L’azienda statunitense Chemours accusata dall’EIA per false informazioni in merito all’uso di refrigeranti nocivi
Chemours si colloca anche al quarto posto tra i primi 7 peggiori trasgressori a causa delle emissioni di HFC-23

Gli attivisti dell’Enviromental Investigation Agency (EIA) il 6 dicembre hanno accusato il colosso chimico statunitente Chemours di spacciare affermazioni false e disinformazione per impedire l’adozione dell’ambiziosa legislazione dell’UE sul clima, che limiterà ulteriormente l’uso di gas fluorurati a effetto serra e refrigeranti nocivi, parti importanti delle attività dell’azienda Chemours.
Refrigeranti nocivi, l’annuncio di Chemours
Chemours ha diffuso un annuncio pubblicitario a pagamento sul giornale digitale “Politico” (quotidiano che si occupa degli affari politici dell’UE) volto a persuadere i politici europei in merito ai gas fluorurati affermando che non esistono effettive alternative a questi gas e che l’unica soluzione che si presenta è quella di sostenere un rafforzamento dei gas stessi.
In merito ai refrigeranti nocivi, l’UE sta cercando di rafforzare la legislazione contro queste sostanze, le quali rappresentano un reale rischio per la salute olre che per l’ambiente.
A questo proposito, Clare Perry, responsabile della campagna per il clima di EIA per il Regno Unito ha dichiarato che la pubblicità diffusa da Chemours rappresenta un’operazione di greenashing tossico, piena di depistaggi e profondamente infondata.
Chemours ha acceso la polemica in merito, affermando che i gas fluorurati sono alternative superiori per la gestione termica in quanto offrono una combinazione unica di sostenibilità, sicurezza e prestazioni.
Nulla di più sbagliato secondo Perry, la quale ribadisce che le soluzioni dell’azienda in realtà non siano assolutamente risorse da produrre, contribuendo in modo sostanziale alle emissioni di sottoprodotto super gas serra, oltre che a produrre un significativo rischio per la salute umana, utilizzando l’ammoniaca nel processo di raffreddamento.
L’azienda statunitense al quarto posto come produttrice di refrigeranti nocivi
Non a caso, l’azienda statunitense si è collocata al quarto posto tra i primi 7 peggiori trasgressori a causa delle emissioni di HFC-23.
Anche la sua ex società madre, Dupont, ha contribuito in modo significativo al buco nello strato di ozono e al riscaldamento globale, attraverso l’invenzione di clorofluorocarburi e altri refrigeranti nocivi.
Perry e l’Enviromental Invetigation Agency dichiarano infatti che “un domani migliore si può creare solo eliminando rapidamente i gas fluorurati”.
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