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17.12.2024

Energia geotermica: il pilastro globale della transizione energetica del futuro

L’energia geotermica fornisce circa l’1% della produzione elettrica globale, ma le tecnologie emergenti hanno il potenziale per soddisfare ampiamente le esigenze future sia di elettricità che di calore.

Un recente rapporto dell’IEA sottolinea il ruolo cruciale dell’energia geotermica nel soddisfare la crescente domanda mondiale di elettricità, offrendo una fonte pulita e continua di energia accessibile su scala globale.

Grazie all’impiego di tecnologie innovative, la geotermia può coprire fino al 15% della crescita della domanda energetica mondiale entro il 2050, raggiungendo una capacità installata di 800 GW, pari al consumo annuo combinato di elettricità di Stati Uniti e India.

Energia geotermica: tecnologie emergenti e competenze industriali 

Attualmente, l’energia geotermica fornisce circa l’1% della produzione elettrica globale, ma le tecnologie emergenti hanno il potenziale per soddisfare ampiamente le esigenze future sia di elettricità che di calore.

Secondo l’analisi, condotta insieme a Project InnerSpace, lo sfruttamento delle risorse geotermiche potrebbe essere accelerato utilizzando competenze e tecnologie già consolidate nell’industria petrolifera e del gas. Questo approccio consentirebbe di raggiungere profondità maggiori e accedere a vasti giacimenti energetici a basse emissioni, riducendo i costi complessivi.

Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA, ha evidenziato come le nuove soluzioni tecnologiche stiano trasformando l’energia geotermica in una risorsa accessibile a livello globale: “La geotermia non è solo un pilastro dell’energia pulita e sicura, ma rappresenta anche un’opportunità per il settore petrolifero e del gas di diversificare il proprio business”. Secondo il rapporto, questa crescita potrebbe generare investimenti per oltre 1 trilione di dollari entro il 2035 e creare fino a 1 milione di posti di lavoro nel settore geotermico.

Ad oggi, la produzione geotermica si concentra in aree vulcaniche o attraversate da faglie tettoniche, con Paesi come USA, Islanda, Indonesia, Turchia, Kenya e Italia in testa. Tuttavia, l’adozione di nuove tecnologie sta estendendo le potenzialità della geotermia anche a regioni prive di tali caratteristiche geologiche, rendendo questa risorsa accessibile a un numero sempre maggiore di Paesi.

Superare il divario politico: rendere la geotermia competitiva e sostenibile nel mercato energetico globale

Il rapporto evidenzia un divario nelle politiche energetiche: mentre oltre 100 Paesi promuovono l’eolico e il fotovoltaico, solo 30 hanno adottato programmi specifici per la geotermia. Introdurre obiettivi chiari, supporto all’innovazione e incentivi per gli investimenti potrebbe accelerare lo sviluppo di questa tecnologia.

Una regolamentazione stabile e a lungo termine migliorerebbe la competitività economica dei progetti, con una riduzione dei costi fino all’80% entro il 2035, portando il prezzo a circa 50 dollari per MW/h. A questi livelli, la geotermia potrebbe competere direttamente con l’idroelettrico, il nucleare e le fonti rinnovabili combinate con sistemi di accumulo.

Un altro settore promettente per la geotermia è quello dei data center, che richiedono fonti di energia affidabili e sostenibili per sostenere l’espansione dell’economia digitale e dell’intelligenza artificiale.

Già oggi, alcune grandi aziende tecnologiche stanno stipulando accordi per acquistare energia geotermica, riconoscendone i vantaggi in termini di stabilità e sostenibilità.

Nonostante queste prospettive incoraggianti, la burocrazia rappresenta un ostacolo significativo. I progetti geotermici possono richiedere fino a 10 anni per diventare operativi. Il rapporto suggerisce di semplificare i processi autorizzativi, creando percorsi amministrativi dedicati e separati dalle normative minerarie, senza compromettere gli standard ambientali necessari per uno sviluppo sostenibile.

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