energia e riscaldamento senza spendere un euro, o le segherie, che bruciano la corteccia di scarto per produrre energia risparmiando centinaia di migliaia di euro l’anno. Ma riesce a rispondere anche alle esigenze di grandi clienti come la Gazprom, il colosso russo del gas e del petrolio, che, grazie all’impianto progettato, realizzato ed installato da Uniconfort sta teleriscaldando Severoonezhsk, una intera città a sud di Arcangelo. “Abbiamo installato quattro caldaie che bruciano i residui di lavorazione delle segherie: decine di colline di scarti di legno, alte fino a 500 metri che circondano la città e che nessuno sapeva come smaltire – ha spiegato Zinetti – Una vera quadratura del cerchio: un carburante a costo zero ed un impatto ambientale zero, dal momento che le biomasse se bruciate non producono inquinanti né tantomeno CO2”. E si aprono grandi prospettive nel settore del teleriscaldamento in Russia. Se, infatti, anche la compagnia parastatale russa che controlla i ricchi giacimenti di gas e petrolio della Siberia sta guardando con interesse all’esperimento di Severoonezhsk, il Governo russo ha già identificato almeno altri 400 siti dove questo impianto può essere replicato.
”I nostri stili di vita ed il progredire della tecnologia richiedono sempre più energia, ma i costi dei carburanti tradizionali, che risultano anche molto inquinanti e non sono certo inesauribili continuano ad aumentare – commenta Zinetti – Noi ci siamo inseriti in questo contesto, offrendo una risposta non solo a chi ha necessità di avere calore ed energia a costi più bassi, ma anche a quelle aziende che si trovano a dover smaltire ad alti costi i rifiuti derivanti dalle produzioni, come le aziende agricole. Produciamo caldaie ed impianti che offrono calore ed energia dalle biomasse solide, che costano la metà dei carburanti tradizionali, ma anche impianti che possono utilizzare gli scarti di produzione, un’energia pulita e a costo zero”. E che questa sia la strada giusta lo pensano anche i Governi, che stanno introducendo incentivi e finanziamenti per chi si converte all’energia verde. In prima linea gli Stati Uniti di Barak Obama ed il Governo inglese. “L’Inghilterra ha approvato leggi autorizzative chiare e incentivi di lungo termine – continua Zinetti – cosa che comporta diversi vantaggi: la possibilità di programmare investimenti e una maggiore disponibilità da parte delle banche ad erogare i finanziamenti. Non a caso stiamo installando caldaie per una delle maggiori catene inglesi di supermarket, la Sainsbury, che conta circa mille punti vendita. In Italia, invece, c’è molta incertezza. La Finanziaria del 2008 ha previsto forti incentivi per la cogenerazione da biomasse, cioè la produzione di energia elettrica da materiali organici. Ma è diventata operativa solo dopo due anni, ed immediatamente sono stati ridotti gli incentivi. Ma, cosa ben più grave, le competenze autorizzative sono passate alle Regioni, creando difformità e confusione. Di qui l’impossibilità di programmare e la scarsa disponibilità da parte del sistema bancario. Quello che può aiutare a sviluppare questo mercato non sono gli incentivi: le caldaie a biomasse sono già competitive per la produzione di energia termica e nel breve, con lo sviluppo delle tecnologie, lo saranno anche per la produzione di energia elettrica. Quello che occorre è solo chiarezza normativa che dia la possibilità di programmare gli investimenti”.
Non sono solo i privati a interessarsi alle caldaie a biomasse. Uniconfort ha installato un impianto di teleriscaldamento per il Comune di Rosà, nel vicentino, che produce calore per scuole, caserme e case di riposo. “Negli ultimi anni abbiamo installato 35 reti di teleriscaldamento per le pubbliche amministrazioni in tutta la Penisola - continua Zinetti - Il costo degli impianti si ammortizza in poco tempo dal momento che le biomasse costano la metà dei carburanti tradizionali, quando non anche è gratis perché scarto di produzione. Inoltre non dimentichiamo che si tratta di energia pulita: gli impianti hanno un’emissione di polveri sottili pari a zero, non emettono anidride carbonica e neanche odori sgradevoli. C’è chi ci accusa di bruciare le foreste. Non è vero. Il carburante viene realizzato con i materiali provenienti dalla pulizia dei boschi, che così viene incentivata e non è più un costo; e da alberi giunti alla fine del loro ciclo di vita, che mangiano più ossigeno di quanto ne producano. La sostenibilità ambientale è data dai boschi giovani. Ecco perché è importante rimboscare, cosa prevista dalla normativa quando si tagliano alberi anziani”.
Edifici pubblici, supermercati inglesi, città russe scaldate con impianti prodotti nel padovano
Provengono da San Martino di Lupari le caldaie a biomasse che scaldano Severoonezhsk, città russa di 200 mila abitanti, i supermercati Sainsbury, la seconda catena inglese con oltre mille punti vendita, e centinaia di aziende in tutto il mondo. 2500 impianti prodotti ed installati negli ultimi 12 anni, una per ogni giorno lavorativo, che hanno evitato l’emissione in atmosfera di 34 milioni di tonnellate di CO2 rispetto all’utilizzo di gasolio e metano. Una quantità di CO2 risparmiata all’ambiente equivalente a quella prodotta da sei milioni di automobili che fanno un giro completo della Terra.
Ringrazia l’ambiente, dunque, ma non solo. In questo momento di crisi, infatti, l’azienda padovana non ha chiesto un’ora di cassa integrazione, anzi, continua ad assumere, forte di un fatturato in continua crescita.
Stiamo parlando di Uniconfort, una sorta di miracolo del Nordest che progetta, realizza ed installa impianti alimentati da caldaie a biomasse solide e che si colloca tra le prime tre aziende del settore nel panorama mondiale.
Alla sua guida Davis Zinetti, amministratore delegato, che, a soli 28 anni, dopo una laurea in Economia e commercio ed un master in gestione di impresa negli Stati Uniti, ha acquisito nel 2000 un’impresa familiare attiva nel settore del riscaldamento e condizionamento industriale e l’ha convertita alle caldaie a biomasse, convinto che il futuro sarebbe stato il combustibile “verde” e le energie rinnovabili. E che oggi può dire di aver vinto la sua scommessa: ha portato il fatturato dai 4 Milioni di Euro del 2003 ai 16 milioni di euro del 2010 raddoppiando gli occupati, che sono passati dai 26 agli oltre 60. Il lavoro non manca e le previsioni sono positive: l’azienda lavora con oltre 100 Paesi in tutto il mondo e solo negli ultimi due anni ha dato lavoro ad ulteriori dieci persone, tra cui sei laureati. “I nostri dipendenti sono ad alta specializzazione: laureati e tecnici - ci tiene a puntualizzare Zinetti – E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che la nostra punta di diamante è l’Ufficio ricerca e sviluppo. Vi si progettano impianti e caldaie ad alta specializzazione, con apparecchi standard di qualità, ma anche caldaie personalizzate, in grado di coprire nicchie di mercato piccolissime”. Come le fungaie, che bruciano legno per mantenere nelle serre le condizioni ideali per accelerare il ciclo di vita dei funghi, o le aziende che producono compost, che con gli scarti di lavorazione producono energia e riscaldamento senza spendere un euro, o le segherie, che bruciano la corteccia di scarto per produrre energia risparmiando centinaia di migliaia di euro l’anno. Ma riesce a rispondere anche alle esigenze di grandi clienti come la Gazprom, il colosso russo del gas e del petrolio, che, grazie all’impianto progettato, realizzato ed installato da Uniconfort sta teleriscaldando Severoonezhsk, una intera città a sud di Arcangelo. “Abbiamo installato quattro caldaie che bruciano i residui di lavorazione delle segherie: decine di colline di scarti di legno, alte fino a 500 metri che circondano la città e che nessuno sapeva come smaltire – ha spiegato Zinetti – Una vera quadratura del cerchio: un carburante a costo zero ed un impatto ambientale zero, dal momento che le biomasse se bruciate non producono inquinanti né tantomeno CO2”. E si aprono grandi prospettive nel settore del teleriscaldamento in Russia. Se, infatti, anche la compagnia parastatale russa che controlla i ricchi giacimenti di gas e petrolio della Siberia sta guardando con interesse all’esperimento di Severoonezhsk, il Governo russo ha già identificato almeno altri 400 siti dove questo impianto può essere replicato.
”I nostri stili di vita ed il progredire della tecnologia richiedono sempre più energia, ma i costi dei carburanti tradizionali, che risultano anche molto inquinanti e non sono certo inesauribili continuano ad aumentare – commenta Zinetti – Noi ci siamo inseriti in questo contesto, offrendo una risposta non solo a chi ha necessità di avere calore ed energia a costi più bassi, ma anche a quelle aziende che si trovano a dover smaltire ad alti costi i rifiuti derivanti dalle produzioni, come le aziende agricole. Produciamo caldaie ed impianti che offrono calore ed energia dalle biomasse solide, che costano la metà dei carburanti tradizionali, ma anche impianti che possono utilizzare gli scarti di produzione, un’energia pulita e a costo zero”. E che questa sia la strada giusta lo pensano anche i Governi, che stanno introducendo incentivi e finanziamenti per chi si converte all’energia verde. In prima linea gli Stati Uniti di Barak Obama ed il Governo inglese. “L’Inghilterra ha approvato leggi autorizzative chiare e incentivi di lungo termine – continua Zinetti – cosa che comporta diversi vantaggi: la possibilità di programmare investimenti e una maggiore disponibilità da parte delle banche ad erogare i finanziamenti. Non a caso stiamo installando caldaie per una delle maggiori catene inglesi di supermarket, la Sainsbury, che conta circa mille punti vendita. In Italia, invece, c’è molta incertezza. La Finanziaria del 2008 ha previsto forti incentivi per la cogenerazione da biomasse, cioè la produzione di energia elettrica da materiali organici. Ma è diventata operativa solo dopo due anni, ed immediatamente sono stati ridotti gli incentivi. Ma, cosa ben più grave, le competenze autorizzative sono passate alle Regioni, creando difformità e confusione. Di qui l’impossibilità di programmare e la scarsa disponibilità da parte del sistema bancario. Quello che può aiutare a sviluppare questo mercato non sono gli incentivi: le caldaie a biomasse sono già competitive per la produzione di energia termica e nel breve, con lo sviluppo delle tecnologie, lo saranno anche per la produzione di energia elettrica. Quello che occorre è solo chiarezza normativa che dia la possibilità di programmare gli investimenti”.
Non sono solo i privati a interessarsi alle caldaie a biomasse. Uniconfort ha installato un impianto di teleriscaldamento per il Comune di Rosà, nel vicentino, che produce calore per scuole, caserme e case di riposo. “Negli ultimi anni abbiamo installato 35 reti di teleriscaldamento per le pubbliche amministrazioni in tutta la Penisola - continua Zinetti - Il costo degli impianti si ammortizza in poco tempo dal momento che le biomasse costano la metà dei carburanti tradizionali, quando non anche è gratis perché scarto di produzione. Inoltre non dimentichiamo che si tratta di energia pulita: gli impianti hanno un’emissione di polveri sottili pari a zero, non emettono anidride carbonica e neanche odori sgradevoli. C’è chi ci accusa di bruciare le foreste. Non è vero. Il carburante viene realizzato con i materiali provenienti dalla pulizia dei boschi, che così viene incentivata e non è più un costo; e da alberi giunti alla fine del loro ciclo di vita, che mangiano più ossigeno di quanto ne producano. La sostenibilità ambientale è data dai boschi giovani. Ecco perché è importante rimboscare, cosa prevista dalla normativa quando si tagliano alberi anziani”.
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