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14.01.2019
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Detrazioni fiscali: la ritenuta d’acconto danneggia le PMI italiane

La ritenuta d’acconto sui bonifici per le detrazioni fiscali in edilizia danneggia migliaia di PMI italiane e non ha più ragione di esistere
Unicmi si chiede come mai, nonostante l’adozione della fatturazione elettronica, non sia stato eliminato l’obbligo di ritenuta d’acconto sui bonifici per gli interventi che godranno delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie o la riqualificazione energetica.
 
La fatturazione elettronica è una delle più grandi novità dell’inizio del 2019, una variazione procedurale tanto temuta quanto attesa, creata per combattere l’evasione fiscale e facilitare le operazioni di raccolta e archiviazione dei dati, che il Governo ha tentato di rendere più desiderabile grazie a crediti d’imposta e altri strumenti a vantaggio delle imprese.
 
Tra i vantaggi principali che i nostri legislatori hanno previsto si annoverano: l’eliminazione delle comunicazioni relative allo Spesometro e alle Black Lists, la ricezione più rapida dei rimborsi Iva, la riduzione dei controlli fiscali.
 
Nonostante questi vantaggi UNICMI, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti, ha ritenuto necessario rendere nota al Mise la propria delusione in merito alla mancata eliminazione dell’obbligo di ritenuta d’acconto che risulta in capo ai soggetti che beneficiano di detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie o la riqualificazione energetica.
 
L’Unione ha infatti inviato una richiesta d’incontro ufficiale all’On. Massimo Bitonci, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con la speranza di poter mettere in luce i danni economici che quest’obbligo provoca dal 2010 a numerosissime PMI italiane.
 
La ritenuta d’acconto sulle spese che possono accedere ai bonus per le ristrutturazioni e il risparmio energetico si è evoluta dal 2010, quando era una ritenuta del 10% sui bonifici bancari, per poi essere abbassata 4% e infine, nel 2015, per essere alzata nuovamente fino all’8% con la legge di Stabilità 190/2014.
All’epoca il pagamento della ritenuta d’acconto dell’8% fu introdotto come un metodo necessario per il controllo preventivo di eventuali truffe all’Erario.
 
Oggi però, con l’introduzione della fatturazione elettronica, imposta appositamente per ridurre al minimo la possibilità di evasione fiscale, UNICMI afferma che si sarebbe attesa una “una contestuale eliminazione dell’obbligo di versamento della ritenuta d’acconto”. Cosa che invece non è accaduta, nonostante la ritenuta d’acconto abbia oggi perso in modo quasi totale il suo valore di deterrente anti-frode.

Nella comunicazione all’On. Bitonci tra l’altro UNICMI ha sottolineato “la grave disparità presente sul mercato determinata dalla ritenuta d’acconto: solo gli operatori italiani, infatti, sono tenuti al versamento della ritenuta mentre gli operatori stranieri (non in possesso di personalità giuridica e fiscale in Italia, né di una banca italiana di appoggio) che operano sul nostro mercato possono eludere questo obbligo”.
Una situazione, questa, che configura una vera e propria distorsione del mercato nei confronti degli operatori economici italiani, i quali stanno soffrendo intensamente di una grave crisi del settore, solo in parte limitata dalle politiche incentivanti per l’edilizia.
 
In seguito all’introduzione della fatturazione elettronica UNICMI ritiene infatti doveroso equiparare fiscalmente tutti i soggetti presenti sul mercato, sia nazionali che esteri, eliminando l’obbligo di ritenuta d’acconto ed eventualmente escludendo la possibilità di accesso alle detrazioni fiscali per quei soggetti che commercializzano prodotti che non sono soggetti agli obblighi fiscali che invece ricadono sulle imprese italiane.