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26.11.2021
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La fragilità del meccanismo dei Certificati Bianchi: scoperta truffa da 41 milioni di euro per falsi progetti per l’efficientamento energetico

Le indagini, iniziate dalla Guardia di Finanza di Aosta a luglio 2019, hanno portato all’arresto di 22 persone tra Italia e Germania

La truffa dei Certificati Bianchi

Le indagini sono partite a luglio 2019 dalla Guardia di Finanzia di Aosta, e hanno portato alla scoperta di un gruppo, con al vertice quattro torinesi, che operava tra Piemonte, Campania e Puglia e che tra il 2016 e il 2020 ha aggirato il meccanismo dei Certificati Bianchi, ottenendo un profitto da milioni di euro.

Per la truffa sono state indagate 113 persone e sono stati effettuati sequestri per 41 milioni di euro, tra Torino e provincia; sotto il coordinamento dell’Agenzia Europea per la Cooperazione Giudiziaria-Eurojust e grazie alla collaborazione tra le autorità italiane e quelle tedesche, sono state arrestate in totale 22 persone, accusate di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio.  

La prima azienda “farlocca” intercettata dalla Guardia di Finanza aveva una sede fantasma in provincia di Aosta e avrebbe ottenuto illegalmente beh 27.000 Certificati Bianchi grazie alla presentazioni di 26 falsi progetti per l’efficientamento energetico, dalla vendita dei quali avrebbe ricavato più di 8 milioni di euro. Ulteriori indagini hanno portato alla scoperta di altre 7 aziende coinvolte in questo giro, che grazie a 95 finti progetti per ricevere i Certificati Bianchi hanno ottenuto 27 milioni di euro.

Ma come hanno fatto queste aziende ad aggirare il sistema dei Certificati Bianchi e chi veramente ne paga le conseguenze?

Come funziona il meccanismo del Certificati Bianchi

Tutto parte da un obbligo che hanno le aziende distributrici di energia elettrica e gas naturale: dal 2005 quelle con più di 50.000 clienti finali devono conseguire, annualmente, degli obiettivi di risparmio ed efficienza energetica, che negli ultimi anni sono stati i seguenti: nel 2017 dovevano essere raggiunti 7,14 milioni di TEP, nel 2018 8,32 milioni di TEP, nel 2019 9,71 milioni di TEP e nel 2020 11,19 milioni di TEP.

Cosa sono questi TEP? TEP è l’acronimo di Tonnellata Equivalente di Petrolio: quindi ogni distributore di energia annualmente deve dimostrare al GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, di aver risparmiato tot milioni di TEP.  Ed è qui che entrano in gioco i famosi Certificati Bianchi: chiamati anche Titoli di Efficienza Energetica (TEE), questi certificati attestano alle aziende il conseguimento del risparmio negli usi finali di energia.

I Certificati Bianchi sono titoli negoziabili, che possono essere ottenuti tramite la realizzazione di progetti di efficienza energetica o acquistandoli da altri soggetti previsti da questo meccanismo. Tra i soggetti che volontariamente possono parteciparvi, ci sono le società di servizi energetici (ESCO), che scelgono liberamente di realizzare interventi per la riduzione dei consumi negli usi finali di energia e che per essi ricevono la corrispondente quantità di Certificati Bianchi. I TEE vengono riconosciuti dal GSE, che indica al GME (Gestore dei Mercati Energetici) su quali conti emettere i certificati, poiché danno il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea). L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa è basato sul valore di mercato dei certificati bianchi scambiati sulla piattaforma di mercato gestita dal GME o attraverso contrattazioni bilaterali.

La truffa messa in atto dal gruppo dietro alle finte aziende che creavano falsi progetti per ottenere i titoli di efficienza energetica trova spazio nelle falle legislative che disciplinano il meccanismo di ottenimento dei Certificati Bianchi e i relativi controlli e verifiche che dovrebbero essere effettuate dagli organi preposti.  

Il conto della truffa dei Certificati Bianchi sulle bollette dei consumatori

Il vero problema di questa amara vicenda è che, oltre ad aggirare una reale necessità di maggiore efficienza e risparmio nel settore energetico, il danno più grosso viene subito dalla collettività, perché i contributi riconosciuti alle aziende per i Certificati Bianchi vengono finanziati tramite prelievi sulle bollette energetiche che pagano gli utenti finali alla voce “oneri di sistema”.

“Gli illeciti contestati dalla magistratura avrebbero portato ad un illecito rincaro delle bollette energetiche a danno degli utenti, costretti a pagare fatture più salate a causa dei raggiri messi in atto sul fronte dei certificati di efficienza energetica. Un danno da milioni e milioni di euro per le famigliedichiara il CODACONS, che si costituisce parte offesa nella vicenda, in rappresentanza degli utenti.