Speciale 104
Edifici NZEB: cosa sono e come realizzarli
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Fabrizio Manzoni
Controllo dei ponti termici negli edifici NZEB
Caricare le pareti disperdenti con molti centimetri di materiale isolante, o utilizzarne uno ad altissime prestazioni, non determina il raggiungimento della qualifica di “Edificio a Consumo quasi Zero”.
Tra i vari accorgimenti da utilizzare risulta essere particolarmente importante la risoluzione dei ponti termici.
Si tratta di quei punti critici in cui una struttura rischia di presentare fenomeni di condensa e formazione di muffe. La discontinuità dell’isolamento termico determina situazioni in cui il calore “scappa” con notevole velocità, come se si trattassero delle falle nello scafo di una nave.
Trattandosi di punti critici dipendenti dalle caratteristiche dei materiali che in quei punti si incontrano, al miglioramento delle caratteristiche delle stratigrafie aumenta l’importanza della criticità del ponte termico, e di conseguenza l’importanza della sua risoluzione con accorgimenti che vanno studiati caso per caso.
Il ponte termico tra solaio e parete, rappresentato inella figura a lato (Fonte: FLIR), esemplifica esattamente ciò che NON deve assolutamente essere presente in un edificio comune, ma soprattutto in uno che voglia definirsi NZEB.
Si possono, peraltro, indicare alcune situazioni comunemente riscontrabili come i punti serramenti-pareti o elementi strutturali-pareti, dove più facilmente si trovano a contatto materiali con prestazioni termiche notevolmente differenti.
I metodi per risolvere le criticità date dai ponti termici sono rappresentati, solitamente, da isolamenti appositamente studiati, oppure dall’utilizzo di pezzi speciali preformati, specie quelli adatti ad accogliere i serramenti e i sistemi oscuranti senza che vi sia un'elevata discontinuità nei punti di scorrimento.
Un ponte termico risulta corretto secondo la norma UNI EN ISO 10211 quando la temperatura superficiale interna è superiore alla temperatura di rugiada, e quindi non è possibile la formazione di condensazione superficiale e il proliferare di muffe. Solitamente si può considerare a rischio una temperatura superficiale interna di 15/16°C. Ovviamente potrebbe non bastare la soluzione del ponte termico per scongiurare la situazione a rischio, in quanto la temperatura superficiale interna corretta è calcolata per una temperatura ambiente di 20°C e, se per risparmiare il conduttore dell’impianto mantiene mediamente una temperatura più bassa (intorno ai 18°C ad esempio), il rischio rimane intatto.
Vale la pena puntualizzare che tenere l’impianto spento durante le assenze giornaliere rischia di abbassare la temperatura interna dell’abitazione, e a poco vale il grande dispendio di energia utilizzato una volta tornati a casa per raggiungere una temperatura confortevole. La situazione a rischio sulla superficie fredda, a quel punto, è oramai consolidata, e il rischio di formazione di muffa assolutamente concreto.
In un edificio NZEB questo rischio è nullo. Sia perché i ponti termici vengono risolti, sia perché l’impiantistica scelta mira ad evitare la formazione di “punti freddi” negli ambienti.
In questo caso è molto importante correggere questo punto critico (i contorni dei serramenti sono, infatti, i punti dove più facilmente si formano le muffe) attraverso un taglio del davanzale, del voltino e delle spallette. Per farlo è necessario inserire del materiale isolante che “tagli” gli elementi di contorno del serramento.
Tra i vari accorgimenti da utilizzare risulta essere particolarmente importante la risoluzione dei ponti termici.
Si tratta di quei punti critici in cui una struttura rischia di presentare fenomeni di condensa e formazione di muffe. La discontinuità dell’isolamento termico determina situazioni in cui il calore “scappa” con notevole velocità, come se si trattassero delle falle nello scafo di una nave.
Trattandosi di punti critici dipendenti dalle caratteristiche dei materiali che in quei punti si incontrano, al miglioramento delle caratteristiche delle stratigrafie aumenta l’importanza della criticità del ponte termico, e di conseguenza l’importanza della sua risoluzione con accorgimenti che vanno studiati caso per caso.
Il ponte termico tra solaio e parete, rappresentato inella figura a lato (Fonte: FLIR), esemplifica esattamente ciò che NON deve assolutamente essere presente in un edificio comune, ma soprattutto in uno che voglia definirsi NZEB.
Si possono, peraltro, indicare alcune situazioni comunemente riscontrabili come i punti serramenti-pareti o elementi strutturali-pareti, dove più facilmente si trovano a contatto materiali con prestazioni termiche notevolmente differenti.
I metodi per risolvere le criticità date dai ponti termici sono rappresentati, solitamente, da isolamenti appositamente studiati, oppure dall’utilizzo di pezzi speciali preformati, specie quelli adatti ad accogliere i serramenti e i sistemi oscuranti senza che vi sia un'elevata discontinuità nei punti di scorrimento.
Un ponte termico risulta corretto secondo la norma UNI EN ISO 10211 quando la temperatura superficiale interna è superiore alla temperatura di rugiada, e quindi non è possibile la formazione di condensazione superficiale e il proliferare di muffe. Solitamente si può considerare a rischio una temperatura superficiale interna di 15/16°C. Ovviamente potrebbe non bastare la soluzione del ponte termico per scongiurare la situazione a rischio, in quanto la temperatura superficiale interna corretta è calcolata per una temperatura ambiente di 20°C e, se per risparmiare il conduttore dell’impianto mantiene mediamente una temperatura più bassa (intorno ai 18°C ad esempio), il rischio rimane intatto.
Vale la pena puntualizzare che tenere l’impianto spento durante le assenze giornaliere rischia di abbassare la temperatura interna dell’abitazione, e a poco vale il grande dispendio di energia utilizzato una volta tornati a casa per raggiungere una temperatura confortevole. La situazione a rischio sulla superficie fredda, a quel punto, è oramai consolidata, e il rischio di formazione di muffa assolutamente concreto.
In un edificio NZEB questo rischio è nullo. Sia perché i ponti termici vengono risolti, sia perché l’impiantistica scelta mira ad evitare la formazione di “punti freddi” negli ambienti.
In questo caso è molto importante correggere questo punto critico (i contorni dei serramenti sono, infatti, i punti dove più facilmente si formano le muffe) attraverso un taglio del davanzale, del voltino e delle spallette. Per farlo è necessario inserire del materiale isolante che “tagli” gli elementi di contorno del serramento.
In questo Speciale
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